Historie Medievali the life of: Jacques de Molay

Nato in Borgogna alla metà del XIII secolo, fu l'ultimo Gran Maestro dell'Ordine Templare, di cui abbiamo parlato qui. Della sua infanzia non si hanno notizie, ma sappiamo che nel 1265 venne accolto all'interno dell'ordine nella cittadina di Beaune.

Jacques De Molay

Soltanto a partire dal 1270 il nome di Jacques di Molay riaffiora negli annali. Lo si vuole in "Outremer", nome con cui in quei tempi veniva chiamata la Terra santa. Nel 1285 venne nominato conte di San Giovanni d'Acri, città fortificata su cui abbiamo scritto un articolo sui suoi tunnel, ma nel 1290 si stabilì a Cipro e pertanto non poté partecipare alla difesa di San Giovanni d'Acri nel 1291. Sempre nel 1291, in occasione di un concilio dell'Ordine, Jacques manifestò la sua insoddisfazione riguardo la situazione interna e dichiarò il proposito di introdurre cambiamenti. A partire dal 1294 ricoprì la carica di capo dell'Ordine.
Venerdì 13 ottobre 1307 venne arrestato assieme a tutti gli altri Templari di Francia. Nel corso del processo fu sottoposto a tortura avallando le tesi dell'accusa e quindi fu condannato alla prigionia a vita. Il sacerdote e studioso di simbolismo cristiano Louis Charbonneau-Lassay ipotizzò che i graffiti nella torre del castello di Chinon fossero opera di Jacques de Molay e di Geoffrey de Charnay durante la loro prigionia. L'Ordine dei Templari fu sospeso dalla Chiesa cattolica nel 1308, e non definitivamente soppresso, come comunemente si crede.
La decaduta dell'ordine templare fu dovuta al fatto che per diversi decenni, il popolo aveva percepito i cavalieri anche come signori orgogliosi e avidi, che conducevano una vita disordinata (le espressioni popolari "bevi come un templare" o "giura come un templare" sono rivelatrici a questi sintomi), tanto che nel 1274, al concilio di Lione II, i più alti dignitari dell'ordine dovettero produrre un libro di memorie per giustificare la loro esistenza. Abitualmente si parlava dei Templari come di un covo di eretici e di viziosi; voci probabilmente alimentate dal fatto che molti peccatori erano in effetti approdati all'Ordine per riceverne protezione a fronte di un, non sempre sincero, pentimento. Alcuni storici, inoltre, addebitano alcune responsabilità del discredito dell'Ordine al gran maestro Jacques de Molay, il quale aveva temporeggiato riguardo la proposta fattagli da papa Clemente V nel 1306, di fondere i Templari con l'Ordine degli Ospitalieri, al fine di poter mettere in campo una nuova forza maggiormente organizzata per una nuova crociata che avrebbe dovuto riconquistare la Terrasanta. Per questo il Gran Maestro venne tacciato di codardia, se non addirittura di connivenza con i musulmani con cui avevano intrecciato alcuni rapporti.

Papa Clemente V


Jacques de Molay comunque ritrattò le dichiarazioni fatte a seguito delle torture. Ciò lo condannò al rogo assieme al compagno di prigionia Geoffrey de Charnay. Il rogo fu consumato a Parigi, nei pressi di Notre Dame, nel marzo 1314. La leggenda narra che prima dell'esecuzione Jacques de Molay abbia invitato il re Filippo il Bello e papa Clemente V a comparire di fronte al tribunale di Dio. La morte entro l'anno di entrambi i personaggi non fece che rafforzare l'idea comune che egli fosse caduto vittima di un'ingiustizia. Inoltre sempre sul rogo, l'ex gran maestro avrebbe dannato la casa di Francia "fino alla tredicesima generazione". In tempi più recenti si è diffusa la leggenda secondo cui l'esecuzione di Luigi XVI durante la Rivoluzione francese - che pose fine in qualche modo alla monarchia assoluta in Francia - sarebbe stata il coronamento della vendetta dei templari. Sempre durante il supplizio, alcuni sostengono addirittura che il Gran maestro avrebbe maledetto sia Filippo il Bello che il Papa, predicendo la loro morte entro l'anno e che quindi "sarebbero stati sottoposti al tribunale di Dio". Effettivamente, sovrano e pontefice sarebbero morti quello stesso anno: Clemente V appena un mese dopo (si ritiene per un tumore intestinale che lo colpì a inizio anno) e Filippo il Bello a fine anno per un ictus. Coincidenze piuttosto inquietanti ed emblematiche.

Templari messi al rogo

Il luogo della sua esecuzione è ricordato ancor oggi da una piccola lapide, che si trova sul lato occidentale del Pont Neuf sulla Île de la Cité di Parigi. La lapide è situata ai piedi del ponte, sul muro opposto all'ingresso al parco dell'isola.
Barbara Frale ha rinvenuto agli inizi degli anni duemila negli Archivi vaticani un documento, noto come pergamena di Chinon, che dimostra come papa Clemente V intendesse perdonare i templari nel 1314, assolvendo il loro maestro e gli altri capi dell'ordine dall'accusa di eresia, e di volersi limitare a sospendere l'ordine piuttosto che sopprimerlo, per assoggettarlo ad una profonda riforma.

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