Le vette dell'arte medievale: la Deposizione dalla Croce

Se vi trovaste a passare per Parma, andate ad ammirare l'imponente cattedrale medievale ed entrateci per contemplarne la bellezza. Se siete davvero appassionati di medioevo, dirigetevi verso il transetto destro e cercate una lastra di marmo di poco più di un metro di larghezza per 23 centimetri d'altezza, perché per quella lastra di marmo scolpita passa una delle pietre miliari della storia dell'arte medievale. Infatti siete dinnanzi a un capolavoro importantissimo: la deposizione dalla croce di Benedetto Antelami.

La deposizione dalla croce

Capolavoro della scultura romanica, è una delle prime opere che comincia a distaccarsi dalle forme severe scolpite fino ad allora per far assumere alle figure scolpite pose più naturali. Se osservate con attenzione, potrete ricavare diverse indicazioni. La prima cosa che vi salterà all'occhio sarà una fascia con una scritta posta immediatamente al di sopra del braccio orizzontale della croce, e separata a metà dal palo verticale della croce stessa, che si trova esattamente al centro della lastra dividendola idealmente in due. La scritta da un lato recita: "ANNO MILLENO CENTENO SEPTVAGENO / OCTAVO SCVLTOR PAT(RA)VIT M(EN)SE SE(C)V(N)DO", mentre dall'altro lato della croce vi è scritto: "ANTELAMI DICTVS SCVLPTOR FVIT HIC BENEDICTVS". Che tradotto significa: "Nell'anno 1178 (mese di aprile) uno scultore realizzò (quest'opera); questo scultore fu Benedetto detto Antelami".
Dato che nel 1178 il primo mese dell'anno era marzo, è molto probabile che la scultura venne terminata nel corso della settimana santa.
La scena ha una cornice composta di viticci ed è inframmezzata dalla croce che funge da asse di simmetria. Sono evidenti tutti gli elementi dell'iconografia tipica della deposizione, come i soldati che maneggiano la veste di Cristo, o la presenza delle tre Marie. All'interno delle due ghirlande laterali invece, possiamo notare la presenza di due elementi classici come il Sole e la Luna.

Dettaglio del Cristo che viene deposto

Cristo morto viene sorretto da Giuseppe d'Arimatea, mentre il braccio è sorretto dalla madre e dall'arcangelo Gabriele (in alto a sinistra nella foto), in una scena molto dolce e al contempo straziante. Fra Maria e l'arcangelo Gabriele vi è una figura rappresentante l'ecclesia, con in mano il calice contenente il sangue di Cristo, vincente grazie al sacrificio di Cristo stesso sulla croce e che sorregge un vessillo con quel simbolo impresso. Dietro queste figure troviamo l'apostolo Giovanni e le tre Marie, testimoni della futura resurrezione.
Ora fate attenzione al legno della croce: oltre ad apprezzare i disegni tipici del tronco, potrete notare dei mozziconi di rami spezzati, che fanno pensare che la croce sia stata ottenuto da un fusto verdeggiante. L'obiettivo dell'Antelami era quello di rappresentare un albero vivo, in quanto quel tronco fa parte dell'albero della vita, elemento essenziale della simbologia cristiana. Lungo il braccio orizzontale invece, potrete leggere il cartello che i romani affissero sulla croce di Gesù: "IESUS NAZARENUS REX IUDEORUM", e cioè "Gesù Nazareno, Re dei Giudei".
Nicodemo, sulla scala, è intento a togliere i chiodi dai palmi delle mani di Gesù: la sua inclinazione, opposta a quella di Cristo, serve a bilanciarne la figura e a dare ulteriori elementi di simmetria al bassorilievo.

Dettaglio della parte destra del bassorilievo

A destra del bassorilievo potremo vedere la personificazione della sinagoga ebraica, e in alto l'arcangelo Raffaele, speculare a Gabriele, che le fa chinare il capo in segno di sconfitta. Sullo sfondo potrete notare il suo stendardo spezzato e rovesciato e una scritta che parla da sola: SINAGOGA DEPONITUR. Il messaggio è chiaro: vince la comunità cristiana, perde quella ebrea che ha fatto crocefiggere il messia. Altro dettaglio interessante è vedere gli occhi chiusi della sinagoga, perché non vede e non crede. Di fianco alla sinagoga notiamo il centurione romano che esclama che costui era davvero il figlio di Dio: la frase latina corrispondente la troverete sopra il braccio dell'arcangelo Raffaele (VERE ISTE FILIUS DEI ERAT). La presenza di un copricapo ebreo ha fatto pensare agli storici dell'arte che si trattasse della raffigurazione di Longino, il soldato romano che si è poi convertito. Di lato ancora, due uomini si giocano la veste di Cristo.
Quindi la specularità e le simmetrie di questo gruppo scultoreo sono totali: dal punto di vista visivo (le figure opposte e speculari, sole a sinistra, luna a destra) e dal punto di vista morale (bene a sinistra, male a destra).
La complessità grafica, la plasticità delle figure e la loro naturalezza, rappresentano un'innovazione incredibile per il mondo medievale. Benedetto Antelami verrà infatti ricordato e riconosciuto come uno dei più eminenti scultori del XII secolo, e a Parma potrete ammirare uno dei suoi più importanti capolavori.

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