L'amante della regina

L'ultima regina della casata d'Angiò che ha governato Napoli è stata Giovanna. Nel 1416 questa regina strinse una relazione sentimentale con un nobile della corte, nonché Gran Ciambellano del Regno, una sorta di primo ministro, chiamato Sergianni Caracciolo, nonostante quest'ultimo fosse già sposato con la nobile Caterina Filangieri.

Affresco ritraente Sergianni Caracciolo in San Giovanni a Carbonara

Fra i due nacque un rapporto turbolento, continuamente scosso da contrasti e disaccordi, viziato all'origine dall'intreccio di sentimenti, ambizioni e potere, sul quale reggeva. Tuttavia Sergianni esercitò per decenni un'influenza enorme sulla regina, che da parte sua cedette a poco a poco il suo potere a subalterni fino a restarne ella stessa dominata. Già a partire dai primi anni della relazione, l'amante ebbe un ruolo preponderante nella politica del Regno di Napoli, investito dalla sovrana dell'autorità di assumere motu proprio molte decisioni di fondamentale importanza.
A lui infatti, si deve la rottura fra la regina e papa Martino V che, in quanto signore feudale del Regno napoletano, aveva chiesto a Giovanna il sostegno economico per la ricostituzione del suo esercito. Sergianni istigò la sovrana a rifiutare il contributo chiesto dal pontefice. Trovato un alleato in Luigi III d'Angiò-Valois, nel 1420 Martino V lo incitò contro Giovanna. La regina, per reggere all'aggressione, sfruttò le manovre politiche del Caracciolo per ottenere l'alleanza del potente Alfonso V d'Aragona, creando le premesse per la guerra di successione che si scatenò trent'anni dopo la sua morte: infatti Giovanna promise ad Alfonso il trono di Napoli in cambio del suo aiuto.
Nel giro di pochi anni i rapporti fra Giovanna e Alfonso, nominato erede al trono, degenerarono in un violento scontro che coinvolse anche il Caracciolo. Profondamente odiato dall'aragonese per l'immenso potere che egli deteneva, nel maggio del 1423 Sergianni fu tratto in arresto da Alfonso, i cui soldati posero l'assedio a Castel Capuano per costringere Giovanna alla resa. Fallito l'assedio, si giunse fra le parti ad uno scambio di prigionieri; in tal modo la regina e Sergianni furono liberi e insieme si recarono ad Aversa. Là avvenne l'incontro pacificatore con Luigi III d'Angiò-Valois, che fino a quel momento era stato loro avversario. Sempre su indicazione del Caracciolo, la regina prese le distanze dal sovrano aragonese Alfonso e ne annullò l'adozione, nominando Luigi suo nuovo erede. Alfonso, intanto, fu costretto a far ritorno in patria per reprimere i conflitti scoppiati tra i suoi fratelli e il re di Castiglia.

La città di Aversa in una stampa d'epoca

Che succede però quando il potere di un nobile diventa troppo forte, compromettendo gli equilibri? Succede che bisogna far fuori l'elemento destabilizztore. Così, quando il potere del Caracciolo divenne troppo ingombrante, la regina ordì una congiura per ammazzare il nobile.
Poco dopo la mezzanotte del 18 agosto 1432, dopo che ebbero termine i festeggiamenti di un matrimonio consumatosi tra il figlio del Caracciolo e la figlia di un esponente di un'altra nobile famiglia, la Caldora, la regina Giovanna, opportunamente consigliata dalla sua corte, fece compiere con un tranello l'assassinio di Sergianni, ucciso con venti colpi di pugnale da un gruppo di sicari, fra cui anche alcuni Caracciolo, che entrarono nella stanza del castello in cui egli si era ritirato per coricarsi. Subito dopo l'assassinio, la regina tenne prigioniero il figlio Troiano fino a quando la vedova di Sergianni non gli ebbe consegnato il castello di Melfi con l'immenso tesoro accumulatovi dal marito. In seguito tutti i congiurati furono ricompensati dalla sovrana napoletana. Sergianni venne sepolto a Napoli, nella chiesa di San Giovanni a Carbonara, all'interno della cappella Caracciolo del Sole, di cui abbiamo già parlato in un nostro articolo.

La tomba di Sergianni in Cappella Caracciolo del Sole


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