Le vette dell'arte medievale: la Cappella Brancacci
In passato abbiamo parlato di Masaccio (vi lasciamo l'articolo a questo link). Uno dei suoi grandi capolavori, uno di quelli che ha segnato la fine dell'arte medievale e l'inizio di quella rinascimentale, lo abbiamo agli albori del XV secolo. Realizzata per la famiglia Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze, ecco a voi un autentico apice della storia dell'arte a cavallo fra medioevo e rinascimento: Cappella Brancacci.
Turisti ammirano estasiati la cappella Brancacci |
Siamo negli anni 20 del 1400, e la famiglia Brancacci, proprietaria di una cappella in Santa Maria del Carmine a Firenze, commissionò alla bottega di Masolino, uno degli artisti più in voga alla fine medioevo, la decorazione di un ciclo di affreschi sulle storie di San Pietro.
Per via di impegni esteri di Masolino, il cantiere della cappella passò sotto la direzione del suo aiutante Masaccio, che ci lavorò dal 1425 fino alla sua morte, avvenuta nel 1428, lasciando l'opera incompleta. Sarà solo nel 1436 che un altro gigante della pittura fiorentina, Filippino Lippi, terminerà le decorazioni della cappella.
Le scene dipinte nella cappella partono dal peccato originale e terminano con la vita di San Pietro, mostrando un arco di tempo che parte dall'Antico Testamento e arriva fino al Nuovo. Non mancano elementi politici: si ritiene infatti che alcune scene ritratte (Pagamento del tributo e Distribuzione delle elemosine e morte di Anania) siano addirittura una protesta contro l'introduzione di un sistema di tassazione basato sul catasto.
Il pagamento del tributo |
La cappella è divisa in due cicli di affreschi sormontati da quelli presenti nelle lunette. Una delle scene più famose è la Tentazione di Adamo ed Eva ad opera del serpente, presente all'ingresso della cappella stessa, scena aulica impostata su uno stile tardo gotico tipico dei dipinti realizzati nelle corti del XIV e XV secolo. Sul lato opposto invece abbiamo, come contraltare, la Cacciata dal Paradiso Terrestre: questa è una vera e propria frattura rispetto allo stile tardogotico, infatti l'opera è caratterizzata dall'assenza di compostezza dei personaggi, una forte plasticità dei corpi e un sapiente uso delle ombre che accentua la loro espressività. Possiamo star certi che questa scena deve aver colpito molto chi all'epoca vide l'opera per la prima volta.
Cacciata dal Paradiso Terrestre |
Il Pagamento del Tributo, di cui abbiamo accennato prima, è un altro capolavoro del Masaccio. Le trame prospettiche forniscono una forte profondità e tridimensionalità dell'opera; sotto questo punto di vista Masaccio è stato un grande maestro della prospettiva, ed uno degli artisti che ha cambiato per sempre, sotto questo aspetto, l'arte figurativa. La scena è composta in tre tempi, però messi insieme in un unico spazio scenico, entro il medesimo paesaggio.
Nel San Pietro in Cattedra invece, possiamo trovare l'autoritratto di Masaccio, Brunelleschi, Giovan Battista Alberti e Masolino. Qui abbiamo un Masaccio maturo, la cui tecnica svetta in San Pietro che sta pregando.
San Pietro in cattedra |
San Pietro che risana gli infermi con la sua ombra è un'altra delle scene che spicca nella cappella. Innovativo in questo caso è il particolareggiato panorama urbano e il protagonista della scena che si muove in direzione dell'osservatore.
San Pietro che guarisce gli infermi con la sua ombra |
Tutte le scene di cui abbiamo parlato dovevano convergere in un affresco centrale, al centro delle linee prospettiche dipinte e tracciate in tutte le altre scene, e che doveva rappresentare la crocifissione di Pietro, purtroppo andato perduto. Si ritiene che il volto di San Pietro crocefisso sarebbe dovuto essere il punto di fuga delle prospettive di tutti gli affreschi della cappella. Attualmente è presente, al posto di tale scena, una pala in legno raffigurante una Madonna con Bambino.
Cappella Brancacci di fronte: si possono notare le linee prospettiche che convergono dove ora è presente la pala in legno raffigurante la Madonna con Bambino |
Masaccio, in quest'opera, applica idee che saranno alla base della grande rivoluzione rinascimentale che sarebbe cominciata di lì a breve. Usa la luce per scolpire le figure, fa un grande e sapiente uso della prospettiva per dare tridimensionalità e verosimiglianza alle scene; c'è anche chi si spingerà a dire che questa cappella è "una delle conquiste più esaltanti della civiltà figurativa dell'Occidente" (Mario Carniani nella sua Guida alla Cappella Brancacci). Spazialità architettata secondo le regole della prospettiva coerente, realismo severo delle figure impregnate di profondità psicologica e vigore morale, ricchezza plastica e classicheggiante ma al tempo stesso libera e espressiva, fanno di Cappella Brancacci un luogo imperdibile della storia dell'arte. Sicuramente una tappa da non mancare per chiunque sia interessato al passaggio della pittura italiana dal medioevo al rinascimento.
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