Historie Medievali The life of: Giovanna di Leeds

Avete mai vissuto un momento della vostra vita in cui vi sentivate come prigionieri? Avete mai provato un momento in cui avreste desiderato scappare via ad ogni costo e con ogni mezzo possibile ed immaginabile? Beh, una monaca inglese, della prima metà del '300, ha sentito questa esigenza e l'ha messa in pratica. Vediamo cosa ha fatto suor Giovanna di Leeds.

Statua raffigurante una monaca

In un articolo risalente ad inizio 2019 e che vi linkiamo, il Guardian, quotidiano britannico, rivela di come due storici dell'Università di York, ovvero Gary Brannan e Sarah Rees Jones, studiando sedici registri arcivescovili di epoca medievale, risalente ad un periodo ascrivibile fra il XIII ed il XIV secolo, abbiano scoperto una storia piuttosto singolare.

Gary Brannan e Sarah Rees Jones che leggono il registro arcivescovile

In uno dei registri, i ricercatori si sono imbattuti nel piano ideato da una suora del Trecento per simulare la propria morte (con tanto di manichino «somigliante»), fuggire dal monastero e dedicarsi alla «lussuria carnale». Questa suora era per l'appunto Giovanna di Leeds.
In una lettera scritta dall’arcivescovo William Melton e indirizzata al Decano di Beverley, si riporta testualmente dello «scandalo della suora Giovanna di Leeds», che, citando quanto scritto da Melton stesso, «simulò una malattia, si finse morta e, con l’aiuto di diversi complici, realizzò un manichino del suo corpo per ingannare i fedeli, che seguirono la sepoltura nello spazio sacro del luogo»; inoltre, «con astuzia e malvagità, sedotta dall’indecenza, si allontanò dal suo cammino di vita per percorrere la strada della lussuria, e ora, dopo aver infranto i voti e abbandonato l’abito religioso, vaga in libertà con grave pericolo per la propria anima e causando scandalo all’ordine».
Praticamente suor Giovanna fu sedotta, e questo le diede la forza ed il coraggio per inscenare la propria morte e scappare. Ma da chi venne sedotta la suora lussuriosa?
Purtroppo non si hanno ulteriori informazioni in merito. Non si sa se la suora venne ritrovata oppure abbandonata al suo destino, fatto sta che, come detto dalla stessa Sarah Rees Jones, i documenti sono pieni di fatti interessanti ed aneddoti che ben illustrano la vita del trecento e del quattrocento.

La pagina che riporta la storia di Suor Giovanna

La studiosa ha infatti aggiunto che ci sono numerosi casi di monache e monaci che hanno lasciato le proprie comunità. Spesso le persone, sia uomini che donne, non intendevano rispettare il voto di castità e abbandonavano i monasteri per avere relazioni e sposarsi. I sedici registri, compilati in latino, sono in traduzione presso il Borthwick Institute for Archives dell’ateneo, coprono un periodo che Rees Jones non esita a definire affascinante ed estremamente turbolento. Come darle torto? D'altronde, la stessa ha dichiarato che questa scoperta è degna di uno scketch dei Monty Python.

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