Consigli di lettura: Le guerre del Barbarossa
Paolo Grillo è uno studioso, profondo conoscitore del medioevo italiano, in particolare di quello lombardo. In questo testo, chiaro, semplice, ben scritto e piacevole da leggere, l'autore ripercorre tutte le campagne militari italiane del Barbarossa. Nel libro vengono chiaramente descritte le dinamiche del conflitto insanabile tra una concezione gerarchica del potere, appartenente all'imperatore il quale però, magnanimamente concede privilegi e libertà ai suoi sudditi, e la visione indipendentistica dei nascenti comuni italiani i quali, pur non disconoscendo l'autorità imperiale, reclamano autonomia di legge e libertà nei commerci e nella gestione delle proprie ricchezze.
Nell'opera viene ampiamente descritta la bellicosità endemica del basso Medioevo, quando guerre e schermaglie varie insanguinavano costantemente l'Italia. Di sicuro gli eserciti che si fronteggiavano, erano piccoli (da poche centinaia a forse 10-20.000 uomini) ma le battaglie erano ugualmente cruente. Non mancavano feriti, mutilati, donne stuprate ed uccise, e campi devastati. Le carestie e la fame erano compagni di viaggio della vita terrena della gente, specie della gente povera. Ed i poveri erano tanti, pochi i benestanti, pochissimi i ricchi.
Ben documentato è anche il fatto che i comuni coalizzatisi nella lega lombarda non volessero la libertà assoluta dall'impero. Infatti, essi richiedevano, e combatterono per ottenerla, una autonomia che gli era stata già riconosciuta dagli imperatori precedenti al Barbarossa, nei cui confronti riconoscevano una fedeltà formale, in cambio di autonomie, per così dire, amministrative.
Concludendo, si può affermare che l'autore traccia un ottimo resoconto della fallimentare avventura del Barbarossa in Italia, conclusasi con la disfatta di Legnano e la pace di Costanza nel 1183, accurato nella ricostruzione storica, ricco di aneddoti e di dettagli sull'arte militare dell'epoca, descritta con una notevole dovizia di particolari; in pratica, un'opera che mancava nel panorama editoriale riguardante il Medioevo.
Nell'opera viene ampiamente descritta la bellicosità endemica del basso Medioevo, quando guerre e schermaglie varie insanguinavano costantemente l'Italia. Di sicuro gli eserciti che si fronteggiavano, erano piccoli (da poche centinaia a forse 10-20.000 uomini) ma le battaglie erano ugualmente cruente. Non mancavano feriti, mutilati, donne stuprate ed uccise, e campi devastati. Le carestie e la fame erano compagni di viaggio della vita terrena della gente, specie della gente povera. Ed i poveri erano tanti, pochi i benestanti, pochissimi i ricchi.
Ben documentato è anche il fatto che i comuni coalizzatisi nella lega lombarda non volessero la libertà assoluta dall'impero. Infatti, essi richiedevano, e combatterono per ottenerla, una autonomia che gli era stata già riconosciuta dagli imperatori precedenti al Barbarossa, nei cui confronti riconoscevano una fedeltà formale, in cambio di autonomie, per così dire, amministrative.
Concludendo, si può affermare che l'autore traccia un ottimo resoconto della fallimentare avventura del Barbarossa in Italia, conclusasi con la disfatta di Legnano e la pace di Costanza nel 1183, accurato nella ricostruzione storica, ricco di aneddoti e di dettagli sull'arte militare dell'epoca, descritta con una notevole dovizia di particolari; in pratica, un'opera che mancava nel panorama editoriale riguardante il Medioevo.
Commenti
Posta un commento