L'Origine dei Vichinghi, parte 3

Oggi ritorniamo a parlare dei Vichinghi.
Come descritto nei due articoli precedenti, L'Origine dei Vichinghi parte 1 e L'Origine dei Vichinghi parte 2 , i vichinghi erano abili marinai; i cronisti narrano che "essi abitavano sui mari e vivevano sulle navi", mentre i loro capi erano spesso chiamati re del mare. Un'usanza vichinga era quella di coprire le prue delle loro navi con simulacri di teste di drago o di serpente per allontanare gli spiriti maligni abitanti i mari. L'iconografia popolare che rappresenta delle grandi navi con teste di drago è sicuramente fuorviante. La maggior parte delle imbarcazioni dei vichinghi era di dimensioni piuttosto contenute per poter navigare in baie poco profonde e nei fiumi. Quando se ne presentava l'occasione, esse potevano anche essere trasportate da una distesa d'acqua a un'altra sulle spalle dei rematori. Fino al VIII secolo le navi vichinghe furono esclusivamente a remi, in seguilo esse vennero dotate di un albero al quale era attaccata una vela quadrata.

Nave vichinga nel museo di Oslo

Il fasciame era costruito con file di tavole sovrapposte, in modo che ogni fila di assi coprisse quella sottostante. Per gli attacchi venivano usate generalmente navi lunghe, mentre per i traffici commerciali erano utilizzate le Knarrs, imbarcazioni più corte dotate di una carena interna larga e profonda, nella quale si potevano stivare grandi quantità di merce. Dal momento che la bussola non era ancora in uso nell'Europa occidentale, molti studiosi hanno ipotizzato che, per orientarsi, essi si basassero solo sulla loro abilità e sul loro intuito; ma ultimamente è emersa l'ipotesi che, per identificare il nord, essi si servissero di magnetite e di semplici bussole solari. Le navi non erano considerate esclusivamente un mezzo di trasporto: molto spesso esse venivano tramutate in pire sulle quali veniva fatta ardere la salma del proprietario. A volte le imbarcazioni venivano addirittura sepolte con il defunto: recenti ritrovamenti di tumuli sepolcrali ne hanno portato alla luce alcune di grande splendore e perfezione tecnica.

Tumuli scandinavi con rune incise (Danimarca)

L'uso delle navi e l'inizio dell'espansione vichinga portò, a partire dalla fine dell'VIII secolo, l'affermarsi del commercio come attività principale di questo popolo, che si dimostrò abile e versatile, al punto di riuscire ad aprire nuove vie commerciali anche attraverso la Russia. In questo periodo sorsero, nell'Europa settentrionale e nord-orientale, le prime città sedi di importanti mercati e crocevia di innumerevoli commerci. Tra i centri più famosi vanno ricordati Birka (a ovest di Stoccolma), Ribe (nella parte occidentale della penisola dello Jutland), Hedeby (a sud dell'odierna città tedesca di Schleswig) e Starja Ladoga (attuale) in Russia.
Scavi recenti hanno portato alla luce un'enorme quantità di oggetti d'uso quotidiano e di scambio: gioielli in oro, ambra, vetro colorato, utensili in ferro, bronzo, ossa. Gli scavi del 1990 condotti nella zona di Birka hanno permesso agli archeologi di ricostruire gli usi e costumi dei vichinghi di 1000 anni fa. La città venuta alla luce, era divisa in lotti di terra fiancheggiati da fossati. Infatti su ogni lotto trovavano posto uno o due casette di legno di circa 5x8 m e diversi magazzini. Le case possedevano un intelaiatura in legno e mura in graticcio ricoperto di argilla, mentre i tetti erano in legno o in paglia. Si è calcolato che queste case avessero una durata media di 30 anni. Gli arredi consistevano esclusivamente in panche di legno appoggiate lungo le pareti, che venivano utilizzate sia come sedili che come letti. Al centro della stanza si trovava un focolare che serviva per fornire luce e calore per cucinare i cibi (generalmente carni stufate). Molti abitanti di Birka erano abili orafi o conciatori di pellami, altri invece erano mercanti, come dimostra la grande quantità di monete arabe e verghe d'argento ritrovate durante gli scavi.

Ricostruzione di una casa Vichinga

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