"Tagliare la testa al toro": le origini medievali del modo di dire

Tutti noi sappiamo che "tagliare la testa al toro" significa risolvere definitivamente una questione che si protrae da tempo anche a scapito o a danno di qualcosa o qualcuno. Ma forse, non tutti sanno da dove trae origine questo detto, tutto veneziano. 
Dunque, come nasce l’espressione “tagliare la testa al toro”? Tutto ebbe inizio nel 1162, quando il patriarca di Aquileia, Ulrico di Treven mosse alla conquista di Grado, allora sotto l’egida di Venezia. Il Doge di Venezia reagì duramente sbaragliando l’esercito di Aquileia e facendo vari prigionieri tra i quali 12 prelati, 12 alleati e lo stesso Ulrico
Venezia accettò, poi, di liberare Ulrico solo dopo il pagamento di un ingente riscatto: 12 pani per i prelati, 12 maiali per gli alleati e un toro per il Patriarca. 
 
Miniatura Raffigurante Ulrico di Treven
 
I pani vennero distribuiti alla popolazione, la carne dei maiali venne distribuita tra i Senatori e il toro, che simboleggiava il Patriarca, fu ucciso nella pubblica Piazza, tagliandogli la testa. Così, la decapitazione dell'animale pose fine alla diatriba tra i contendenti e assunse il significato odierno di risolvere definitivamente una controversia che si trascina nel tempo.
Per umiliare ulteriormente gli invasori sconfittii, si stabilì inoltre che ogni anno un toro, 12 maiali e 12 pani dovessero essere mandati a Palazzo Ducale dove si celebrava una festa in cui gli animali, simbolo dei vinti, venivano giustiziati. 
Il popolo in massa seguiva con applausi e grida di eccitazione il macabro rituale. 
La tradizione perdurò per secoli fino a quando, nel 1523, il doge Andrea Gritti abolì l’uccisione dei maiali, mantenendo solo la tradizione del “Taglio della testa del toro” e portando a tre il numero dei tori da sacrificare.
 
Miniatura di una battuta di caccia al toro

Poi, nel 1802, si pose fine anche a questo rituale; infatti, in quell'anno, l’ultimo toro decapitato in piazza San Marco, anche se nei sobborghi si è continuato a farlo fino agli anni ’50 dell’800. Oggi anche se il simbolo di Venezia resta il leone alato, il toro è uno delle immagini del suo carnevale, quando infatti, il Giovedì grasso, si perpetua ancora il rituale della decapitazione di un toro di cartapesta e stoffa.

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