La pietra runica di Rok e i timori dei vichinghi per il clima

La pietra di Rök, un'antica lastra di granito di cinque tonnellate, eretta dai Vichinghi nella Svezia meridionale nel IX secolo d.C., ha sconcertato gli scienziati per oltre 100 anni. Le sue iscrizioni sono il primo esempio noto di letteratura scritta in Svezia, ma purtroppo criptate ed estremamente difficili da decifrare. Recentemente però, è stato dato l'annuncio della possibile risoluzione del mistero. Un nuovo studio, pubblicato di recente dal Dipartimento di Archeologia, divisione Lingue Scandinave, dell'Università di Uppsala, intitolato "The Rök Runestone and the End of the World", fornisce una nuova interpretazione della pietra di Rök, che rivela una preoccupazione inaspettata per i Vichinghi che la eressero: il cambiamento climatico.

La pietra di Rok

Si tratta di un un codice difficile da decifrare: non solo le iscrizioni sembrano essere una serie di enigmi, ma il testo è anche composto in una forma di poesia norrena nota come skaldic poetry, che usa descrizioni e circonlocuzioni abili per descrivere le scene. Per rendere le cose ancora più confuse e intriganti, le iscrizioni sono anche scritte parzialmente in cifre, rune che rappresentano diverse lettere dell'alfabeto. Sembra che chiunque abbia scolpito questa pietra runica non volesse che fosse comprensibile per tutti. Per anni, i ricercatori delle rune avevano pensato che il testo si riferisse ad antiche battaglie e re vichinghi, un'interpretazione appropriata per un popolo famigerato per la sua cultura guerriera; ma la "battaglia" a cui fanno riferimento le rune potrebbe non avere nulla a che fare con spade e sangue.


Retro della pietra

I ricercatori, infatti, ipotizzano che il testo della pietra descriva l'ansia per l'imminente "battaglia" che gli umani avrebbero dovuto affrontare contro una futura catastrofe climatica. Queste paure sembrerebbero essere state scatenate da una serie di disastri climatici verificatisi nella metà del VI secolo d.C., quando si sarebbe verificato un improvviso declino dell'agricoltura locale. La pietra Rok, alta due metri e mezzo (letteralmente "pietra impilata" nell'antico norreno) è coperta da più di 700 rune, che si incrociano su ciascuno dei suoi cinque lati. I ricercatori sostengono che sarebbe stato eretto in memoria – e in segno di avvertimento – dopo che l'area locale avrebbe subito degli sconvolgimenti a causa delle eruzioni vulcaniche avvenute negli anni 536-47 d.C. dall'altra parte del mondo, nelle Americhe.

La chiesa nei pressi della quale la pietra fu ritrovata e dove attualmente si trova

Queste terribili eruzioni avrebbero ricoperto di polvere i cieli dell'emisfero settentrionale, bloccando il sole. Ciò avrebbe innescato un brusco raffreddamento climatico nell'intero emisfero settentrionale, disturbando interi ecosistemi, compresa l'area intorno alla pietra di Rok. Gli effetti sarebbero stati così catastrofici che la popolazione della Scandinavia sarebbe diminuita della metà, secondo i ricercatori.
La pietra fu scolpita centinaia di anni dopo, ma gli effetti della crisi persistevano ancora nelle credenze e nei rituali locali, sostengono i ricercatori. Così, applicando queste conoscenze ad altri dati archeologici, alle prove di catastrofi climatiche e alle usanze e gerarchie sociali contemporanee dei vichinghi, i ricercatori affermano che la loro nuova interpretazione prevale, dimostrandoci che i timori per i cambiamenti climatici, anche se per motivi differenti, ci sono stati anche in passato.

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