Le grandi influenze delle vie della seta

Tutti noi conosciamo, fin da bambini, della leggendaria "Via della Seta". Nella realtà si trattava di un insieme di itinerari, i quali si sviluppavano via terra e via mare, che consentivano i commerci fra Europa ed Estremo Oriente, fin dai tempi più remoti: già gli antichi romani infatti, commerciavano con le civiltà site dall'altra parte del pianeta. Non si commerciava soltanto seta, ma anche spezie ed altre merci, oltre ad uno scambio continuo di idee ed influenze culturali. E nel Medioevo? Come andavano le cose?

Le vie della seta storicamente documentate

I Bizantini sfruttarono molto la Via della Seta, in quanto non erano interessati a commerciare con un Occidente ormai impoverito dallo stabilirsi dei barbari su quei territori. I commerci erano però ostacolati dagli scontri coi Persiani, il cui regno si frapponeva sulla strada fra l'Impero e l'estremo Oriente. Tale problema fu risolto quando due monaci cinesi spiegarono all'Imperatore Giustino II, nel 552 d.C., come produrre la seta. Ciò consentì di fare, nei decenni, dell'Impero Bizantino uno dei più grandi centri di produzione della seta: Antiochia, Tiro, Beirut, Tebe e Catanzaro, ne erano i poli di produzione principali.
Fra il 1215 ed il 1360, l'espansione dell'Impero Mongolo permise alla Via della Seta di divenire una rotta stabile e sicura, anche se ormai non era più la seta il prodotto di importazione principale. La rete di strade e rotte marine e fluviali, era utile per il commercio di moltissimi prodotti e per il passaggio di uomini ed idee: è il caso di Ibn Battuta, che fra il 1325 ed il 1354 viaggiò fra la Crimea ed il Medio Oriente, descrivendo i popoli che ivi vivevano.

Ibn Battuta

Oppure Marco Polo, il viaggiatore veneziano che nel suo libro di cui abbiamo parlato in passato, Il Milione, descrisse minuziosamente i popoli, i costumi e le usanze dell'estremo oriente.

Marco Polo

Oltre a tali personaggi, non vanno dimenticati la miriade di religiosi cristiani che andavano in missione per convertire i popoli orientali. Questo consentì uno scambio culturale fra Occidente ed Estremo Oriente estremamente importante nel corso dell'era medievale.
Il viaggio di Marco Polo fu possibile perché Venezia, fra il XIII ed il XIV secolo, divenne egemone sulla rotta della Via della Seta: La Repubblica di Venezia era il principale punto di arrivo della via della seta in Europa. La città lagunare deteneva il monopolio su sete e spezie orientali come pepe, sale, cannella, zenzero; sui prodotti utilizzati per la conservazione dei cibi e nella farmacopea. Per molto tempo Genovesi, Spagnoli e Portoghesi avevano cercato inutilmente di strapparle il controllo senza riuscirci; ciò spinse i paesi come Spagna e Portogallo a cercare vie alternative per arrivare in Oriente. Venezia diventò così la porta d'oriente, nonché crocevia dei commerci tra il mondo orientale e occidentale.

La città di Venezia, assoluta dominatrice della Via della Seta fra il XIII ed il XIV Secolo

Tra i fattori determinanti del successo veneziano bisogna citare la potenza militare e marittima, l'organizzazione dei fondaci e la relativa tolleranza religiosa, che permetteva alle varie comunità protestanti, musulmane ed ebree, di poter operare in città.

Le vie della seta sono state dunque fondamentali per avere l'Europa che oggi conosciamo, perché solo con lo scambio continuo con l'Oriente abbiamo conosciuto tessuti, spezie ed usanze che sono entrati nella vita di tutti i giorni.

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