La battaglia di
Colle di Val d'Elsa si svolse tra il 16 ed il 17 giugno del 1269, presso l'omonima località, tra le truppe ghibelline di
Siena, e quelle guelfe di
Carlo d'Angiò e di
Firenze, rappresentata da meno di 200 cavalieri fiorentini, comandati da
Neri de' Bardi.
Nel giugno del 1269 il capitano
Provenzano Salvani e il podestà conte
Guido Novello, uscirono da
Siena con 1400 cavalieri e 8000 fanti fra senesi, pisani, tedeschi, spagnoli, fuoriusciti fiorentini e altri toscani, accampandosi nell'altopiano della
Badia, nei pressi dell'
abbazia di Spugna. I colligiani, che non si aspettavano questo assedio, si rinchiusero fra le fortificazioni di
Colle Alta e mandarono dei messaggeri per chiedere aiuto a
Firenze.
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Battaglia di Colle Val d'Elsa |
Il giorno successivo, truppe francesi agli ordini del maresciallo
Jean Britaud (
Giambertoldo per il
Villani), vicario del re
Carlo d'Angiò, giunsero a
Colle Val d'Elsa, seguite – a distanza di sole ventiquattro ore – da un altro contingente di 400 fiorentini (che non giunsero in tempo per la battaglia). Durante la notte, il maresciallo schierò i francesi sulle mura di
Colle Alta e fece conquistare il castello ghibellino dentro
Colle. La mattina seguente, alle prime luci, la torre ghibellina segnalò l'avvicinarsi delle truppe inviate da
Firenze. In realtà, al momento della battaglia, l'esercito fiorentino era ancora a
Barberino, motivo per cui fu ordinato che si suonassero le trombe e che si gridasse a squarciagola "con impegno", in modo da far credere ai ghibellini che le truppe fossero molte più di quante essi non credessero. Sembra che lo scherzo funzionò, perché, di primo mattino, i ghibellini si ritirarono verso
San Marziale, attestandosi sulla collinetta,
Poggio ai Berci. Il maresciallo
Britaud diede ordine alle milizie colligiane di aggirare la collina, rimanendo nascoste fino al momento in cui lui stesso fosse apparso con le insegne fiorentine di fronte ai senesi, e li avesse attaccati. Durante la sua avanzata, il maresciallo fece abbattere il ponte di
S. Marziale per impedire ai suoi una ritirata, ma anche per rallentare la fuga senese.
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Miniatura del sec. XIV, Roma Biblioteca Chigiana: un fante porta sull'asta la testa di Provenzano Salvani |
Arrivato in vista dei ghibellini,
Britaud diede inizio alla battaglia, mentre i colligiani sbucavano dietro le file senesi gridando e brandendo le armi, dando così la sensazione che altre truppe fossero in attesa di attaccare. Per quanto il capitano
Salvani minacciasse, promettesse compensi e gridasse, i soldati ghibellini combatterono male e in maniera disorganizzata, ritirandosi ben presto e dandosi alla fuga. Molti furono inseguiti e uccisi dai guelfi, mentre
Salvani, non volendo tornare sconfitto a
Siena, si gettò nella mischia e fu ucciso da
Regolino Tolomei, suo nemico giurato. Il
Britaud era riuscito, con soli 800 cavalieri e circa 300 fanti colligiani, a sconfiggere con l'astuzia un esercito di ben 9.400 uomini.
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