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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

I paladini

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La letteratura medievale, incentrata sul periodo carolingio, introduce una figura che diverrà un elemento di grande fascino che si protrarrà fino ai giorni nostri. Questa figura compare la prima volta nella Chanson de Roland , poema dell'XI secolo di cui abbiamo parlato in questo articolo . La figura a cui facciamo riferimento è quella del paladino . Carlo Magno con i suoi paladini sassoni Nella Chanson de Roland i valori del cavaliere cristiano vengono contrapposti alle barbarie delle orde saracene: i racconti dei paladini infatti, nascono nel contesto delle guerre tra i Franchi e i Mori, avvenute durante la conquista della Spagna da parte dell'Islam, proseguita con l'invasione da parte della Francia e il famoso episodio della battaglia di Roncisvalle . Il paladino viene introdotto come il cavaliere più importante nella corte dell'imperatore, il cavaliere di palazzo: infatti la parola deriva dal latino comes palatinus , ovvero " conte di palazzo ", termine

Proposte di lettura: L'idea di Medioevo. Fra storia e senso comune

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Qual è il senso del medioevo? In che cosa gli siamo debitori? Perché studiarlo o insegnarlo? In questo breve, densissimo scritto, uno storico di grande caratura, Giuseppe Sergi , prova a cimentarsi con le domande più radicali, e solo apparentemente più ovvie. In questa nuova edizione, rivisitata e arricchita, l'autore, partendo dai luoghi comuni e dai distinguo degli specialisti, arriva a definire il medioevo un grande "laboratorio", un cantiere dove lavorano molteplici esperienze e idee. Il libro, tradotto anche in francese e in spagnolo, tratta, come si può intuire dal titolo, la differenza tra l'idea di Medioevo presente nell'immaginario collettivo e la realtà storica dei dieci secoli medievali. L'autore infatti sottolinea fortemente che il concetto di Medioevo a noi giunto è in gran parte errato. Questo a causa di una deformazione prospettica attuata dagli storici del XV e XVI secolo, i quali hanno esteso la realtà storica appartenuta ai vicini secoli

L'inizio del celibato sacerdotale

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Quella del celibato sacerdotale è una storia lunga di resistenza ad una pratica che la Chiesa Romana ha cercato di imporre per secoli. Già prima del crollo dell' Impero di Occidente , a differenza di altre confessioni cristiane, basandosi sul celibato di Gesù e dei suoi Apostoli, si chiedeva ai pastori l’osservanza di una continenza totale nei riguardi delle proprie mogli. Infatti, nel 305-306 circa, il Concilio di Elvira in Spagna  dichiarò che ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, era proibito avere relazioni sessuali con le proprie mogli e generare figli; il Concilio di Cartagine , circa 80 anni dopo, considerò quest’obbligo una prassi antica e di origine apostolica, ma tali decisioni, come anticipato, avevano un’efficacia solo locale. Nei fatti si arriva al Medioevo che il matrimonio e la sua relativa consumazione sulla carta è proibito, ma nella pratica viene ampiamente celebrato e consumato dalla stragrande maggioranza dei chierici. Stampa raffigurante il Concilio Lateran

Historie Medievali: le ricette della tavola rotonda

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Bentornati nella nostra cucina. Anche oggi vi proponiamo due succulente ricette direttamente dal Medioevo:     ZUPPA DI LATTUGA E MAIALE (XIV secolo)   Ingredienti: 500 gr. di costine di maiale; lattughe; 2 tuorli d’uovo; latte di capra; lardo; spezie (chiodi di garofano, noce moscata, cardamomo).   Procedimento: Prendere il torso delle lattughe e tritarlo con il lardo. Sciogliere il lardo e aggiungere le costine facendole rosolare, poi la lattuga e il latte di capra. Cuocere la minestra e pestare le spezie nel mortaio. Quando la minestra è quasi del tutto cotta, aggiungere le spezie e poi i tuorli. Potrebbero andare bene due tuorli per mezzo chilo di costine per una cottura di poco più di un’ora, ma i tempi possono variare a seconda della dimensione delle costine. Servire la minestra calda.        PANE EGIZIANO CON PISTACCHI E MANDORLE (XIV secolo)   Ingredienti (per 4 panini): 450 gr. di farina bianca di grano; 150 ml. di olio di sesamo; 70 ml. di acqua tiepida; 2 cucchiai di pasta m

Le bocche da fuoco secondo Francesco di Giorgio Martini

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Il Medioevo è quell'epoca in cui ci sono state notevoli invenzioni: tra queste, nel contesto militare, abbiamo un'ampia evoluzione sia in ambito difensivo che offensivo, ma quello che oggi vogliamo proporvi è un approfondimento sulle bocche da fuoco sul finire del Medioevo.  Come abbiamo già accennato in un precedente articolo riguardo alle armi da fuoco, ci siamo soffermati sulle prime, che furono utilizzate nei secoli tra il XIV e il XV, mentre a distanza di circa cento o centocinquanta anni, le armi ossidionali evolvono ulteriormente. Le primitive bombarde conosciute, risalenti al XIV secolo, erano di struttura conica, con l'evidente intento di poter tirare palle di pietra di vario diametro.  L'idea decadde per ovvie ragioni: a causa dell'espansione dei gas che si compiva inefficacemente non appena il proietto si scostava dall'anima; questo pose le basi per quei nuovi pezzi a tiro curvo, comparsi nel 1500, divenuti noti come mortai. Verso la fine del 1400 Fr

