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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

La torre degli Asinelli

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In un articolo passato accennammo a un'importante costruzione presente nella città di Bologna . La città felsinea era molto simile all'odierna  San Gimignano : erano presenti una quantità ingente di altissime torri, e la più iconica e alta era indubbiamente la Torre degli Asinelli . Con i suoi 97,2 metri è il simbolo della città insieme alla vicina torre Garisenda e, per l'epoca in cui è stata costruita, possiamo tranquillamente considerarla un poderoso capolavoro dell'ingegneria medievale. Scopriamola insieme! Dai suoi quasi 100 metri di altezza, la torre degli Asinelli domina Bologna La torre, anche grazie alla sua sottigliezza, è veramente vertiginosa: il senso di vertigine è acuito dal fatto che essa pende sporgendo per ben 2,23 metri rispetto alla base! Questo aspetto è piuttosto peculiare nelle torri medievali: essendo spesso costruite su terreni alluvionali, esse tendevano ad assestarsi e a trovare un equilibrio rispetto ad essi, inclinandosi. La torre di Pisa ...

Historie Medievali: le ricette della tavola rotonda

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 Ben ritrovati nella nostra cucina. Oggi vi proponiamo un paio di ricette davvero imperdibili: PISELLI CON LA CARNE SALATA (XV sec.)     Ingredienti: 100 gr. di piselli secchi; 100 gr. di carne salata; agresto; zucchero bruno di canna; cannella.   Procedimento: Lessare i piselli in acqua per circa 15 minuti. Quando sono quasi cotti, gettare l’acqua. Tagliare la carne salata in pezzi sottili e friggerli in padella, poi aggiungere i piselli, l’agresto, lo zucchero e la cannella. Cuocere ancora per qualche minuto e servire il piatto caldo. CREMA DI RISO ALLO ZAFFERANO (X sec.)   Ingredienti: 150 gr. di farina di riso; 1 litro di latte; zucchero bruno di canna; zafferano; burro chiarificato.   Procedimento: Mettere a bagno lo zafferano in un po’ di acqua tiepida e macinare lo zucchero nel mortaio. Riscaldare il latte a bassa temperatura. Non appena inizia a bollire, aggiungere la farina di riso un po’ per volta, mescolando tutto il tempo. Continuare a ...

Proposte di lettura: Medioevo marinaro. Prendere il mare nell'Italia medievale

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  Nel Medioevo, il Mediterraneo era un mare malnoto e inquietante. Nondimeno, gli uomini ne costeggiavano le sponde e lo attraversavano in ogni direzione. Un mondo viveva su e per il mare. Ma come? Con la sua documentata narrazione, Antonio Musarra , storico presso l'Università La Sapienza di Roma , riporta in luce ogni aspetto di quel Medioevo marinaro: la rete diffusa dei porti e degli attracchi; i mestieri centrati sull'attività portuale, pesca compresa; i diversi tipi di naviglio; la formazione degli equipaggi in pace e in guerra; l'organizzazione della vita quotidiana a bordo; le tecniche di navigazione e gli strumenti per orientarsi; la legislazione marittima; le battaglie, la pirateria. Per concludere con una panoramica della conflittualità mediterranea, e un approfondimento sulle navigazioni esplorative compiute nell' Atlantico . Se la recensione ti ha incuriosito, puoi trovare il libro a questo link .

Great battles of Historie Medievali: l'assedio di Nicea

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L'assedio di Nicea , dal 14 maggio al 19 giugno 1097, fu di fondamentale importanza per l'avanzata degli eserciti crociati in Asia Minore durante la prima crociata.  Nicea , situata sulla sponda orientale del Lago Ascanio, era stata strappata ai Bizantini dai turchi Selgiuchidi nel 1077 ed eretta a capitale del Sultanato di Rūm. Nel 1096 la crociata dei pezzenti, al comando di Pietro l'eremita , era culminata nel saccheggio delle terre intorno alla città e nella successiva inaspettata vittoria dei turchi. Confortato da questa prima vittoria, il sultano Kilij Arslān II ritenne che un eventuale ritorno dei crociati non potesse rappresentare un serio pericolo e perciò lasciò la sua famiglia e i suoi tesori a Nicea per combattere contro i Danishmendidi per il controllo della città di Melitene .   Miniatura raffigurante l'assedio di Nicea I crociati lasciarono Costantinopoli alla fine di aprile del 1097 e Goffredo di Buglione fu il primo a giungere nei pressi di Nicea...

