Nel 1043, nell'odierna
Spagna settentrionale, all'epoca cuore della
Castiglia, nacque un bambino chiamato
Rodrigo Diaz de Bivar. Nobile castigliano, guerriero e figura leggendaria della
Reconquista Spagnola, fu signore di
Valencia dal 1094 fino all'anno della sua morte, nel 1099. Tutti lo conoscono con un nome passato alla storia:
El Cid.
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Statua equestre di El Cid a Burgos |
Rodrigo nasce in una stimata famiglia nobile alla corte castigliana: il padre è un membro dei giudici di Castiglia, altissime figure giuridiche del regno, mentre la madre è la figlia di un conte governatore dell'Austria. Ad appena 15 anni resta orfano, quindi continua a crescere alla corte del re Ferdinando I di Castiglia; cresce insieme al principe Sancho, futuro re, e viene investito cavaliere a vent'anni. Dal 1065 comincerà a servire il re Sancho, salito al trono come successore del padre. Nel periodo che va dal 1063 al 1072, è il braccio destro del novello re, che segue nelle varie battaglie, in cui si distingue in dispute e duelli, guadagnando il titolo di Cid Campeador, ottenuto quando, per risolvere una disputa sull'attribuzione di alcuni castelli di frontiera, vince il duello con Jimeno Garcés, alfiere del re d'Aragona, Ramiro I. Il titolo di Cid Campeador significa Signore (dall'arabo) Campione (dallo spagnolo). Nel 1066 diventa alfiere reale (colui che porta lo stendardo in tutte le manifestazioni pubbliche), nonché capo delle truppe reali. Combatte in tutte le guerre, anche quelle contro i fratelli del re stesso, distinguendosi sempre per il coraggio e la determinazione sul campo di battaglia.
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Rappresentazione di El Cid |
Durante un assedio, il suo re viene assassinato e comincia a servire Re Alfonso VI. Per alcuni anni il Cid è tenuto in gran conto alla corte di Alfonso, che nel luglio del 1074 gli concede la mano di sua cugina, doña Jimena. Cinque anni dopo, è incaricato di riscuotere i tributi dal re di Siviglia ma, in seguito al coinvolgimento in alcuni conflitti, viene messo in cattiva luce agli occhi di Re Alfonso, che lo punisce con l'esilio. Offre allora prima i suoi servigi al conte di Barcellona, che lo rifiuta; allora decide di servire il signore musulmano di Saragozza, al-Muqtadir, che è tributario del regno di Castiglia ed entra alla sua corte. All'epoca era piuttosto normale avere contatti con i Musulmani, tanto che le questioni politiche passavano in secondo piano rispetto a quelle di fede.
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La città di Saragozza, nuova casa del Cid |
Al servizio della città di Saragozza, El Cid si distingue ancora una volta per le sue capacità in combattimento, inimicandosi nuovamente Alfonso II, che imprigiona sia la moglie che le figlie, oltre ad esiliarlo una seconda volta; liberatele, riprende di nuovo servizio in quel di Saragozza. Durante una delle sue battaglie, fa prigioniero il conte di Barcellona, Ramón Berenguer II, col quale nacsce un'amicizia tale da decidere di far sposare fra loro i figli; il conte concede inoltre al Cid il protettorato di tutte le province meridionali della Catalogna, di credo musulmano, arrivando così alla fusione dei regni di Saragozza e Lerida. Nel 1093 assedia Valencia, ne diventa signore e la libera dai filo musulmani, facendo diventare la città un baluardo cristiano in mezzo alle terre musulmane. Dato che i musulmani stavano avanzando all'interno della penisola iberica, si allea con i signori cristiani della Spagna, anche con una serie di matrimoni strategici delle figlie con principi Catalani e della Navarra.
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Statua di El Cid a San Diego |
Il Cid muore nel 1099, adorato dai suoi soldati ed ammirato da tutta la
Spagna, inclusi i suoi nemici che lo temevano ma lo rispettavano.
Il Cid poté rientrare in patria solo dopo morto. La moglie
Jimena, dopo aver resistito per tre anni ai continui attacchi del figlio dell'emiro
Yūsuf ibn Tāshfīn,
ʿAlī b Yūsuf, chiese aiuto al cugino
Alfonso VI, il quale, raggiunta
Valencia col proprio esercito, ritenne la città indifendibile, anche perché nel frattempo i musulmani avevano attaccato la
Castiglia. Nel 1102 abbandonò la città, dopo averla data alle fiamme.
Jimena ed i suoi soldati seguirono
Alfonso trasportando il corpo del
Cid, che venne tumulato a
Burgos, nella chiesa di
San Pietro di Cardeña.
Verrà ricordato come un grande condottiero, abilissimo stratega ed una delle figure chiave della resistenza spagnola all'invasione musulmana.
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