La torre degli Asinelli

In un articolo passato accennammo a un'importante costruzione presente nella città di Bologna. La città felsinea era molto simile all'odierna San Gimignano: erano presenti una quantità ingente di altissime torri, e la più iconica e alta era indubbiamente la Torre degli Asinelli. Con i suoi 97,2 metri è il simbolo della città insieme alla vicina torre Garisenda e, per l'epoca in cui è stata costruita, possiamo tranquillamente considerarla un poderoso capolavoro dell'ingegneria medievale. Scopriamola insieme!

Dai suoi quasi 100 metri di altezza, la torre degli Asinelli domina Bologna

La torre, anche grazie alla sua sottigliezza, è veramente vertiginosa: il senso di vertigine è acuito dal fatto che essa pende sporgendo per ben 2,23 metri rispetto alla base! Questo aspetto è piuttosto peculiare nelle torri medievali: essendo spesso costruite su terreni alluvionali, esse tendevano ad assestarsi e a trovare un equilibrio rispetto ad essi, inclinandosi. La torre di Pisa è indubbiamente il caso più eclatante, ma questo vale anche per altre torri, soprattutto in quel di Bologna.
Ancora non si può dire con certezza quando e da chi fu costruita la torre degli Asinelli. Si presume che debba il proprio nome a Gherardo Asinelli, il nobile cavaliere di fazione ghibellina al quale se ne attribuisce la costruzione, iniziata secondo una consolidata tradizione l'11 ottobre 1109 e terminata dieci anni dopo, nel 1119. Una possibilità di datazione alla seconda metà dell'XI secolo viene invece offerta da una campagna a termoluminescenza condotta sui laterizi alla base dell'edificio: in questo modo la torre sarebbe stata eretta in un periodo di contrasti tra il Papato e l'Impero, con esponenti di ambedue le fazioni che si arroccavano nelle torri. Appare così altrettanto plausibile l'ipotesi che la famiglia degli Asinelli abbia semplicemente preso possesso legale della torre con il placarsi delle ostilità politiche. Per avere una buona osservazione sulla città e le campagne circostanti, la famiglia poi la innalzò di una trentina di metri. In seguito alla decadenza degli Asinelli, il comune la comprò gradualmente trasformandola dapprima in fortilizio e poi in prigione, costruendovi una passerella che la collegava con la vicina torre della Garisenda e andata distrutta con un incendio nel 1398.

Tipica veduta delle due torri

La torre è in muratura, con una fondazione composta da una base in roccia selenitica (un particolare tipo di gesso, particolarmente pesante) circondata da un portico in muratura e una base in conglomerato. La struttura della torre si compone da una parte fatta di pareti in muratura a sacco a tre strati, con mattoni in corrispondenza dei paramenti e un riempimento nella parte interna fatto di residui di mattoni, pietre e malta; e una seconda parte costituita da pareti di muratura piena. La struttura è dotata di una serie di rinforzi metallici realizzati in due momenti diversi: 1706 e 1913.
La struttura all'interno è vuota, consentendo lo spazio per l'alloggiamento delle scale in legno.

La tromba delle scale all'interno della torre

La salita è faticosa, le scale infatti sono composte da 498 gradini, ma il panorama dalla vetta è incommensurabile; Goethe, il celebre poeta tedesco, così infatti descriverà la sua esperienza nell'alta torre medievale: 

"Sul far della sera, mi sono finalmente appartato da questa antica città veneranda e dotta, da tutta quella folla che, sotto tutti i suoi portici sparsi per quasi tutte le vie, può andare e venire, al riparo dal sole e dalla pioggia, e baloccarsi, e fare acquisti e attendere ai fatti suoi. Sono salito sulla torre a consolarmi all'aria aperta. Veduta splendida! A Nord si scorgono i colli di Padova, quindi le Alpi svizzere, tirolesi e friulane, tutta la catena settentrionale, ancora nella nebbia. A occidente un orizzonte sconfinato, nel quale emergono solo le torri del Modenese. A oriente, una pianura sconfinata fino all'Adriatico, visibile al sorgere del sole. Verso sud i primi colli dell'Appennino, coltivati e lussureggianti fino alla cima, popolati di chiese, di palazzi e di ville, come i colli del Vicentino. Era un cielo purissimo; non la più piccola nuvola; solo all'orizzonte una specie di nebbione secco."

Effettivamente è vero: nelle giornate più limpide è possibile ammirare dalla vetta della torre l'arco alpino che borda il lato opposto della pianura Padana. Solo questo vale il biglietto per l'accesso e la salita, che ha comunque un costo contenuto.
La torre degli Asinelli è la testimonianza di come un millennio fa gli uomini sono riusciti a costruire un autentico miracolo dell'ingegneria. Solo per questo merita una visita, per pensare e ricordare di come, in una manciata di anni, senza l'ausilio di computer o di altre tecnologie particolarmente avanzate, l'essere umano sia stato in grado di sfiorare il cielo col solo uso del suo ingegno.

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