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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Proposte di lettura: Alla scoperta dei luoghi segreti del Medioevo

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Castelli, borghi, chiese e palazzi: il Medioevo ha disseminato l' Italia di meraviglie artistiche e architettoniche, forse più del tanto celebrato Rinascimento. Ma lo ha fatto seguendo la geografia di un potere disomogeneo, parcellizzato e diffuso. Il risultato è che ogni lembo della penisola ha un palazzo di pregio e ogni borgo arroccato il suo inaccessibile maniero, mentre imponenti abbazie spuntano all'improvviso tra le campagne, dietro la curva di un sentiero appenninico battuto dai pellegrini, e chiese rupestri e piccole rocche sperdute si rivelano, a volte, splendidi scrigni affrescati. Da Aosta alla Sicilia , dal Friuli alla Sardegna , ogni luogo ha una storia e spesso una leggenda da raccontare. Ed è ciò che in questo libro, ripercorrendo la penisola, Mario Galloni ed Elena Percivaldi hanno provato a fare.  Nel libro si parlerà di Sant'Orso in Valle d'Aosta, dove è presente il diavolo tra i capitelli del chiostro; in Piemonte vedremo l'abbazia di Lucedi

La figlia segreta di Marco Polo

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Dall’ Archivio di Stato di Venezia arriva una interessante scoperta che getta nuova luce sulla biografia di Marco Polo : dalle ultime volontà, vergate il 7 luglio del 1319 a Venezia, e affidate al padre Marco Polo (1254-1324) emerge l’esistenza di una figlia, Agnese , fino ad ora sconosciuta, del celebre viaggiatore veneziano ed autore de “ Il Milione ”. Ritratto di Marco Polo La scoperta da parte dello studioso Marcello Bolognari , all’Archivio di Stato veneziano e pubblicata sulla rivista ‘Studi Medievali III’ serie, 62, avvenuta nell’ambito del progetto di ricerca archivistica Biflow dell’ Università Ca’ Foscari svela un particolare interessante quanto sconosciuto sulla progenie di Marco Polo , di cui finora era nota la figlia Fantina Polo , degna discendente del viaggiatore, forte e determinata, che non esitò a rivolgersi al tribunale per rivendicare l’eredità lasciatale dal padre, oltre alle figlie Bellela e Moreta , avute dal matrimonio con Donata Badoer a partire dall’ann

Le vette dell'arte medievale: Padova urbs picta

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In un articolo passato abbiamo parlato della bellissima Cappella degli Scrovegni a Padova . Ma questo non è l'unico capolavoro esistente in città: infatti, le testimonianze di capolavori di epoca medievale sono così tante ed importanti che la città è stata nominata, il 24 luglio del 2021, patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. La meravigliosa volta del battistero di Padova “ I cicli affrescati padovani illustrano l’importante scambio di idee che esisteva tra i protagonisti del mondo della scienza, della letteratura e delle arti visive nel clima preumanista di Padova all’inizio del XIV secolo. Gli artisti hanno mostrato grande abilità nel dare forma visiva a queste idee e le loro capacità tecniche hanno permesso ai cicli affrescati padovani non solo di diventare un modello per gli altri, ma anche di dimostrarsi notevolmente resistenti al passare del tempo. Il gruppo di artisti in cerca di innovazione, riuniti a Padova, favorì allo stesso tempo uno scambio di idee e un know-ho

Historie Medievali: le ricette della tavola rotonda

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Benvenuti nella nostra cucina! Oggi vi proponiamo un paio di ricette, molto gustose, a base di fagioli:       FAGIOLI CON CIPOLLA E FORMAGGIO (XIII secolo) Ingredienti:   200 gr. di fagioli dall’occhio precedentemente cotti; 1 uovo; 1 cipolla; pecorino stagionato o parmigiano; olio d’oliva; spezie (pepe nero, noce moscata, chiodi di garofano).  Procedimento: Pestare nel mortaio pepe nero, noce moscata e chiodi di garofano. Tagliare la cipolla, grattare il formaggio e sbattere l’uovo. Versare in una padella l’olio d’oliva e soffriggere la cipolla fino a renderla dorata e morbida. Aggiungere i fagioli dall’occhio precotti e le spezie, cuocendo per alcuni minuti. Aggiungere l’uovo e il formaggio, mescolando per pochi secondi, poi togliere dal fuoco. Impiattare e servire i fagioli ancora caldi.  FAGIOLI E PANCETTA (XIII secolo)   Ingredienti: 200 gr. di fagioli dall’occhio precedentemente cotti; pancetta affumicata; zafferano; pepe lungo.   Procedimento:  Mettere a bagno lo zafferano in

