Le vette dell'arte medievale: l'Annunciazione del Convento di San Marco

Siamo nel 1440, a circa 14 anni da un capolavoro assoluto che ha sconvolto per sempre il concetto di tridimensionalità in un dipinto nella storia dell'arte, dipinto di cui abbiamo parlato in questo articolo su Masaccio, ossia la Trinità. Il capolavoro di questo genio dell'arte apre la strada ad un nuovo modo di concepire la tridimensionalità attraverso la prospettiva, dando vita a tanti nuovi capolavori fra cui quello di Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico, che ha come tema l'Annunciazione.

L'Annunciazione del Convento di San Marco

Beato Angelico ha dipinto diverse annunciazioni, quella presa in esame è stata affrescata al primo piano del convento di San Marco a Firenze fra il 1440 ed il 1450, in un momento di forte fermento culturale, dove l'arte medievale stava gradualmente lasciando il posto a quella rinascimentale. Il dipinto che vi mostriamo oggi è una delle pietre miliari di questo graduale passaggio che avrà poi il suo punto di arrivo in maestri assoluti come Raffaello, Leonardo o Michelangelo

L'opera è poderosa: misura 2 metri e 30 di altezza per 3 metri e 20 di larghezza ed è posizionata di fronte a una rampa di scale, visibile appena superata un'umile porta in legno. Questo genera una scenografia che impressiona il visitatore, che sulla sommità delle scale si trova ammaliato dalla maestosità e dalla bellezza dell'opera, com'è possibile vedere in questa foto. 

Lo scorcio che si ammira dalle scale


La scena si svolge in un orto chiuso da un recinto, l'hortus conclusus, tipico di monasteri e conventi e che quindi ha il compito di simboleggiare la verginità di Maria. L'architettura in cui si svolge la scena è un portico dalle fattezze ormai rinascimentali, con il punto di fuga prospettico posto al centro di esso. I capitelli presenti, sia di stile ionico che corinzio, sono un tributo ai trattati architettonici scritti da un altro grande maestro contemporaneo del Beato Angelico: Leon Battista Alberti.

Passiamo ora alle due figure della scena: come si può vedere dal dipinto, e la fascia in marmo alla base delle colonne lo evidenzia, i due protagonisti (l'arcangelo Gabriele e Maria) sono sfalsati l'uno rispetto all'altra; questo conferisce dinamicità alla scena, oltre che riempirla in modo più efficace in quanto Maria è posta in primo piano.

Da apprezzare il volto della vergine, sobrio e rispettoso dell'arcangelo venuto in visita. I tratti del volto fanno trasparire le emozioni di una ragazzina consapevole dell'importante compito affidatole di portare in grembo e crescere il Cristo.

Il volto determinato della Vergine Maria

Altro elemento interessante da notare, oltre ai giochi prospettici, è la scritta sulla fascia di marmo che congiunge i basamenti delle colonne; la scritta recita: "VIRGINIS INTACTAE CUM VENERIS ANTE FIGURAM PRETEREUNDO CAVE NE SILEATUR AVE" (Quando passerai davanti alla figura della Vergine intatta, stai attento di non dimenticare di dire l'Ave Maria)". 

Beato Angelico userà per l'affresco azzurrite e inserti in oro, segno della grande ricchezza della Firenze del XV secolo, la cui classe clericale poteva permettersi di spendere notevoli fortune.
Quindi, quando passate per Firenze, non perdete occasione di visitare questo grande capolavoro della storia dell'arte, pietra miliare di un mondo che sta abbandonando gradualmente il medioevo per una nuova era.

Commenti

  1. Mi è piaciuto immensamente il tuo post! Il tuo punto di vista è prezioso. Continua ad arrivare con i post!

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