I Longobardi, un popolo che cambiò l'Italia

I Longobardi furono un popolo che, secondo le testimonianze archeologiche e storiche, ebbe una prima comparsa nel I secolo a.C.,  grazie ad alcune tracce rinvenute nelle lande fredde della Scandinavia. I popoli di quelle terre sembrano avere similitudini sia nella mitologia e che nel diritto.

Questo popolo germanico raggiunse il suo massimo splendore tra il II e il VI  secolo quando si ebbe una grande migrazione che lo portò dal basso corso dell'Elba (fiume) fino all'Italia. Il movimento migratorio ebbe inizio nel II secolo circa, ma soltanto nel IV l'intero popolo avrebbe lasciato il basso Elba. Pertanto i primi flussi migratori resero possibile la totale migrazione in cerca di una nuova terra.
La migrazione avvenne risalendo il corso del fiume, da cui i Longobardi approdarono prima al medio corso del Danubio (fine V secolo), poi in Pannonia (VI secolo), dove consolidarono le proprie strutture politiche e sociali. Si convertirono solo parzialmente al cristianesimo ariano e inglobarono elementi etnici di varia origine, prettamente germanici per la maggior parte.

Nobile Longobardo

Dopo una veloce descrizione della migrazione e dello stanziamento in Pannonia, con la Guerra Gotica (535-553 d.C.) nei confronti dei Bizantini, i Longobardi irruppero in Italia, trovandosi divisi tra questi e i Bizantini, secondo confini che nel corso del tempo subirono notevoli oscillazioni. I nuovi venuti si ripartirono tra l'Italia settentrionale, il Ducato di Tuscia ed i ducati di Spoleto e Benevento, nell'Italia centro-meridionale; mentre la terra rimasta sotto controllo bizantino ("Romània") aveva come fulcro l'Esarcato di Ravenna. Dopo il Ducato del Friuli, creato nel 569 da Alboino, altri ducati furono creati nelle principali città del Regno longobardo: la soluzione fu dettata da esigenze in primo luogo militari (i duchi erano prima di tutto comandanti), gettando però il seme della strutturale debolezza del potere regio longobardo. Nel 572, dopo la capitolazione di Pavia e la sua elevazione a capitale del regno, Alboino cadde vittima di una congiura ordita a Verona dalla moglie Rosmunda e da alcuni guerrieri.

Rachis in una miniatura medievale

Più tardi, nello stesso anno, i duchi acclamarono re Clefi. Il nuovo sovrano estese i confini del regno, completando la conquista della Tuscia, e tentò di continuare, coerentemente la politica di Alboino, eliminando l'antica aristocrazia latina per acquisirne terre e patrimoni. Clefi fu ucciso, forse su istigazione dei Bizantini, nel 574; i duchi non nominarono un altro re e per un decennio regnarono da sovrani assoluti nei rispettivi ducati (Periodo dei Duchi). Nel 584 i duchi, davanti alla chiara necessità di una forte monarchia centralizzata, per far fronte alla pressione dei Franchi e dei Bizantini, incoronarono re Autari e gli consegnarono metà dei loro beni. Autari riorganizzò i Longobardi e il loro insediamento in forma stabile in Italia e assunse il titolo di Flavio, con il quale intendeva proclamarsi anche protettore di tutti i romani. Nel 585 respinse, nell'attuale Piemonte, i Franchi e indusse i Bizantini a chiedere, per la prima volta, una tregua.
Autari morì in quello stesso 590 e a succedergli fu chiamato il duca di Torino, Agilulfo che sposò Teodolinda garantendo i confini del regno, attraverso trattati di pace con Franchi e Avari; le tregue con i Bizantini, invece, furono sistematicamente violate e il decennio fino al 603 fu segnato da una marcata ripresa dell'avanzata longobarda.

Teodolinda - Affresco del 1444
Dal 616 sino al 770 vi fu un periodo di forte transizione politico militare, con numerose successioni al trono e scontri armati con Bizantini, Franchi e loro alleati. La situazione degenerò man mano fino al 771 d.C., anno in cui la morte di Carlomanno lasciò mano libera a Carlo Magno che, ormai saldo sul trono e con un nuovo papa alleato, Adriano I,  pretese la consegna di alcuni territori un tempo promessi e mai ceduti dal defunto Desiderio (duca di Tuscia). Così facendo, quello che sarà il futuro imperatore del Sacro Romano Impero, portò alla ripresa della guerra contro le città della Romagna. Carlo Magno venne in aiuto del Papa e tra il 773 e il 774 scese in Italia, dove conquistò la capitale del regno, Pavia. Carlo si fece chiamare da allora Gratia Dei rex Francorum et Langobardorum, realizzando un'unione personale dei due regni (Regno franco e Regno Longobardo), mantenendo le Leges Langobardorum ma riorganizzando il regno sul modello franco, con conti al posto dei duchi.

L’Italia longobarda fra il VI e l’VIII secolo





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