Cronache della vita medievale a Milano nel 1200

Oggi vi raccontiamo quello che vedevano e facevano i compaesani di un erudita di Milano durante il XIII secolo.

Milano nell'età comunale (1171-blu) e signorile (1450 rosso) 

La ricca e fiorente Milano  fu tra le protagoniste della lotta tra i comuni e l'Impero. Di quel vivace comune in fase di espansione ci fornisce una descrizione, talvolta un po' di parte, Bonvesin de la Riva, erudita milanese vissuto negli anni tra il 1250 e il 1310 circa. Egli scrisse una cronaca in otto capitoli, intitolata "De Magnalibus urbis Mediolani", nella quale raccolse informazioni sulla produzione, sui commerci e sugli abitanti della città. L'opera permette al lettore moderno di cogliere il fermento e la vitalità della vita cittadina e dei suoi traffici, un po' come descrivere o fare un documentario da reporter in tivù. Attento a tutti i risvolti della vita del comune, Bonvesin omette purtroppo gli aspetti negativi della città, quali le lotte fratricide o le eresie, esaltando così esclusivamente l'aspetto borghese della vita comunale. Riportiamo quì di seguito uno stralcio di un brano nel quale Bonvesin fornisce alcuni dati statistici di notevole interesse.

"...In città vi sono dieci canoniche...Nel contado ve ne sono settanta...Vi sono poi in città fino a novantaquattro cappelle; quante siano quelle fuori città lo calcoli chi può e ne troverà più di settecento...Vi sono poi in città cenobi di monaci e otto di monache...Vi sono inoltre in città e nei sobborghi, che sono sempre sottintesi quando si parla di città, dieci ospedali per i malati poveri...Contando i preti e i chierici...più di diecimila religiosi vivono di pane ambrosiano...Quante comunque siano le bocche umane che abitano una città così grande lo calcoli chi ci riesce. Se lo saprà fare fino in fondo, arriverà....alla somma di duecentomila circa, giacché serie e accurate indagini hanno provato con certezza che nella sola città si consumano ogni giorno, in media, milleduecento moggi (un moggio è pari a 145 litri) di grano e anche più...Vi sono...centoventi giureconsulti in entrambi i diritti...i notai sono più di millecinquecento...I messi del comune, che la gente chiama servitori, sono sicuramente seicento...I periti medici...sono ventotto. I chirurghi delle diverse specialità sono più di centocinquanta...I professori di grammatica sono otto; ciascuno di essi tiene sotto la propria bacchetta una numerosa scolaresca...I maestri elementari superano il numero di settanta...I forni...sono trecento...I bottegai che  vendono al minuto un numero incredibile di mercanzie sono sicuramente più di mille. I macellai sono più di quattrocentoquaranta...I pescatori che quasi ogni giorno pescano in abbondanza nei laghi del nostro contado pesci d'ogni tipo...sono più di diciotto; quelli che pescano nei fiumi sono più di sessanta...Gli albergatori che a pagamento danno albergo a gente che viene di fuori sono circa centocinquanta...I fabbri che attaccano zoccoli di ferro ai quadrupedi sono circa ottanta; da questo si può dedurre l'abbondanza dei cavalieri e dei cavalli. Quanti siano i fabbricanti di selle, di freni, di sproni e di staffe, non sto a dirlo...

Una ristampa del libro risalente al 1921

Come potete leggere da queste uniche pagine, la città di Milano, durante il XIII secolo, era di grosse dimensioni, aveva numerose botteghe di artigiani e commercianti che lavoravano sodo, una città in forte crescita demografica e al centro di numerosi traffici commerciali.

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