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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Ipotesi sulla morte di Giovanna d'Arco sul rogo

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Secondo la storiografia ufficiale, Giovanna d'Arco  (1412-1431), figlia di contadini e analfabeta, dopo aver guidato giovanissima le truppe francesi contro gli inglesi che occupavano Orléans , fu da questi imprigionata, accusata di essere un'eretica e una strega, per poi venir arsa viva a soli 19 anni. A partire dall'Ottocento si diffuse però l'opinione che l'eroina nazionale francese fosse in realtà figlia illegittima di un membro della famiglia reale dei Valois .  Giovanna d'Arco Questa credenza o ipotesi, assieme a quella che la "vera" Giovanna D'Arco non sarebbe affatto morta sul rogo, è stata ribadita da anche da Serhly Horbenko , un ortopedico di Kiev (Ucraina) considerato uno dei massimi specialisti nell' analisi di scheletri. Il dottore fu invitato dalle autorità francesi a condurre un'indagine sui resti dei re sepolti nella chiesa di Notre-Dame de Cléry , Horbenko scoprì, accanto alle tombe di casa Valois ,   lo scheletro di una d

Un tesoro trovato per caso

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Immaginate di star passeggiando per i sentieri di un bosco, quando all'improvviso vi imbattete in un tesoro! Questo è quello che è successo a degli escursionisti in Abruzzo : siamo in pieno Parco Nazionale d'Abruzzo: mentre gli escursionisti passeggiavano su un sentiero del CAI, Club Alpino Italiano, che porta dalla località di Sant'Angelo a Ripe alle rovine di un castello, il Castel Manfrino, hanno ritrovato ben 209 monete: essendo molto intaccate dagli agenti atmosferici, subito hanno compreso che si trattasse di monete antiche e hanno contattato i carabinieri forestali, che giunti sul posto le hanno contate e prese in carico. Le monete ritrovate sul sentiero, ossidate dagli agenti atmosferici Nei giorni successivi i forestali hanno sorvegliato l'area per evitare scavi abusivi ed effettuato altri sopralluoghi: durante uno di questi sopralluoghi sono state ritrovate altre 99 monete, portando il numero totale di pezzi trovati a 308. I carabinieri forestali hanno inform

Historie medievali the lif of: Arnolfo di Cambio

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Arnolfo di Cambio , noto anche come Arnolfo di Lapo (Colle di Val d'Elsa, 1232 o 1240 circa – Firenze, 8 marzo 1302-1310 circa), è stato uno scultore, architetto e urbanista italiano attivo in particolare a Roma e a Firenze alla fine del Duecento e nei primi anni del secolo successivo. Sulla famiglia e sulle origini di Arnolfo ben poche notizie certe sono giunte fino a noi. Sembra, comunque, figlio di Messer Lapo , notaio a Colle di Val d'Elsa, e di domina Perfetta .  Ritratto nella Vita d'Arnolfo del Vasari   Arnolfo di Cambio si formò nella taglia (bottega) di Nicola Pisano e con lui lavorò all' Arca di san Domenico nella chiesa di San Domenico a Bologna (1264-67), e al pulpito del Duomo di Siena (1265-1269). Dopo aver lasciato la bottega intorno al 1270, avendo acquisito un'autonomia professionale, si trasferì a Roma , dove fu al seguito di Carlo I d'Angiò . Di questi anni sono il Ritratto di Carlo I d'Angiò (circa 1276, oggi presso il

I Comuni medievali

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Nel Medioevo c'è stata un'istituzione fondamentale che ha traghettato il centro nord della penisola italiana verso l'Umanesimo: mentre il sud Italia si affermava come Regno, non dissimile dagli stati nazionali che si stavano formando come la Francia , l' Inghilterra e la Spagna , in Italia centrale e settentrionale si affermarono una miriade di città che cominciarono a governarsi autonomamente, prendendo il nome di " Comuni ". Firenze, comune per antonomasia, in un famoso dipinto del 300 Il termine " Comune " deriva dalle comunità rurali composte da contadini residenti, denominati villani . I villani si riunivano per definire insieme il rispetto delle leggi ( regulae ), ma soprattutto l'elezione del loro rappresentante davanti alle autorità maggiori. Vista la sua etimologia, come nascono i comuni? Tutto comincia nell'XI secolo, testimone in Europa di una forte espansione demografica ed economica dovuta a un miglioramento delle condizioni d

Historie medievali: le ricette della tavola rotonda

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 Le ricette che vi proponiamo oggi sono le seguenti: TRIPPA MEDIEVALE   Ingredienti: mezzo chilo di trippa bovina; 1 cipolla; 2 tuorli d’uovo sodi;   mollica di pane; olio extravergine di oliva; spezie (noce moscata, chiodi di garofano, pepe lungo); erbe fresche (finocchio, menta, salvia, nepitella, maggiorana).   Procedimento: Tagliare la trippa e la cipolla. Versare olio extravergine di oliva in una pentola e soffriggere la cipolla. Aggiungere la trippa e cuocerla per qualche minuto, poi mettere un po’ d’acqua e due pizzichi di sale marino grosso. Mentre la trippa cuoce, preparare gli altri ingredienti. Pestare nel mortaio mezza noce moscata, tre grani di pepe lungo e tre chiodi di garofano con le erbe finemente tritate, poi mescolare i tuorli d’uovo e mollica di pane. Quando la trippa è cotta, aggiungere il misto di erbe e spezie e fare cuocere per qualche minuto per addensare il brodo senza perdere l’aroma delle erbe. Ora la trippa è pronta per essere servita.        

