La penisola iberica: I regni d'Aragona, di Castiglia e del Portogallo

Intorno alla metà del XIII secolo la Reconquista spagnola poteva ben dire di aver ottenuto i suoi scopi: i musulmani, infatti, erano stati cacciati dalla penisola iberica, se si eccettua il regno di Granada che restò arabo fino al 1492. Le tre grandi monarchie che si dividevano la Spagna erano quelle d'Aragona, di Castiglia e del Portogallo. La corona d'Aragona fu fortemente ostacolata nei suoi tentativi di rafforzamento dalla nobiltà, dal patriziato e dalle assemblee rappresentative (le cortes), tanto che intorno alla fine del '300 essa dovette accettare il controllo da parte di delegazioni permanenti di queste ultime. A questo va aggiunto che la monarchia aragonese era continuamente afflitta da difficoltà finanziarie legate soprattutto alle sue velleità espansionistiche che l'avevano portata alla conquista della Sardegna. Intorno alla prima metà del '400, le mire espansionistiche divennero il vero cardine della politica aragonese, tanto che AlfonsoV il Magnanimo (1414-58), oltre a occupare l'Italia meridionale (1442), arrivò a estendere il suo protettorato su Albania, Bosnia e Serbia.

La Spagna nel XIII secolo

I prelievi fiscali però, necessari a mantenere questa ambiziosa politica, non fecero che esacerbare i contrasti interni al regno, al punto che nel 1462 scoppia una vera e propria guerra civile, dalla quale l'Aragona si risollevò solo nel 1479, con Ferdinando il Cattolico. Benché anche la monarchia del regno di Castiglia fosse agitata da lotte intestine, essa, a differenza di quella aragonese, seppe imporre la propria volontà attraverso una razionale gestione dell'amministrazione centrale e periferica. I re di Castiglia riuscirono infatti a controllare le città attraverso appositi commissari, i correggidores, e si impegnarono a risanare il sistema finanziario e tributario, creando, tra le altre cose, l'alcabala, una tassa sulle operazioni commerciali che contribuì a rimpolpare le finanze. Nel 1479 avvenne un fatto particolarmente rilevante: il matrimonio tra Ferdinando il Cattolico, re d'Aragona e una sorella del re di Castiglia Isabella. Tale unione pose le basi per l'unificazione dei due regni e per la creazione di una monarchia nazionale, che ben presto si rivelò particolarmente forte. La monarchia portoghese evitò l'unificazione con gli altri due regni della penisola grazie soprattutto alla mancanza di lotte sociali interne. Qui, soprattutto a partire dalla fine del 1300, la nuova dinastia degli Aviz riuscì ad avviare una forte intesa con la borghesia mercantile. Questa cooperazione produsse un esemplare dinamismo commerciale che portò il Portogallo alla circumnavigazione dell'Africa e alla ricerca di una nuova via per le Indie

Sarcofagi di Ferdinando il Cattolico (al centro),
 a destra di sua moglie Isabella I. Cattedrale di Granada 

Solo nella prima metà del 1400 il Portogallo intensificò le rotte commerciali al di fuori del Mediterraneo verso le Indie, contemporaneamente sulla terraferma si riaccese lo scontro contro i Mori, grazie anche all'apporto di crociati e cavalieri Templari che aiutarono i portoghesi nelle battaglie terrestri. L'esito degli scontri terrestri però non diede notevoli frutti, anzi furono anche sconfitti più volte e dovettero ritirarsi per evitare il peggio.

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