Historie Medievali Feudal Japan: La casa nel Giappone feudale

Le case della classe guerriera dell'era feudale, in Giappone, subirono mutamenti che andarono di pari passo con l'evoluzione del potere dei samurai. La struttura era in legno, come del resto tutta l'architettura giapponese, e variava a seconda della ricchezza del proprietario. Lo zen contribuì a conferire alle case dei samurai quel carattere di austerità e semplicità che le distingueva. Ben presto però, lo stile delle case dei guerrieri, bukezukuri, si mescolò con quello dei nobili, shindenzukuri, per dare origine a un'architettura semplice e insieme raffinata, shoinzukuri, che fu quella che si riscontrò sia nelle abitazioni degli Shogun che dei Daimyo. Anche le abitazioni dei samurai più semplici prevedevano vari padiglioni uniti che si articolavano su un piccolo giardino interno, oltre a spazi per l'addestramento militare. I padiglioni avevano pesanti tetti che coprivano anche le verande, mentre tutto l'edificio era sopraelevato rispetto al suolo.

Una casa di tipo shoinzukuri

Ma le strutture che rimasero più famose anche agli occhi degli occidentali furono senza dubbio gli imponenti castelli, simbolo del prestigio e potere dei loro abitanti. L'architettura del Giappone è sempre stata caratterizzata da alcuni elementi che sono rimasti immutati nei secoli, quali la semplicità dell'impianto, l'armonia delle proporzioni, la predilezione per le dimensioni ridotte, la stretta relazione tra gli edifici e il loro insediamento naturale. Le uniche architetture che prescinderanno da tutto ciò saranno proprio i castelli. Costruiti inizialmente soprattutto a scopo difensivo, con il passare del tempo diventeranno sempre più i segni visibili dell'autorità delle più potenti famiglie di samurai. Per comprendere il messaggio che questi colossi tramandano, i castelli vanno quindi considerati non soltanto dal punto di vista architettonico, ma anche e soprattutto da quello storico-politico. I primi castelli-fortezza furono costruiti sulle alture, poi con il passare del tempo i samurai, anche se ricchi e potenti, unificarono le loro esigenze abitative con quelle difensive, per cui nacquero i castelli in collina, al centro del territorio del daimyo, come quello di Azuchi, Himeji.

Ricostruzione del castello Azuchi
Soltanto quando le lotte diventarono meno frequenti, si pensò a costruire i castelli in pianura, di cui il più famoso fu il Jurakudai, fatto costruire da Hideyoshi. Molti dei castelli del Giappone, che rappresentarono l'essenza del potere dei più famosi samurai, andarono distrutti nei lunghi anni di guerra; ciò nonostante, non si è mai perso il significato del legame architettura-autorità che queste strutture rivestivano. Il castello dei daimyo, nei cui quartieri di abitazione vivevano i samurai, rappresentò quindi il centro strategico-militare, ma fu allo stesso tempo la residenza dove il signore viveva e manifestava la sua autorità, e anche il suo gusto per la vita. Se infatti gli esterni, imponenti e massicci, indicavano che i castelli erano soprattutto le abitazioni di guerrieri, gli interni dimostravano un forte amore per le forme artistiche in qualunque manifestazione. Il castello di Hideyoshi a Osaka, ad esempio, veniva descritto con i pilastri rivestiti d'oro, dipinti su tutte le pareti e suppellettili di grande valore, mentre ragguagli particolari venivano forniti circa la ricchezza di molti altri castelli. Attorno alla fortezza del signore si svilupparono anche le più note città del Giappone, mentre i castelli assunsero sempre di più caratteristiche difensive, soprattutto dopo l'introduzione delle armi da fuoco. I vari signori locali si facevano quindi costruire castelli nelle loro province, mentre lo Shogun aveva il suo nella capitale.

Il castello di Osaka

Larghi fossati, mura imponenti, torri altissime caratterizzavano queste costruzioni che sono ancora oggi, sebbene ricostruiti, uno dei vanti maggiori del Giappone. Il castello, grande o piccolo, era la residenza del samurai importante; si trattava di una struttura che rispondeva sia a esigenze difensive, che abitative. Ecco perché era sempre prevista una zona dedicata al giardino, che era una parte essenziale e rispecchiava quell'amore per la natura comune a tutti i giapponesi. Nel giardino si passeggiava, se ne ammiravano gli angoli, si meditava, mentre nelle sale vicine si discuteva e si prendevano le decisioni di guerra. Le alte mura erano costruite con blocchi a secco, mentre all'interno dei castelli più famosi quali Osaka, Fushimi, Himeji, si snodavano stretti passaggi che portavano alle alte torri, da cui si seguivano le sorti delle battaglie e che rappresentavano l'ultimo baluardo difensivo del castello. Gli interni di queste abitazioni erano comunque molto semplici con i fusuma, tramezzi mobili che permettevano di modificare le dimensioni delle stanze, i tatami che ricoprivano il pavimento, cuscini in paglia pressata, piccoli tavoli, scaffali alle pareti che venivano chiusi da pannelli scorrevoli. I mobili erano inesistenti, tranne alcuni cofani che contenevano vesti, oggetti vari, qualche tavolo e paraventi. L'illuminazione era molto scarsa, in quanto si utilizzavano lampade a olio; le più semplici erano formate da coppe di olio di sesamo con uno stoppino di cotone, oppure venivano usate anche candele di resina. Sempre intrise di resina erano le torce di legno che servivano negli spostamenti notturni utilizzati anche in occidente.

Una tipica casa giapponese

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