Le Campagne militari di Carlo Magno

Oggi parleremo delle campagne militari che Carlo Magno avviò in Europa con l'idea di una politica espansionistica intensa.

Le Campagne di Bretagna e di Aquitania:

Una delle prime azioni di Carlo Magno fu quella di ridurre all'obbedienza le regioni con spiccate tendenze autonomiste. In breve tempo egli riuscì ad avere la meglio sull'Aquitania che, dopo la morte del padre Pipino, si era ribellata. Nonostante i risultati lusinghieri della sua campagna militare, Carlo decise di assecondare in qualche misura le aspirazioni autonomiste di questa regione, affidandone il governo al figlio Ludovico. Più complesse furono le operazioni in Bretagna. Qui le campagne, effettuate a più riprese nel 786, 799 e 811, non diedero risultati permanenti e sicuri. Sulla frontiera nord-orientale di questa regione Carlo fu dunque costretto a organizzare il suo esercito per difendere il regno in caso di attacco da parte dei Sassoni. Essa fu posta sotto il comando di uno dei conti più importanti del regno, Rolando.

Le campagne militari di Carlo Magno

Le campagne di Spagna ed Italia:
I Musulmani erano una vecchia conoscenza dei Franchi, poiché Carlo Martello li aveva combattuti e sconfitti a Poitiers ( Battaglia di Poitiers ) nel 732. Chiamati dai Franchi "Saraceni o Mori", essi costituivano una continua minaccia per la Gallia meridionale, al punto che Carlo sentì la necessità di garantirsi un controllo più sicuro delle frontiere di questa regione. Approfittando di una serie di lotte interne tra i Mori di Spagna, nel 778 Carlo iniziò una campagna con la quale credeva di poter conquistare tutta la regione settentrionale della Penisola Iberica fino all'Ebro. Una volta conquistata Pamplona, però, egli fu costretto a tornare al nord a causa di un'insurrezione sassone. Sulla via del ritorno, la retroguardia del suo esercito cadde in un'imboscata tesa dai guerrieri Baschi e venne sterminata. Nell'eccidio passato alla storia come la "Rotta di Roncisvalle(Battaglia di Roncisvalle), morirono molti paladini del re, tra i quali il conte Rolando. Questi, a capo della retroguardia, decise orgogliosamente di non suonare l'allarme con l'olifante (corno da caccia molto usato nel Medioevo) per evitare di far tornare indietro Carlo e di coinvolgerlo nella battaglia. Battutosi coraggiosamente con la sua spada Durendal, venne ferito e morì dissanguato. Benché tale episodio abbia avuto un modesto significato politico-militare, esso divenne oggetto della fantasia popolare: i Baschi vennero confusi con i Mori e Rolando divenne il simbolo del valente cavaliere cattolico che combatte per il suo re e per la fede cristiana. Tornato in Spagna a più riprese tra l'801 e l'813, Carlo riuscì a conquistare la Navarra, Pamplona e la Catalogna, che divennero la Marca Hispanica. Già note sono le vicende della discesa del re franco in Italia e della caduta di Pavia nel giugno 774. Rimane da aggiungere che, pur assumendo il titolo di "Rex Langobardorum", Carlo affidò il regno longobardo al figlio Pipino e lasciò che esso mantenesse la propria amministrazione e le proprie leggi.

Carlo Magno piange la morte
del Conte Rolando

Le campagne contro i Sassoni:
La conquista della Sassonia, posta a nord del regno franco, tenne impegnato Carlo per circa 40 anni. Tra il 772 e il 785, praticamente ogni primavera, egli partì con il suo esercito alla conquista di questa regione, che si dimostrò particolarmente combattiva. Furono scontri durissimi e sanguinosi. Molti Sassoni furono deportati e costretti a convertirsi al cristianesimo. La vittoria definitiva arrivò solo con la campagna del 785, quando lo stesso agguerritissimo re sassone Vitichindo, battuto, fu costretto a ricevere pubblicamente il battesimo insieme ad altri capi. Nell'804 la conquista di questo vasto territorio poté considerarsi conclusa e la Sassonia fu inclusa nel regno franco, le cui frontiere venivano ora a confinare con il fiume Elba. In seguito alla sconfitta dei sassoni, anche la Frisia, regione ostile ai Franchi, fu costretta ad arrendersi e venne inglobata nel regno franco. In questo modo il regno di Carlo veniva ad affacciarsi sul Mar del Nord, che proprio in quel periodo andava assumendo grande importanza commerciale. Oggetto delle campagne militari carolinge fu anche la Baviera, regione a est del regno di Carlo. Qui il duca Tassilone, dopo aver più volte giurato fedeltà, nel 763 si era svincolato dalla tutela franca e si era avvicinato e Longobardi, sposando una figlia di re Desiderio. Nel 781, in seguito alla caduta di Pavia, Tassilone fu costretto a rinnovare l'atto di sottomissione, al quale però non tenne fede, riprendendo in segreto la sua attività anti-franca. Carlo reagì, allora, confiscando la Baviera e rinchiudendo Tassilone in un monastero.

Carlo Magno contro i Sassoni

Le campagne contro gli Avari:
Gli Avari erano un popolo asiatico costituito in gran parte da tribù nomadi che abitavano la Pannonia, da dove, di sovente, partivano per fare scorrerie e razzie nel vicino dominio franco. Carlo condusse contro questo popolo una serie di spedizioni militari che si conclusero nel 791, quando gli Avari furono definitivamente sconfitti. Il re franco si impossessò inoltre del loro tesoro, che per la sua magnificenza suscitò la meraviglia di cronisti contemporanei: si narra, infatti, che per trasportarlo furono necessarie 15 carri trainati da una doppia coppia di buoi. Così, mentre Carlo si godeva il suo trionfo, agli Avari non restò che sottomettersi e iniziare un lento processo di pacifica conversione. Veniva così a costituirsi un grande ed eterogeneo regno carolingio; oltre ad aver il dominio diretto su vasti territori, Carlo esercitava un protettorato sui domini papali, sul ducato longobardo di Benevento, sulla Navarra e sui territori slavi della valle dell'Elba.

Il regno di Carlo dopo la sconfitta
degli Avari  (791)

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