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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

La basilica di Sant'Ambrogio

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È la seconda chiesa più importante di Milano, punto di riferimento dell'epoca paleocristiana e medievale, nonché della storia della Chiesa Ambrosiana. Fondata dal Vescovo Ambrogio fra il 379 ed il 386 d.C. per celebrare i martiri cristiani lì uccisi dai Romani, venne dedicata a quest'ultimo quando vi fu sepolto alla sua morte, avvenuta nel 397 d.C.. Ma anche se venne fondata in epoca romana, quella di oggi non è la basilica che venne costruita allora: infatti, anche se la pianta segue fedelmente la disposizione di quella originale, essa è stata gradualmente costruita fra il 790 ed il 1099 d.C.. Facciata della basilica vista dal quadriportico La basilica presenta un quadriportico antistante l'entrata con tre navate ed altrettante absidi. Lo stile è prettamente romanico, mentre il materiale di costruzione è povero: mattoni, pietra ed intonaco bianco. La facciata a capanna è larga e schiacciata. Presenta due logge sovrapposte. Quella inferiore ha cinque arcate uguali (d

Il battesimo

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Il problema principale legato all'infanzia, nel medioevo, era l'alto tasso di mortalità, motivo per cui la chiesa decise di rendere obbligatorio il battesimo in tenera età, piuttosto che continuare a celebrarlo in età adulta, come era sempre stato. La campagna di diffusione di questo nuovo vincolo fu notevole; d'altronde la chiesa è sempre stata maestra in questo: in pochissimo tempo il nuovo ordinamento rituale raggiunse e si impose nei grandi castelli e nelle sperdute campagne. È chiaro che in una società in cui la vita di un neonato non era controllabile dal punto di vista sanitario e la morte era frequente quanto la nascita, l'unica scelta che rimaneva ai genitori era quella di gestire almeno l'anima del bambino e garantirgli la salvezza nell'al di là. In tutto il medioevo il battesimo ebbe una liturgia ben precisa che rappresentava l'emblema del controllo della chiesa su questo rito. Battesimo di Isabella, figlia di Carlo V di Francia Se in u

L'Origine dei Vichinghi, parte 3

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Oggi ritorniamo a parlare dei Vichinghi. Come descritto nei due articoli precedenti,  L'Origine dei Vichinghi parte 1  e  L'Origine dei Vichinghi parte 2  , i vichinghi erano abili marinai; i cronisti narrano che " essi abitavano sui mari e vivevano sulle navi ", mentre i loro capi erano spesso chiamati re del mare. Un'usanza vichinga era quella di coprire le prue delle loro navi con simulacri di teste di drago o di serpente per allontanare gli spiriti maligni abitanti i mari. L'iconografia popolare che rappresenta delle grandi navi con teste di drago è sicuramente fuorviante. La maggior parte delle imbarcazioni dei vichinghi era di dimensioni piuttosto contenute per poter navigare in baie poco profonde e nei fiumi. Quando se ne presentava l'occasione, esse potevano anche essere trasportate da una distesa d'acqua a un'altra sulle spalle dei rematori. Fino al VIII secolo le navi vichinghe furono esclusivamente a remi, in seguilo esse vennero dotate

Historie medievali: le ricette della tavola rotonda

Le ricette che vi proponiamo oggi, sono le seguenti: MINESTRA D'ERBE FRESCHE Ingredienti: 1,5 litri Brodo di manzo; 500 gr. Foglie di bietola; 1 Pugno abbondante di borragine, spinaci, romana, scarola; 1 Mazzetto di prezzemolo; 1 Mazzetto di menta fresca;  Sale;  Pepe. Procedimento Mondare e lavare le bietole, lavare gli spinaci e le altre erbe. Cuocerle in acqua bollente salata per 5-7 minuti circa senza coprire, per mantenere il colore verde. Scolare e strizzare con cura. Tritarle finemente su un tagliere, col coltello o la mezzaluna. Tritare il prezzemolo e la menta separatamente (attenzione a non tritare la menta troppo in anticipo altrimenti diventa scura e perde il suo aroma!).  Portare a ebollizione il brodo, aggiungere le erbe cotte e poi 3 cucchiai circa di prezzemolo, e 2 o 3 di menta, a seconda dei gusti. Far riprendere il bollore. Aggiustare il condimento, pepare e servire. Il gusto dell'erba fresca viene dato dal prezzemolo e dalla menta,

La Divina Commedia

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" L'Amor che move il sole e l'altre stelle. " Così, Dante Alighieri concludeva una delle opere letterarie più poderose e alte mai concepite da mente umana, ossia "La Divina Commedia". Gustave Dorè - Dante contempla Dio La Divina Commedia è un poema scritto nel XIV Secolo da Dante Alighieri, uno dei padri della letteratura italiana. Sappiamo tutti che è la descrizione del viaggio di Dante tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. I tre mondi astrali attraversati da Dante, sono una metafora della vita in cui, per crescere e maturare, è necessario passare attraverso l'incertezza ed il dramma dell'errore e del peccato, per poi fare un percorso che porta verso la maturazione e l'avvicinamento a Dio. Inizialmente si chiamava semplicemente "Commedia"; fu Boccaccio a definirla "Divina" nel suo trattato su Dante. L'interpretazione allegorica mostrata nel poema è il culmine della visione medievale dell'oltretomba crist

Gravidanza e parto nel medioevo

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In una società in cui la famiglia numerosa era la regola, gravidanze e parti erano eventi assai frequenti. Il profondo senso religioso dell’epoca induceva a ritenere ogni pargolo una benedizione di Dio, ma accanto a questa concezione altamente spirituale della vita umana, se ne associava un'altra decisamente più pragmatica di carattere economico, in quanto soprattutto negli ambienti più poveri, contadini in particolare, si rendeva necessario il maggior numero possibile di braccia da impiegare in seguito (e neppure troppo tardi) nel duro lavoro dei campi. Un parto. Nel medioevo gravidanza e nascita erano momenti importanti della vita familiare Proprio a causa della forte influenza religiosa, l'aborto era proibito e la contraccezione era ritenuta immorale dalla chiesa (ciò nonostante, le donne utilizzavano comunque metodi per evitare la gravidanza, come il coito interrotto o l'inserimento di radice di giglio e rue nella vagina).  Con queste premesse, è chiaro q

L'Origine dei Vichinghi, parte 2

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Oggi continuiamo a raccontarvi la storia di vichinghi, uomini divenuti leggendari grazie alle loro imprese ardue, violente, ma altrettanto nuove e rivoluzionarie. Come già trattato nell'articolo precedente "  L'Origine dei Vichinghi,parte 1  ", le terre dei Vichinghi si estendevano originariamente sui tre stati odierni di Danimarca, Norvegia e Svezia. A causa della morfologia di queste terre ricche di fiordi, di cale poco accessibili, di aspre montagne e di foreste sterminate, i Vichinghi non avevano mai avuto contatti con altre popolazioni, e anche i rapporti tra i diversi clan (struttura base di queste popolazioni) erano molto rari e solitamente avvenivano in occasione di matrimoni o di lotte, che non di rado scoppiavano tra le tribù. Scandinavia con i principali centri Vichinghi Queste particolari condizioni ambientali, unite ai lunghi e rigidi inverni nordici, non facilitavano certo le comunicazioni, che solitamente avvenivano per via fluviale, essendo la