La mappa di Madaba

A Madaba, una cittadina della Giordania, si trova la chiesa bizantina di San Giorgio. Questa chiesa è dotata di un pavimento spettacolare: si tratta di un mosaico su cui è stata riportata la cartografia del Medioriente. Essendo stato fatto nel VI secolo dopo Cristo, questa mappa è la più antica rappresentazione cartografica giunta fino a noi dell'area della Terra Santa.

Particolare della mappa

Come si è riusciti a datare il mosaico? Innanzitutto il frammento rappresentante la città di Gerusalemme presenta una chiesa, la chiesa di Nea, che risale al 542 dopo Cristo; gli edifici costruiti nella città santa dopo il 570 sono assenti dalla rappresentazione, limitando così l'intervallo di date della sua creazione al periodo tra il 542 e il 570. Il mosaico è stato realizzato da artisti sconosciuti, probabilmente per la comunità cristiana di Madaba che, in quel momento, era la sede di un vescovo.
Travagliata è la storia del mosaico: nel 614, Madaba fu conquistata dall'Impero Persiano, ed i governanti musulmani omayyadi fecero rimuovere dal mosaico alcuni motivi figurativi. Nel 746, la città fu in gran parte distrutta da un terremoto e successivamente abbandonata, perdendo così ogni traccia del mosaico. L'opera fu però riscoperta nel 1884, durante la costruzione di una nuova chiesa greco-ortodossa sul sito della vecchia chiesa di San Giorgio. Il patriarca Nicodemo I di Gerusalemme fu informato, ma nessuna ricerca fu effettuata fino al 1896. Nei decenni successivi, vaste porzioni della mappa del mosaico furono danneggiate da incendi, attività nella nuova chiesa e dagli effetti dell'umidità. Nel dicembre del 1964, la Volkswagen Foundation diede al Deutscher Verein für die Erforschung Palästinas ("Società tedesca per l'esplorazione della Palestina") 90.000 marchi per salvare il mosaico. L'anno successivo, gli archeologi Heinz Cüppers e Herbert Donner intrapresero il restauro e la conservazione delle restanti parti del mosaico.
L'immagine che segue, mostra ciò che resta dell'opera.

La mappa di Madaba, come visibile attualmente, inclusi i riferimenti geografici

Il mosaico misurava 21 metri per 7 e contava oltre 2 milioni di tessere, oggi misura appena 16 metri per 5. La mappa raffigura un'area che si estende dal Libano al nord al delta del Nilo a sud, e dal Mar Mediterraneo a ovest al deserto orientale. Spiccano elementi geografici come il Mar Morto con due barche da pesca, una varietà di ponti che collegano le rive del fiume Giordano, pesci che nuotano nel fiume e si allontanano dal Mar Morto; un leone (reso quasi irriconoscibile dall'inserimento di tessere casuali durante un periodo di iconoclastia) alla caccia di una gazzella nel deserto del Moab, Gerico con le palme, Betlemme e altri siti biblico-cristiani. La mappa potrebbe in parte essere servita per facilitare l'orientamento dei pellegrini in Terra Santa. Tutte le unità del paesaggio, incluse ben 150 fra città e villaggi, sono etichettate con spiegazioni in greco.
La città meglio rappresentata è senza dubbio Gerusalemme, posta al centro della mappa: sono infatti ben evidenziate le varie porte e gli edifici principali.

La foce del fiume Giordano

Lo studio della mappa ha svolto un ruolo importante a livello scientifico: infatti, ha risposto alla domanda sulla posizione topografica di Ascalona (Asqalan sulla mappa) ad esempio, mentre nel 1967 gli scavi nel quartiere ebraico di Gerusalemme hanno riportato alla luce la Chiesa di Nea e il Cardo Maximus nelle stesse località suggerite dalla Mappa di Madaba. Nel febbraio 2010, gli scavi hanno ulteriormente confermato la sua accuratezza, con la scoperta di una strada raffigurata nella mappa che attraversa il centro di Gerusalemme: secondo la mappa infatti, l'ingresso principale della città era attraversato da un grande cancello che si apriva su un'ampia strada centrale; questo dato riportato sul mosaico è stato confermato quando sotto la porta di Giaffa sono stati scoperti grossi masselli ad una profondità di 4 metri sotto terra, che dimostrano l'esistenza di una strada simile.
Una copia del mosaico è oggi conservata presso l'Istituto Archeologico dell'Università di Göttingen.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le acconciature e i capelli nel Medioevo

La scrittura nel medioevo

Il Letto in epoca medievale