Il carroccio medievale

Su alcuni documenti medievali il Carroccio è chiamato anche Carochium, CarozulumCarrocerum o Carrocelum, mentre su alcuni documenti milanesi dell'XI-XII secolo, veniva identificato in dialetto come Caròcc o Caròz. Le origini di questo carro da guerra risalgono probabilmente ai Longobardi, agli inizi dell'XI secolo, quando aveva una funzione ben diversa rispetto ai periodi successivi. I Longobardi lo usavano come carro da guerra durante le battaglie; col passar del tempo la sua funzione diventò prettamente simbolica. Sul Carroccio si cominciò a issare una croce, come fecero i crociati dopo la prima crociata mentre, in Italia, si allestivano su di esso le insegne cittadine durante le guerre comunali. 

Il Carroccio di Milano
 in una miniatura medievale

Conosciamo gli eventi intorno tra il 1037 e il 1039, quando, nel momento in cui Corrado II il Salico assediò più volte Milano, l'arcivescovo della città, Ariberto da Intimiano, impose l'uso del carroccio per spronare e dare carica ai difensori. Da Milano il suo utilizzo iniziò a diffondersi in molti comuni dell'Italia settentrionale, in Toscana e all'estero. 
Poiché il carro era l'emblema simbolico dell'intero esercito, più di stendardi, drappi e gonfaloni, intorno a esso vi si posizionavano delle milizie armate per difenderlo. Durante il periodo che va dal XII  al XIV secolo, in tutta l'Italia settentrionale il carroccio fu la cosa più importante da proteggere dopo il proprio sovrano. Nella battaglia di Legnano (29 maggio 1176), come anche in quella di Cortenuova (1237) e nelle tante altre numerose battaglie combattute durante le guerre comunali, il carroccio era presente in entrambi gli schieramenti a supporto delle truppe, per spronarli a combattere per le proprie insegne; inoltre rappresentava anche un punto di riferimento in caso di ritirata degli armati. 

Carroccio fiorentino
Tratto da una miniatura della
Cronica Nuova di G.Villani

Il carroccio veniva stipato spesso in un luogo apposito all'interno della chiesa principale della città; alcuni documenti attestano che, in periodi di pace, veniva usato in cerimonie e avvenimenti importanti. Quando era depositato in chiesa, intorno al carro venivano allestite delle lampade votive ad olio: questo ci fa capire, in modo netto, come sia stato importante agli occhi di un uomo medievale. 
L'utilizzo di carri da guerra simili al carroccio al di fuori dell'Italia lo ricordiamo nella battaglia dello Stendardo (1138) dove fu impiegato dagliEvidenziamo infine che, anche in territorio palestinese durante le Crociate, vennero allestiti carrocci con grandi croci di legno, come simbolo della fervente cristianità che alimentava i pellegrinaggi armati.

Un carroccio ricostruito durante una rievocazione storica

Lo "specialis magister" si occupava della manutenzione del carroccio, ed era pagato dal comune per il suo servigio con ben 8 soldi al giorno. Egli partecipava alle azioni di guerra in cui era coinvolto il carroccio, ben equipaggiato con cotta e armi; sul carroccio era presente anche il cappellano, la cui funzione era quella di celebrare la messa sull'altare ivi posizionato. 
Nel 2000 - grazie ad un ritrovamento archeologico sul campanile dell'eremo di Sant'Alberto di Butrio di Ponte Nizza (Pavia) - è stata rinvenuta la "martinella", la campanella allestita sul carroccio che serviva a richiamare i soldati alla ritirata. Il dibattito su dove fosse montata la martinella (sul carroccio oppure su una struttura a parte) era molto acceso; sembra invece che, grazie a questa scoperta e ad un lavoro incrociato di documenti scritti del tempo, la campanella fosse effetivamente posizionata sul carro. 
L'uso del carroccio andò scomparendo nel XV secolo, soprattutto perché le tattiche e la strategia di un conflitto o di una battaglia cambiarono radicalmente con l'avvento della armatura di piastra e delle armi da fuoco.

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