Great battles of Historie medievali: La battaglia del Raxa

La battaglia del Raxa fu combattuta sul fiume omonimo (attuale Recknitz) nel 955 d.C. fra le truppe germaniche comandate da Ottone I di Sassonia e una coalizione formata da Obodriti, Veleti e altre tribù slave, comandate dai samtherrscher obodriti Stoignew e suo fratello Nakon
La battaglia si concluse con la vittoria delle truppe germaniche e l'uccisione del capo obodrita Stoignew, e costituì una tappa fondamentale nella cristianizzazione dei popoli slavi. 
 
Fiume Recknitz, teatro della battaglia

Nell'estate del 955 Ottone intervenne con il suo esercito in Baviera, che era stata invasa dai Magiari, i quali avevano posto l'assedio di Augusta. Pur numericamente superiori, i Magiari vennero pesantemente sconfitti il 10 agosto nella Battaglia di Lechfeld sul pianoro omonimo. Agli inizi del 955 il duca sassone Wichmann II il Giovane, insieme al fratello Ecberto il Guercio, da sempre oppositori di Ottone, si ribellarono contro lo zio Ermanno Billung, al tempo viceduca di Sassonia e fedele alleato di Ottone. Ai primi di marzo Wichmann e suo fratello entrarono in Sassonia, e saccheggiarono varie città dell'Angria. Fra marzo e aprile Ermanno Billung tentò di contrastare i fratelli ribelli, ma senza successo. All'indomani della notizia della schiacciante vittoria di Ottone con i magiari, gli slavi cercarono la trattativa promettendo tributi e pace, a patto che le terre invase restassero loro assegnate. Ottone non accettò la proposta, chiedendo invece il pagamento dei danni arrecati e la sottomissione. Al rifiuto di queste richieste, Ottone condusse il suo esercito a nord effettuando varie incursioni nei territori dei ribelli. Dopo una marcia di circa 300 chilometri, il 15 ottobre, ad un guado del fiume Recknitz presso la moderna città di Ribnitz-Damgarten, l'esercito germanico si trovò la strada sbarrata da un imponente esercito di Obodriti e loro alleati, guidato dai due principi fratelli Stoignew e Nakon
 
mappa del campo di battaglia
 
Ottone e i suoi comandanti capirono subito che la loro posizione era tatticamente sfavorevole rispetto a quella dei nemici, che si trovavano su un alto terrapieno, protetto ai lati dal fiume e dalle paludi. D'altra parte non potevano nemmeno aspettare troppo, in quanto erano a corto di viveri e la loro rapida avanzata li aveva portati lontani da possibili linee di rifornimento. Ottone decise pertanto di inviare il margravio Gero, con una parte del suo esercito e degli alleati Rani, qualche chilometro a monte del fiume per costruire dei ponti di barche. Quando Gero informò Ottone di aver ultimato la costruzione di tre pontoni, questi diede ordine alle sue truppe a cavallo di attraversare i ponti e attaccare gli Obodriti sul fianco. Contemporaneamente le truppe di fanteria germaniche, protette dagli arcieri, attraversarono il guado e si lanciarono in un attacco frontale. Gli Obodriti, presi a tenaglia su due lati, non ressero l'impatto e si ritirarono scompostamente. In questa ritirata il principe Obodrita Stoignew rimase ucciso.
 
Ottone I di Sassonia

Dopo la battaglia la repressione attuata da Ottone fu molto dura. Una volta conquistato l'accampamento nemico Ottone fece giustiziare 700 prigionieri; inoltre a tutti i consiglieri di Stoignew furono strappati gli occhi e la lingua, per poi essere gettati nella fossa comune con gli altri soldati uccisi. Wichmann ed Ecberto riuscirono a fuggire e si rifugiarono in Francia dal duca Ugo il Grande, ma non è noto se effettivamente parteciparono alla battaglia o se fuggirono prima. Il risultato finale di questa vittoria fu la sottomissione degli Obodriti per i 27 anni successivi e l'imposizione di una rete di fortificazioni e guarnigioni germaniche in tutti i loro territori.

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