La glossa e i glossatori

La glossa è un termine che nasce nel mondo antico: esso significava la spiegazione, con parole semplici, di termini complessi. Aristotele stesso ne parla nella Poetica, uno dei suoi lavori. Se ci pensate, il termine glossario, che per l'appunto è un elenco di termini spiegati, ha come radice "glossa". Il termine attraversa intatto tutta l'antichità e arriva infine nel medioevo, evolvendosi da spiegazione di termini complessi a commento di un testo giuridico. Dato che adesso la glossa individua un'operazione molto più complessa, e che richiede più studio della precedente definizione che si usava ai tempi di Aristotele, ecco che nasce una nuova figura che sarà molto importante dal XII secolo in poi: il glossatore.

Esempio di glossa: un testo giuridico contornato da commenti

Tutto nasce da Giustiniano I: l'imperatore bizantino infatti, aveva promulgato un editto volto a vietare i commenti alle leggi emanate dall'Impero, con l'obiettivo di cancellare la sterminata folla di trattatisti, giuristi e consulenti che si era andata a creare col tempo. Altro obiettivo era rendere immutabili le sue leggi, in maniera tale da mantenerle stabili nel tempo. Peraltro, nella Novella 146, del 553, l'imperatore Giustiniano proibiva anche l'uso e lo studio del Talmud e della legge orale (deuterosis) in genere. Questo perché il mondo giuridico del Talmud è basato su discussioni serrate costruite sui testi della tradizione e sulla logica. Giustiniano si spinse poi fino a sopprimere anche la giurisdizione ebraica, che era riconosciuta come autonoma da quella romana fin dal II secolo.
Col tempo però sorse un problema: i testi di Giustiniano, redatti nel VI secolo, risultarono sempre più incomprensibili in quanto la società cambiava ed evolveva: cambiavano le persone, i linguaggi, le usanze e i costumi. Così, ad esempio, Franchi e Longobardi trovarono i codici giustinianei ostici ed incomprensibili, in quanto le loro regole erano tramandate oralmente ed erano totalmente scorrelate dal diritto romano. Questo portò alla nascita della figura del glossatore.

Mosaico di Giustiniano I

Già nel VI secolo, a Torino, troviamo il più antico esempio di glossa: infatti le Institutiones di Giustiniano venne commentato ed oggi è conosciuto come Glossa Torinese.
Fra il X e l'XI secolo, nell'allora Regno d'Italia, nella capitale Pavia per la precisione, si affermò un'importante scuola di diritto presso il palazzo reale, e diversi giudici si affermarono nell'arte della glossa: abbiamo finalmente i primi glossatori documentati della storia: Bagelardo, Balfredo, Bonfiglio e Gualcosio sono i più famosi. 
Un secolo dopo nasce invece la scuola bolognese di glossa: grazie ad Irnerio, grosso giurista che insegna nella neonata Università di Bologna, si crea una scuola di glossatori di tutto rispetto; uno dei suoi discendenti, Accursio, nel XII secolo scrivere un'opera di organizzazione e razionalizzazione dei testi glossati, chiamata Magna Glossa. Si dice che i glossatori bolognesi siano stati i migliori studiosi del Corpus iuris giustinianeo perché si relazionavano ad esso senza coscienza storica, cioè in piena obiettività e come se il tempo non fosse passato. Essi godevano di grande prestigio sociale: ne è una testimonianza la presenza, in una città senza statue, di quelle che vengono chiamate le tombe dei glossatori, in piazza Malpighi, sul retro della chiesa bolognese di San Francesco. Uno dei sepolcri appartiene ad Accursio.

Le tombe dei glossatori a piazza Malpighi

Un accenno a tali tombe e al resto della basilica di San Francesco, lo potete trovare a questo link.
Le scuole di glossatori si diffonderanno poi in Italia Centrale (pensiamo alla Toscana) e nel Sacro Romano Impero, in cui le glosse di Reichenau si dedicheranno all'interpretazione della bibbia.

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