Great battles of Historie Medievali: l'assedio di Tiro

L'assedio di Tiro, avvenuto nel 1124, fu combattuto dalla Repubblica di Venezia, alleata del Regno di Gerusalemme e dal sultanato di Tiro, sostenuto dall'emirato di Damasco, dal Califfato di Baghdad e da quello d'Egitto
Le forze cristiane si presentarono davanti alle fortificazioni della città nel maggio del 1124, trovando Tiro difesa da una possente cinta muraria e dotata di un porto ampio e sicuro, protetto da due cordoni sabbiosi.
Mentre i franchi stringevano l'assedio da terra con la costruzione di un'alta torre d'assedio e di altre macchine, i Veneziani provvidero a bloccare ed occupare il porto con la loro flotta. 
 
Lo stemma araldico di Domenico Michiel, Doge di Venezia
 

All'arrivo dei rinforzi inviati dal Conte di Tripoli, i vicini saraceni di Ascalona tentarono di alleggerire la pressione su Tiro con un attacco diretto su Gerusalemme, ma vennero respinti. Poco dopo giunse la notizia dell'arrivo di un potente esercito inviato da Damasco, mentre già si diffondeva la voce dell'arrivo anche di una grande armata dall'Egitto.
Poiché tra i crociati si stava diffondendo la voce che il contingente veneziano sbarcato a terra fosse pronto a cercare riparo sulle navi, il doge ordinò di disarmare le galee, facendo trasportare al campo cristiano le vele e i remi delle proprie navi. Ritrovata con tale gesto la fiducia degli alleati, il Doge lasciò un contingente al comando del Conte di Tripoli a tenere l'assedio della città e ad affrontare i Damasceni, mentre lui con la flotta, prontamente riarmata, mosse contro gli Egiziani. 
Lo scontro con Damasco non avvenne, poiché i saraceni avevano deciso di ritirarsi, mentre anche la flotta veneziana, pur spingendosi sino ad Alessandria d'Egitto, non trovò traccia di navi o eserciti egiziani. Lo scontro avvenne invece a Tiro, dove una sortita degli assediati aveva gravemente danneggiato le macchine ossidionali, costringendo i cristiani a chiamare un certo Nanedico, esperto architetto armeno, per costruirne di nuove. 
 
Il Regno di Gerusalemme e gli Stati Crociati poco dopo la conquista di Tiro


Tornato a Tiro, frattanto, il Michiel si trovò privo d'oro con cui pagare lo stipendio alle truppe e ai galeotti escogitando la soluzione di produrre delle monete di cuoio da convertire poi in soldi sonanti al rientro a Venezia
Il sultano Baldac tentò allora una nuova manovra, stavolta contro Gerapoli, ma venne battuto da Joscelin de Courtenay, conte di Edessa, fuggito dalla prigionia saracena. L'ultima speranza per i Tirii era nel soccorso del sultano di Damasco, ma il messaggio con cui egli annunciava il suo prossimo arrivo venne intercettato dai cristiani e sostituito con uno in cui si annunciava l'abbandono di Tiro al proprio destino: la città, disperata, si arrese.
Tiro cadde il 30 luglio 1124, dopo tre mesi d'assedio. Agli abitanti fu permesso di abbandonare la città coi propri averi, scontentando non poco i soldati crociati, che si aspettavano invece il saccheggio. Il giorno della vittoria fu dichiarato di festa per il Regno di Gerusalemme.

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