Historie Medievali the life of: Giovanni di Salisbury
Immaginiamo un'epoca fervente di cambiamenti, un Medioevo in piena trasformazione, con le nascenti università che pulsano di nuove idee e il potere politico ed ecclesiastico in costante dialettica. In questo contesto vibrante emerge la figura poliedrica di Giovanni, un uomo immerso nelle dinamiche del suo tempo, ma con uno sguardo acuto e una penna prolifica capace di spaziare dalla filosofia politica alla logica, dalla storia all'etica.
| Giovanni di Salisbury insegna filosofia, miniatura dal Policraticus |
Nato a Salisbury, in Inghilterra, intorno al 1115, Giovanni intraprese un percorso intellettuale che lo portò a studiare a Parigi, il cuore pulsante della cultura europea dell'epoca, sotto la guida di maestri illustri come Pietro Abelardo e Teodorico di Chartres. Questa formazione eclettica forgiò in lui una mente curiosa e un approccio al sapere che non conosceva rigidi confini disciplinari. Lo studio dei classici, in particolare Cicerone, Seneca e Quintiliano, lasciò un'impronta indelebile sul suo pensiero e sul suo stile di scrittura, elegante e arguto.
La sua carriera lo vide al servizio di figure di spicco del clero inglese, tra cui gli arcivescovi di Canterbury Teobaldo e Tommaso Becket. Questa vicinanza al potere ecclesiastico gli offrì un osservatorio privilegiato sulle dinamiche politiche e sociali del suo tempo, fornendogli materiale di prima mano per le sue riflessioni. Fu proprio al servizio di Teobaldo che Giovanni scrisse la sua opera più celebre, il Policraticus, un trattato enciclopedico che spaziava dalla filosofia politica all'etica, dalla satira dei costumi alla riflessione sulla buona governance.
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| Traduzione francese del Policraticus realizzata da Dennis Foulechat in un manoscritto del XIV secolo |
Il Policraticus non è semplicemente un manuale di politica, ma un affresco vivido della società del XII secolo, con le sue virtù e le sue debolezze. Giovanni vi espone una teoria organica dello Stato, paragonando il corpo politico a un corpo umano, con il principe che ne rappresenta la testa, il clero l'anima, i soldati le mani e i contadini i piedi. Questa metafora, potente e suggestiva, sottolinea l'interdipendenza delle diverse parti della società e la necessità di un governo giusto e armonioso.
Un aspetto particolarmente innovativo del pensiero di Giovanni è la sua riflessione sul tirannicidio. Nel Policraticus, egli si spinge a teorizzare la legittimità dell'uccisione del tiranno in determinate circostanze, un'idea audace per l'epoca e che suscitò non poche controversie. Questa posizione, maturata in un contesto di crescente tensione tra potere temporale e spirituale, riflette la sua concezione di un governo vincolato dalla legge divina e naturale, e dalla necessità di resistere a chiunque agisca in modo oppressivo e ingiusto.
Oltre al Policraticus, Giovanni di Salisbury ci ha lasciato altre opere importanti, come il Metalogicon, un'acuta difesa delle arti liberali e del valore della logica e del ragionamento nel processo educativo, e la Historia Pontificalis, una preziosa cronaca degli eventi del suo tempo, vista attraverso la lente delle sue esperienze personali e delle sue relazioni con le figure chiave della Chiesa.
| Una pagina del Metalogicon |
La sua prosa elegante e colta, intrisa di riferimenti classici e di acute osservazioni sulla natura umana, rende la lettura delle sue opere ancora oggi stimolante e illuminante. Giovanni di Salisbury non fu solo un intellettuale teorico, ma un uomo profondamente coinvolto nelle vicende del suo tempo, un testimone privilegiato di un'epoca di grandi cambiamenti e un pensatore che seppe interrogare con lucidità le questioni fondamentali del potere, della giustizia e della conoscenza. La sua eredità, sebbene meno appariscente di quella di altri giganti del pensiero medievale, rimane un prezioso contributo alla storia della filosofia politica e della cultura europea.
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