Historie medievali the life of: Pisanello

Antonio Pisano, detto Pisanello (1380-1455 ca.), può essere considerato l’ultimo artista tardo gotico attivo in Italia. Figura, se vogliamo, anacronistica, in quanto si trovò ad operare in un periodo in cui all’arte avevano impresso una svolta radicale gli artisti fiorentini che inventarono il Rinascimento. Pisanello, invece, memore della sua formazione basata sull’arte di Gentile da Fabriano e di Michelino da Besozzo, non si allontanò mai dallo stile tardo gotico. Ma il fervore di riscoperta dell’antico, comune alla cultura italiana del tempo e non solo in campo artistico, lo coinvolse soprattutto nella sua attività di medaglista. Rifacendosi alla medaglistica romana, Pisanello fu l’artista che introdusse in Italia, nel Quattrocento, la moda del ritratto di profilo. Questa tipologia di ritratto fu infatti denominata "all’italiana", per distinguerla dal ritratto fiammingo, nel quale il volto era invece rappresentato a tre quarti.

Ritratto del Pisanello 


Dalla sua città d’infanzia, Pisa, l’artista si recò ben presto a Verona, da cui poi si spostò in molte città e corti, dove la sua arte era molto richiesta. Tra il 1409 e il 1415 operò a Venezia, collaborando con Gentile da Fabriano agli affreschi del Palazzo Ducale, oggi andati perduti. Nel 1422 era invece a Mantova, dove iniziò l'attività  di pittore di corte dei Gonzaga. Nel 1426, a Verona, realizzò due Arcangeli e un’Annunciazione per il monumento funebre a Niccolò Brenzoni. Tra il 1431 e il 1432, fu invece a Roma per completare gli affreschi di Gentile da Fabriano in San Giovanni in Laterano, affreschi anche questi distrutti. La sua attività poi proseguì tra Verona, Mantova e Ferrara, intervallata da un breve soggiorno a Napoli nel 1449.


San Giorgio e la principessa, 1436 - 1438 circa. Affresco, dettaglio, chiesa di Sant'Anastasia, Verona


In questa sua ultima fase, la pittura di Pisanello si affrancò dalle influenze di Gentile, per assorbire una visione artistica che risentiva della nascente arte rinascimentale, ma filtrata soprattutto da artisti di transizione quali Paolo Uccello, Masolino da Panicale o Lorenzo Ghiberti. Ciò è avvertibile soprattutto nei mirabili affreschi realizzati a Verona, di cui ci rimane un frammento con "Congedo di San Giorgio dalla Principessa". Ciò nonostante, la sua arte rimase legata ad una visione artistica nella quale la sintesi della scena veniva comunque sacrificata all’analisi del dettaglio, realizzato con quel gusto calligrafico tanto caro alla cultura figurativa tardo gotica.

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