L'amante della regina

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L'ultima regina della casata d'Angiò che ha governato Napoli è stata Giovanna . Nel 1416 questa regina strinse una relazione sentimentale con un nobile della corte, nonché Gran Ciambellano del Regno, una sorta di primo ministro, chiamato Sergianni Caracciolo , nonostante quest'ultimo fosse già sposato con la nobile Caterina Filangieri . Affresco ritraente Sergianni Caracciolo in San Giovanni a Carbonara Fra i due nacque un rapporto turbolento, continuamente scosso da contrasti e disaccordi, viziato all'origine dall'intreccio di sentimenti, ambizioni e potere, sul quale reggeva. Tuttavia Sergianni esercitò per decenni un'influenza enorme sulla regina, che da parte sua cedette a poco a poco il suo potere a subalterni fino a restarne ella stessa dominata. Già a partire dai primi anni della relazione, l'amante ebbe un ruolo preponderante nella politica del Regno di Napoli , investito dalla sovrana dell'autorità di assumere motu proprio molte decisioni di

Great battles of Historie medievali: la battaglia di Roccasecca

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La battaglia di Roccasecca è avvenuta il 19 maggio 1411, nei pressi dell'omonima località, lungo il fiume Melfa , affluente del Liri , e vide contrapposti gli eserciti di Luigi II d'Angiò-Valois e Ladislao d'Angiò-Durazzo . Ritratto di Luigi II d'Angiò-Valois Nel 1410 Luigi II d'Angiò-Valois , alla sua seconda venuta nel Regno di Napoli , aveva liberato Roma dall'occupazione delle truppe di Ladislao d'Angiò-Durazzo e si preparava, nel maggio dell'anno seguente (1411), ad affrontare nuovamente il sovrano napoletano, ponendo l'accampamento a Ceprano . D'altro canto Ladislao , muovendo da Capua, aveva posto l'accampamento nelle campagne situate sotto Roccasecca , così da avere il campo nemico a circa un miglio di distanza, separato dal fiume Melfa , affluente del Liri . Le forze dei due avversari erano numericamente quasi identiche (12.000 cavalieri e 6.000 fanti per gli angioini francesi, 13.000 cavalieri e 4.000 fanti per il regno di Napol

La servitù della gleba

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Molte sono state le eredità dell'epoca romana che hanno trovato largo uso nel medioevo, ed una di queste fu proprio la servitù della gleba. Ma in cosa consisteva questa pratica?  Servi della gleba arano il grano Per capirlo dobbiamo prima parlare dell'antefatto che ha portato alla figura del servo della gleba. Nel III secolo dopo Cristo, l'espansione imperiale romana si fermò: l'Impero romano, a quel punto, si dimostrò incapace da un lato di realizzare uno sviluppo economico della produzione agricola non dipendente dalle conquiste e dallo sfruttamento degli schiavi, e dall'altro di ovviare all'aumento dei costi della spesa pubblica (per pagare, in particolare, l'esercito e la burocrazia) con un sistema fiscale più efficiente che oppressivo. Inoltre, le guerre civili e le scorrerie barbariche che cominciarono a imperversare dal III secolo, iniziarono a devastare anche le regioni più fertili. Il risultato fu che le campagne cominciarono a spopolarsi (fenomeno

La Poulaine: bizzarra e dolorosa scarpa medievale

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Possiamo considerarla la sneaker del Medioevo: la Poulaine , un modello di calzatura in pelle caratterizzato da una lunghissima punta. Conquistò l’Europa e i soldati la usavano anche in battaglia, nonostante fosse molto più che scomoda. Infatti, una nuova indagine sui resti di alcune persone vissute in Gran Bretagna nel XIV secolo, rivela che causavano fastidiose borsiti e l’alluce valgo.   Replica di una poulaine   Dal XII al XV secolo le “Scarpe di Cracovia” o “Scarpe Polacche” erano diffusissime, nonostante non fossero molto pratiche. Infatti, presentavano una forma allungata che terminava con una lunghissima punta, probabilmente di ispirazione orientale. I primi modelli furono realizzati in Polonia , da cui il nome, ma fu la corte di Borgogna a diffonderle. La calzatura era in cuoio, mentre con il muschio o con altri materiali veniva realizzata la caratteristica forma a punta. Da notare che la Poulaine era, già a quei tempi, un modello gender free. In altre parole, era unisex,