La prostituzione nel medioevo

La prostituzione, spesso considerata un tabù, è un fenomeno che ha attraversato le epoche e le culture. Nel Medioevo, periodo storico caratterizzato da forti contraddizioni e da una rigida struttura sociale, questa pratica assumeva connotazioni peculiari.
La prostituzione non era certo un'invenzione del Medioevo. Tracce di questa attività si ritrovano in diverse civiltà antiche. Tuttavia, è proprio nel corso di questo lungo periodo storico che la prostituzione si istituzionalizza e si integra profondamente nella società.

Prostitute in un bagno pubblico

Le ragioni che spingevano le donne a prostituirsi erano molteplici e spesso legate a condizioni di estrema precarietà. In primis la povertà: infatti la mancanza di risorse economiche era una delle cause principali. Molte donne, soprattutto quelle provenienti dalle campagne, erano costrette a vendere il proprio corpo per sopravvivere.
Inoltre l'assenza di una dote poteva rappresentare un'ulteriore causa: nel Medioevo, la dote era un requisito fondamentale per il matrimonio. Le donne senza dote avevano scarse possibilità di trovare un marito e venivano spesso spinte verso la prostituzione.
Molte donne poi erano sfruttate venendo reclutate con l'inganno o costrette alla prostituzione da lenoni e prosseneti.
Infine vi era la schiavitù sessuale che era una pratica diffusa, soprattutto nelle aree sotto il dominio arabo.
La prostituzione si svolgeva in diversi contesti, quali i bordelli, luoghi regolamentati dalle autorità e soggetti a tassazione che si diffusero nel basso medioevo; ovviamente anche le strade: molte prostitute esercitavano il loro mestiere per strada, spesso in zone periferiche delle città.
Inoltre questo mestiere veniva esercitato in locande e taverne, luoghi erano frequentati da viaggiatori e mercanti, che potevano trovare facilmente compagnie.
Infine i bagni pubblici, luoghi di ritrovo e di piacere, dove si offrivano anche servizi sessuali.

Un ospite viene ricevuto in un bordello

La Chiesa chiaramente condannava la prostituzione, considerandola un peccato. Tuttavia, la realtà era più complessa. Da un lato, la Chiesa predicava la castità e la purezza, dall'altro tollerava la prostituzione come un "male minore", necessario per contenere la sessualità maschile.
La prostituzione era un fenomeno invece socialmente accettato, seppur guardato con diffidenza. Le prostitute erano spesso stigmatizzate e considerate delle peccatrici. Tuttavia, svolgevano un ruolo importante nella società, soddisfacendo bisogni sessuali che non potevano essere soddisfatti all'interno del matrimonio.
Questo mestiere portava ovviamente a diverse conseguenze, sia per le donne coinvolte che per la società nel suo complesso: prima di tutto le malattie (le prostitute erano esposte a un alto rischio di contrarre malattie veneree, che si diffondevano rapidamente nella popolazione); poi la violenza, sia fisica che psicologica. Infine la stigmatizzazione: le donne che si prostituivano infatti, erano emarginate dalla società e avevano difficoltà a riscattarsi.

Una prostituta accoglie un cliente

La prostituzione nel Medioevo era un fenomeno complesso e multiforme, influenzato da fattori economici, sociali e culturali. Le donne che si prostituivano erano spesso vittime di circostanze avverse e subivano discriminazioni e violenze. Tuttavia, come abbiamo accennato prima, svolgevano anche un ruolo sociale, visto che rappresentavano l'unico modo per soddisfare determinati bisogni al di fuori del matrimonio.

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