Historie Medievali the family of: i Plantageneti

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ORIGINI Dal IX secolo, nelle aree del Gâtinais e dell' Angioux in Francia , si sviluppa una famiglia cadetta della casata d' Angiò conosciuta col nome di Plantageneti . Il nome deriva da " Planta Ginestae ", ossia la pianta di ginestra. Goffredo il Bello, fondatore della casata CONTESTO GEOGRAFICO I Plantageneti saranno soprattutto operativi nel ducato di Normandia e nella contea del Maine in Francia , oltre che nel Regno d'Inghilterra , dove daranno all'isola, fra il 1154 e il 1485, ben 15 sovrani.  La Francia centro-settentrionale e l'Inghilterra sono i territori in cui ha agito la casata STEMMA ARALDICO Di rosso, a tre leoni passanti d'oro in palo, armati e lampassati d'azzurro. STORIA DELLA FAMIGLIA Fondatore Goffredo V d'Angiò , detto il Bello o Plantageneto, conte d' Angioux  e del Maine dal 1129 e poi duca di Normandia dal 1144 al 1150. Sposò l'unica erede al trono d' Inghilterra , Matilde d'Inghilterra , dando vita...

Le leggende sulla Sacra di San Michele

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Nel comune di Sant'Ambrogio di Torino , nella Val di Susa, proprio sul monte Pirchiriano , sorge il complesso architettonico della Sacra di San Michele . Un luogo in cui spiritualità e leggenda si incontrano per raccontarci una storia frutto della cultura del pellegrinaggio. Ma quali altri misteri nasconde questo posto? Possiamo scoprirli partendo dalla sua fondazione. La Sacra di San Michele avvolta dalla nebbia Difatti, uno degli enigmi irrisolti è probabilmente la sua data di costruzione, che si ipotizza essere compresa tra il 983 ed il 987. Successivamente la Sacra di San Michele subisce interventi ed ampliamenti per quasi un millennio diventando un vero e proprio rebus architettonico. Un rompicapo composto da innumerevoli immagini arcane, che ad esempio troviamo sui capitelli del Portale dello Zodiaco, scene macabre e peccaminose dove alcune donne allattano serpenti. Forse simboli della madre terra che nutre contemporaneamente sia il male che il bene rappresentati dai due ret...

Historie Medievali feudal Japan: il Kojiki

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La più antica cronaca esistente in Giappone , arrivata fino ai giorni nostri, è un testo che venne scritto da Ō no Yasumaro  nei primi anni dell'VIII secolo dopo Cristo, il suo nome si può tradurre come " vecchie cose scritte ", e si traduce come  Kojiki (古事記). L'autore del Kojiki,  Ō no Yasumaro Nel VII sec. il sovrano Tenmu (672-686), del clan Yamato , ordinò la compilazione di un manoscritto che documentasse la storia del paese dai primordi ai suoi tempi. La supremazia del capo del clan Yamato , che deteneva poteri sacerdotali, militari e politici, era indiscussa. Il Kojiki fu commissionato a Ō no Yasumaro proprio per rafforzare l'ottenuta egemonia del sovrano Tenmu . Lo scopo era quello di legittimare la supremazia Yamato , sulla base di antichi documenti delle varie casate, certificando l'importanza delle loro divinità protettrici all'interno del pantheon shinto , e l'esclusiva discendenza dei sovrani Yamato da Amaterasu Ōmikami , dea del sole ...

I guanti nel medioevo

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Nel Medioevo i guanti avevano una specifica importanza nelle regole sociali: i Longobardi li usavano durante il rito nuziale in cui lo sposo donava alla sposa un suo guanto e la spada. Diventarono ben presto un oggetto identificativo di un determinato gruppo di persone, con nobili e clero che avevano le proprie specifiche tipologie di guanto.  Guanti di re Ruggero II Palermo, Regio opificio di corte. XIII sec. Se i membri delle classi meno abbienti continuarono ad usare guanti in tessuti grezzi e poco rifiniti, sempre di più i nobili sceglievano per sé tessuti pregiati. I feudatari medioevali li indossavano in velluto e tempestati di gemme, mentre i cavalieri li avevano in maglia di ferro, destinati a proteggere le mani durante le tenzoni. In quel periodo il guanto fu indumento prettamente maschile, addirittura proibito alle donne mediante un apposito decreto. Solo nel IX secolo i guanti cominciarono ad essere usati anche dalle donne; inoltre venivano adoperati per la caccia (falc...