Historie Medievali the family of: i Pazzi

Pazzino de Pazzi rende omaggio a San Donato

 ORIGINI

Originari di Fiesole, vicino Firenze, entrano nella storia nobiliare italiana nell'XI secolo quando, secondo la leggenda, un cavaliere partito per la prima crociata, Pazzino de Pazzi figlio di Ranieri, assaltò le mura di Gerusalemme entrando per primo nella città santa. Goffredo di Buglione, per riconoscenza, regalò al cavaliere tre schegge del Santo Sepolcro tutt'oggi conservate nella chiesa dei Santi Apostoli. Tornato a Firenze, nel 1101, venne accolto dalla città con tutti gli onori, divenendo così una figura di spicco. 


CONTESTO GEOGRAFICO

La Marca di Tuscia ai tempi del dominio dei Canossa, quando comincia la storia della famiglia

I Pazzi vissero ed esercitarono il loro potere nella città di Firenze fra l'XI ed il XV secolo, epoca in cui la città si avviò a diventare uno dei centri economici più importanti d'Europa in quanto, da libero comune, aveva creato il terreno fertile per la nascita di corporazioni di arti e mestieri. In questo contesto, molte famiglie nobiliari fiorentine, fra cui i Pazzi, si dedicarono alla finanza e al commercio.


STEMMA ARALDICO

Stemma dei Pazzi

D'azzurro, seminato di crocette ricrociate fitte d'oro con due delfini addossati dello stesso, crestati e orecchiuti di rosso attraversanti sul tutto.


STORIA DELLA FAMIGLIA

La storia del capostipite è stato uno degli elementi che ha consentito alla famiglia di sviluppare il proprio potere nel contesto fiorentino; la loro notevole bravura nella finanza e nel commercio permise loro di arricchirsi velocemente. Di parte guelfa, e quindi favorevoli all'egemonia del Papa a discapito dell'Impero, si distinsero nella battaglia di Montaperti del 1260, dove morì in uno scontro Jacopo detto del Vecco. Si allearono in seguito con la fazione de Guelfi neri. Divennero così potenti che nel 1429 commissionarono a Filippo Brunelleschi una cappella in Santa Croce, la Cappella de Pazzi, che diverrà un esempio da manuale di rinascimento italiano.

Battaglia di Montaperti

All'apice del prestigio, la famiglia si era imparentata coi signori di Firenze, i Medici, grazie al matrimonio fra Guglielmo de Pazzi e Bianca de Medici, sorella di Lorenzo il Magnifico. Divennero addirittura banchieri di Papa Sisto IV esautorando i Medici, da secoli banchieri pontifici e generando così i primi attriti con la principale famiglia fiorentina. Lorenzo de Medici infatti fece promulgare una legge che impedisse a Giovanni de Pazzi di ereditare una grossa somma di danaro che avrebbe reso ancora più potente la famiglia. Sentitisi minacciati, decisero di congiurare contro la famiglia medicea.

Medaglia commemorativa della congiura de Pazzi

Il 26 aprile 1478 si ha così la famosa congiura de Pazzi: questa venne appoggiata anche Papa Sisto IV che voleva mettere i suoi nipoti al comando di Firenze, dal ducato di Urbino e dal Regno di Napoli. Giuliano de Medici morì dissanguato sul sagrato della cattedrale di Santa Maria del Fiore; Lorenzo invece riuscì a salvarsi. I congiurati non tennero conto della reazione della popolazione che, vedendo i membri della famiglia de Medici attaccati, si rivoltarono contro la famiglia Pazzi. A fine giornata i congiurati furono impiccati e appesi fuori palazzo Vecchio, mentre gli altri membri della famiglia furono imprigionati o scapparono via da Firenze per non farvi più ritorno, facendo così decadere la famiglia.

Secoli dopo, la famiglia avrà il permesso di tornare a Firenze, ma non avrà mai più il potere di un tempo.


RAMI CADETTI

Ramo di Schiatta di Pazzo

Si tratta del ramo in cui è presente Andrea de Pazzi, che nel 1429 commissionerà la Cappella de Pazzi a Filippo Brunelleschi. A questo ramo appartiene anche gli organizzatori della congiura, Jacopo e Francesco.

Ramo di Uguccione di Pazzo

E' il ramo del famoso condottiero Jacopo de' Pazzi, la cui morte nella battaglia di Montaperti darà lustro alla famiglia

Ramo di Uguccione di Ranieri di Pazzo

Si tratta del ramo con meno personaggi storici rilevanti, che comunque hanno raggiunto i massimi livelli nella classe dirigente fiorentina medievale.

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