Great battles of Historie Medievali: la battaglia di Anzen
La battaglia di Anzen, un evento spesso relegato nelle note a piè di pagina della grande storia, rappresenta in realtà un capitolo fondamentale per comprendere le dinamiche di potere nel Vicino Oriente durante il IX secolo. Questo scontro, che vide contrapposti l'Impero bizantino e il Califfato abbaside, fu molto più di una semplice scaramuccia di confine. Si trattò, piuttosto, di un confronto decisivo che ebbe profonde ripercussioni sul rapporto di forze tra le due superpotenze dell'epoca, influenzando le successive strategie militari e diplomatiche. La piana di Anzen, situata in un'area strategica dell'Anatolia orientale, divenne così il teatro di un conflitto che per un breve, ma intenso, momento, decise il destino di vasti territori.
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| Mappa delle campagne di bizantini e arabi negli anni 837-838 |
Le tensioni tra Bizantini e Arabi non erano certo una novità; da secoli le due civiltà si contendevano il controllo di regioni di confine, scambiandosi incursioni e cercando di guadagnare un vantaggio strategico. Tuttavia, la battaglia di Anzen si colloca in un contesto particolare, caratterizzato da una relativa ripresa del potere bizantino sotto la guida di un imperatore ambizioso, Teofilo, e da una fase di consolidamento interno per il Califfato. Il Califfato, guidato da un condottiero di grande esperienza e carisma, il generale Afshin, cercava di arginare l'avanzata bizantina e di riaffermare la propria superiorità militare. La spedizione abbaside verso l'Anatolia non era un'azione impulsiva, ma il frutto di una pianificazione meticolosa, volta a infliggere un colpo mortale alle forze bizantine e a conquistare città e fortezze strategicamente vitali.
Le armate si incontrarono ad Anzen, il 22 luglio 838, e la superiorità numerica e la determinazione dell'esercito arabo apparvero evidenti fin dall'inizio. L'esercito bizantino, sebbene fosse composto da soldati ben addestrati e da un contingente d'élite, si trovò di fronte a una forza schiacciante. Il comandante abbaside, esperto nella guerra di movimento e nelle tattiche di accerchiamento, seppe sfruttare al meglio il terreno e le proprie risorse. La battaglia si aprì con una serie di manovre che miravano a disorganizzare le formazioni bizantine e a creare un varco nelle loro difese. L'impatto fu devastante; l'esercito bizantino, pur resistendo con ferocia, fu costretto a cedere terreno sotto la pressione implacabile delle cariche arabe.
Le armate si incontrarono ad Anzen, il 22 luglio 838, e la superiorità numerica e la determinazione dell'esercito arabo apparvero evidenti fin dall'inizio. L'esercito bizantino, sebbene fosse composto da soldati ben addestrati e da un contingente d'élite, si trovò di fronte a una forza schiacciante. Il comandante abbaside, esperto nella guerra di movimento e nelle tattiche di accerchiamento, seppe sfruttare al meglio il terreno e le proprie risorse. La battaglia si aprì con una serie di manovre che miravano a disorganizzare le formazioni bizantine e a creare un varco nelle loro difese. L'impatto fu devastante; l'esercito bizantino, pur resistendo con ferocia, fu costretto a cedere terreno sotto la pressione implacabile delle cariche arabe.
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| Teofilo ed i suoi uomini si ritirano verso una montagna, miniatura |
Nonostante il valore mostrato dai soldati bizantini, la battaglia si concluse con una vittoria schiacciante per le forze abbasidi. Le perdite bizantine furono ingenti e il disastro militare segnò un momento di grave crisi per l'Impero. La sconfitta di Anzen ebbe un impatto immediato e duraturo. Il Califfato, forte del suo trionfo, intensificò le incursioni in Anatolia, saccheggiando e conquistando importanti città e minacciando l'autorità imperiale. L'Impero bizantino, dal canto suo, fu costretto a rivedere la sua strategia difensiva e a concentrare i suoi sforzi sulla protezione del cuore dell'impero, rinunciando, almeno temporaneamente, alle sue ambizioni offensive in Oriente. Anzen, dunque, non fu solo una battaglia persa, ma un punto di svolta che ridefinì i confini del potere e che continuò a influenzare il corso delle relazioni tra Bisanzio e il mondo arabo per molti anni a venire.


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