La necropoli altomedievale nella cava

Poco fuori Cordenons, un paese in provincia di Pordenone, c'è una cava di ghiaia, quella di Villa D'Arco per la precisione. Per estrarre ulteriore materiale, periodicamente le cave vengono ampliate; e durante l'ampliamento della cava in oggetto, ecco che spunta fuori una necropoli medievale! 

Resti umani emersi dalla cava

Già la sovrintendenza del Friuli aveva ordinato la sorveglianza archeologica della cava, in quanto essa è impiantata nei pressi dei resti di un villa rustica di epoca romana. Ricordiamo che questa era una zona di passaggio molto importante in epoca tardo imperiale e medievale: non lontani da Aquileia e dalla via Postumia, è piuttosto semplice rinvenire reperti antichi scavando nel territorio.

I lavori, condotti dalla società Ghiaie Santa Fosca s.r.l., si sono svolti in coordinamento con l’archeologo Pietro Riavez della ditta ArcheoTest s.r.l., con l’affiancamento dell’antropologa Lisa De Luca, e sotto la direzione scientifica della funzionaria archeologa Serena Di Tonto per la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Dopo il rinvenimento si è deciso di proseguire l’indagine archeologica per delimitare l’area di distribuzione delle sepolture, verificando in parallelo la possibile esistenza di componenti strutturali superstiti. Si è dunque arrivati a individuare diciotto sepolture, in vari stati di conservazione, per lo più prive di corredo funerario. Le poche evidenze hanno tutta via permesso di datare, in via preliminare, le sepolture all’epoca altomedievale. Gran parte di esse infatti, risultano purtroppo sconvolte da interventi arativi fatti nei campi che esistevano prima dell'apertura della cava. I resti sono stati documentati e poi recuperati dagli archeologi operanti sul campo sotto la direzione della Soprintendenza, per poter essere conservati in strutture idonee, in modo anche da permettere la prosecuzione dei lavori all’interno della cava.

Alcuni degli elementi di corredo emersi

Le tombe sono tutte in semplice fossa in terra, alcune irregolarmente delimitate da grossi ciottoli. La maggior parte sono orientate Est-Ovest e distribuite lungo una singola fila. Altre sepolture hanno orientamento divergente e paiono distribuite in maniera casuale. Tra i pochi elementi di corredo sono stati individuati pettini in osso, fusi circolari da telaio, un orecchino in rame, assieme a occasionali frammenti di ceramica a impasto grezzo. L’analisi antropologica, ancora in corso, per il momento ha permesso di stabilire il sesso degli inumati, in massima parte donne adulte di varie età, e di individuare patologie, fratture e fenomeni di usura legati alle attività lavorative svolte. La tipologia di necropoli trovata e gli elementi di corredo permettono di sostenere un datazione, come precedentemente detto, all’epoca altomedievale: ad una prima ipotetica interpretazione, potrebbe trattarsi di una comunità di popolazione autoctona insediatasi tra le rovine della vicina villa rustica romana, dando così continuità all'insediamento umano nella zona.

Nel caso di ulteriori scoperte, vi forniremo i relativi aggiornamenti.

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