Historie Medievali feudal Japan: come iniziò il Giappone feudale

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A quale periodo si fa risalire l'inizio del Giappone Feudale ? Ebbene, istituzionalmente l'inizio dell'era feudale o medievale viene fatta coincidere con l'anno 1185. In quest'anno termina il prospero periodo Heinan e comincia quello detto Kamakura , a cui abbiamo dedicato un articolo che potete consultare qui . Infatti, nel 1185 termina la cosiddetta guerra civile di Genpei tra i clan Minamoto e Taira . La sconfitta di quest'ultimo nella battaglia di Dan-no-ura determinò la nascita dello shogunato Kamakura , con a capo Minamoto no Yoritomo (il primo shogun nel senso comunemente percepito del termine), dando effettivamente inizio al periodo feudale giapponese. Pagina di un libro illustrato sull'invasione mongola Da allora il titolo di shogun divenne ereditario e il Giappone incominciò a essere governato da una oligarchia militare ( bakufu ): con lo shogunato, le élite e la popolazione si divisero in caste; pertanto, si creò un'organizzazione social

I nove Prodi

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I Nove Prodi sono nove personaggi storici, scritturali e leggendari che personificano gli ideali della cavalleria stabiliti nel Medioevo, le cui vite erano considerate uno studio prezioso per gli aspiranti allo status cavalleresco. Tutti venivano comunemente chiamati "Principi" , indipendentemente dai loro titoli storici. In francese sono chiamati Les Neuf Preux , dando un'idea più specifica delle virtù morali che hanno esemplificato: quelle del coraggio militare e della generosità. I Nove Prodi includono tre pagani ( Ettore , Alessandro Magno e Giulio Cesare ), tre ebrei ( Giosuè , Davide e Giuda Maccabeo ) e tre cristiani ( Re Artù , Carlo Magno e Goffredo di Buglione ). Le statue dei Nove Prodi sull'antico Municipio di Colonia Furono descritti per la prima volta all'inizio del XIV secolo, nel 1312, da Jacques de Longuyon nel suo Voeux du Paon . La loro selezione tradisce uno stretto legame con il genere romanzesco della cavalleria . Ordinatamente divisi in

Le vette dell'arte medievale: il palazzo della Ragione

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Come abbiamo accennato nel nostro articolo sulla Padova Urbs Picta , riprendiamo la nostra rassegna nel dettaglio dei grandi capolavori patavini. Oggi è il turno del palazzo della Ragione, antica sede dei tribunali cittadini che per molto tempo ha ospitato la sala pensile più grande del mondo. Il salone del palazzo Il palazzo si trova tra piazza della Frutta a nord e piazza delle Erbe a sud, sedi dell'importante mercato che si svolge fin dai tempi remoti. Nonostante le apparenze, l'antico edificio è a pianta leggermente trapezoidale, in quanto fu costruito lungo i canali d'acqua che attraversavano quell'area e che non erano perpendicolari tra loro; assomiglia a un'enorme nave capovolta e poggia su 90 piloni, disposti in quattro ordini. Le facciate principali sono quelle che danno sulle piazze e al piano superiore presentano un'ampia loggia, mentre al piano inferiore si trova una bassa loggetta veneziana che sporge dal resto dell'edificio e copre buona parte

Great battles of Historie Medievali: la battaglia di Cresson

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La battaglia di Cresson avvenne il 1º maggio del 1187, sulle sponde del Cresson, o 'Ain Gozeh' , vicino Nazaret . Fu il preludio della sconfitta del Regno di Gerusalemme nella battaglia di Hattin combattuta due mesi dopo.  La situazione politica a Gerusalemme era molto tesa. Raimondo III di Tripoli , che aveva governato come reggente ed era uno dei consiglieri più saggi del regno, si rifiutò di accettare come nuovo sovrano Guido di Lusignano . Gerardo di Ridefort , maestro dei cavalieri templari, Roger de Moulins , maestro degli Ospitalieri, Baliano di Ibelin , Ioscio , arcivescovo di Tiro e Reginaldo , furono inviati a Tiberiade per negoziare con Raimondo .    La battaglia di Cresson, miniatura di Jean Colombe, ca. 1474 Nel frattempo, Saladino aveva inviato una piccola armata verso Tiberiade, guidata da suo figlio al-Afdal , per rappresaglia in merito a un precedente attacco ad una carovana musulmana da parte di Rinaldo di Châtillon . Raimondo III nutriva la speranza che Sa

Il villaggio riemerso

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Il mondo intero sta facendo sempre più i conti con le conseguenze del cambiamento climatico: incendi, siccità in periodi normalmente piovosi e grandi tempeste, stanno facendo capolino in ogni lato del pianeta. L' Italia , in particolare la val Padana , è affetta da mesi da una gravissima mancanza di piogge che ha mandato in secca addirittura il fiume Po, riducendo di molto il suo alveo; se questo da una parte è un enorme problema da affrontare, dall'altra ha permesso la riemersione di un villaggio medievale perduto dopo un'alluvione nel XIX secolo: Borgofranco . I resti dell'insediamento Tanti sono gli insediamenti urbani persi nel corso dei secoli per le più disparate ragioni. Borgofranco, che si trovava fra Piemonte (provincia di Alessandria ) e Lombardia (provincia di Pavia ), era uno di quei villaggi medievali nati per la presenza di una grandissima fonte d'acqua, il fiume Po per l'appunto, sorto intorno all'anno mille ed in seguito abbandonato. Il bor