San Guinefort, il cane santo

In Francia, nella zona di Lione, a Sandras, si trova la tomba di un santo, oggetto di grande devozione popolare, nonché di culto e pellegrinaggi. Questo santo era un cane, un levriero, vissuto nel XIII secolo. 
Si trattava del cane preferito del signore di Villars, il quale lo teneva all’interno del suo castello.
Era un animale forte e veloce, che godeva di privilegi che tutti gli altri cani non avevano, grazie al profondo amore che nutriva per lui il suo padrone. 

Miniatura francese del XV secolo in cui si vedono dei levrieri

La leggenda narra che un giorno il signore uscì con la moglie, lasciando il cane a casa con il suo primogenito in fasce, che dormiva nella culla, e le nutrici. Una vipera entrò nella stanza del bimbo e si avvicinò alla culla. Il cane si lanciò in una lotta furiosa contro il serpente: lo azzannò al ventre più volte finché non lo uccise. Durante la lotta, la culla si rovesciò e il bimbo rotolò sotto al letto, senza svegliarsi né subendo alcun danno.
Il cane iniziò a latrare, per richiamare l’attenzione. Accorsero le nutrici e trovarono la stanza sottosopra, il neonato sparito e il cane con la bocca insanguinata. Subito pensarono che il levriero avesse sbranato il bebè in preda a un attacco di rabbia.
Non appena il signore tornò gli riferirono l’accaduto. Questi, accecato dal dolore, chiamò il suo cane, che gli corse incontro, festoso nonostante le ferite infertegli dai morsi del serpente, e lo uccise immediatamente.
Poco dopo però, il bimbo iniziò a piangere, e fu trovato illeso sotto al letto di fianco alla vipera squartata.
Il signore di Villars capì il gesto eroico del suo cane e, colto da un grande rimorso, lo fece seppellire in una tomba coperta di pietre vicino al castello, per onorare il coraggioso e fedele levriero ingiustamente ucciso.

San Guinefort e la vipera

Il luogo divenne meta di pellegrinaggio, soprattutto da parte delle madri di bambini malati che, avendo udito parlare del cane salvatore del bimbo indifeso, accorrevano a pregare per una grazia o un’intercessione. Si narra perfino che in molti casi si ebbero dei veri e propri miracoli. In breve tempo perciò, si creò un fenomeno insolito: numerosi ex-voto venivano portati al “santo” cane in ringraziamento per le grazie ricevute e delle preghiere che il cane, secondo i popolani, esaudiva soprattutto per aiutare i bambini. 
Fu così che nacque la leggenda del cane santo, protettore dei bimbi deboli, nonostante la condanna da parte della chiesa, che non voleva che la sua figura fosse assimilata a quelle dei santi “tradizionali”, ovvero uomini e donne. 
 
San Guinefort trafitto dalla spada del suo padrone, dopo aver ucciso la vipera

Il culto resistette a varie condanne, compresa la proibizione imposta dall’inquisitore frate domenicano Etienne de Bourbon, e proseguì nei secoli, fino al 1930, quando venne abolito definitivamente dalla Chiesa Cattolica. 
Contemporaneamente, venne abolita anche la festa di San Guinefort (tradizionalmente rappresentato come mezzo uomo e mezzo cane). 
Nonostante la censura e la repressione della Chiesa, tuttavia, i culti di San Guinefort e del santo cane non sono svaniti, tanto da provocare serio imbarazzo e dibattiti teologici all'interno del mondo ecclesiale. Al giorno d’oggi, si è quindi cercato di convogliare il culto del santo levriero su quello di San Guinefort, che si tiene per l'appunto nel periodo della canicola, ossia il 22 agosto.

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