Cronache della vita medievale a Milano nel 1200

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Oggi vi raccontiamo quello che vedevano e facevano i compaesani di un erudita di Milano durante il XIII secolo. Milano nell'età comunale (1171-blu) e signorile (1450 rosso)  La ricca e fiorente Milano  fu tra le protagoniste della lotta tra i comuni e l' Impero . Di quel vivace comune in fase di espansione ci fornisce una descrizione, talvolta un po' di parte, Bonvesin de la Riva , erudita milanese vissuto negli anni tra il 1250 e il 1310 circa. Egli scrisse una cronaca in otto capitoli, intitolata " De Magnalibus urbis Mediolani" , nella quale raccolse informazioni sulla produzione, sui commerci e sugli abitanti della città. L'opera permette al lettore moderno di cogliere il fermento e la vitalità della vita cittadina e dei suoi traffici, un po' come descrivere o fare un documentario da reporter in tivù. Attento a tutti i risvolti della vita del comune, Bonvesin omette purtroppo gli aspetti negativi della città, quali le lotte fratricide o le eresie, esal

Le vette dell'arte medievale: l'abbazia di Westminster

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E' il più importante luogo di culto anglicano dopo la basilica di San Paolo , ci vengono incoronati i sovrani inglesi, vi sono sepolti le personalità britanniche più importanti. La quasi millenaria abbazia di Westminster è sicuramente uno dei luoghi più importanti di Londra e della Gran Bretagna , e oggi la scopriremo insieme. La facciata dell'abbazia Voluta da Edoardo il Confessore e costruita fra il 1045 ed il 1050, è un ex voto nel caso in cui avesse riavuto il trono d' Inghilterra . Tornato finalmente re, Edoardo individuò un sito dove prima esisteva il culto per San Pietro , a Thorney Island sul fiume Tamigi. Si trattava del luogo in cui, nel 616, era stato costruito un piccolo santuario dopo che un pescatore aveva avuto una visione di San Pietro . Da allora ogni anno, il 29 giugno, i pescatori del Tamigi portano in dono a san Pietro un salmone, che viene ricevuto dall'abate di Westminster. Attorno al 970, san Dunstano vi costruì un convento di monaci benedet

Great battles of Historie medievali: la battaglia sull'Elster

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Quella combattuta sull' Elster , chiamata anche di Hohenmölsen , fu la terza e ultima battaglia tra il re salico Enrico IV di Germania e l'anti-re Rodolfo di Rheinfelden , disputatasi il 14 ottobre 1080 vicino a Hohenmölsen sul fiume Elster Bianco, nel contesto della grande rivolta dei Sassoni . Fiume Elster, teatro della battaglia  Le forze contrapposte si erano scontrate per la prima volta nella battaglia di Mellrichstadt il 7 agosto 1078 e di nuovo in quella di Flarchheim il 27 gennaio 1080. Entrambi gli scontri erano rimasti senza veri vincitori.  A questo punto, Enrico marciò attraverso la Turingia cercando di unire le sue forze provenienti dalla Germania meridionale e occidentale, con quelle del duca Vratislao II di Boemia e del margravio Egberto II di Meissen . Per la riuscita del piano, Enrico dovette eludere gli alleati sassoni di Rodolfo : attirò con successo i Sassoni fingendo di voler andare verso Goslar, mentre lui, con il suo esercito principale, si avvicin

Le monete napoletane medievali

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A Napoli si batteva conio fin dal tempo dei greci, ma è nel Medioevo, con il passaggio del Regno di Napoli sotto la corona angioina, che si ha una fioritura del conio di una propria moneta grazie all'istituzione di una zecca presso Castel Capuano. Saluto d'oro battuto da Carlo I d'Angiò Nel 1278 infatti, Carlo I d'Angiò istituisce la zecca nell'antico castello normanno; prima Carlo II e poi Roberto d'Angiò sposteranno la zecca in nuove sedi, fino alla sede finale, nel 1333, nel Convento di Sant'Agostino, nel quartiere di Forcella, che prenderà il nome di Sant'Agostino alla Zecca. Il chiostro di Sant'Agostino alla Zecca Figura fondamentale all’interno di quest’istituto era il Maestro di Zecca, di cui rimane traccia sulle monete tramite alcune sigle che si era soliti imprimere. Il Maestro di Zecca godeva della fiducia del sovrano, veniva scelto dalla nobiltà napoletana o da coloro che occupavano già cariche importanti di Stato. Solitamente, una vol

Proposte di lettura: "Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci"

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Se state camminando in un bosco, fate attenzione ai lupi. Sono animali diabolici, feroci, e anche molto astuti. Per fuggire dalle loro grinfie, avete una sola possibilità: dovete vedere il lupo prima che lui veda voi. In questo caso, l’animale perderà tutta la sua forza.  Il lupo era soltanto uno degli animali che l’uomo medievale poteva incontrare nell’ambito della sua vita quotidiana. Di questo mondo, popolato di bestie feroci e animali fantastici, racconta Chiara Frugoni nel suo libro, “Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci” .     Questo testo è dedicato al rapporto tra uomini e animali nel Medioevo. Si tratta di un racconto realizzato tramite le immagini, le opere d’arte e i testi dell’epoca, un vero e proprio viaggio nell’immaginario medievale, attraverso le opere d’arte, le immagini e la lettura di testi dell’epoca. Il libro di Chiara Frugoni è un appassionante racconto dei tanti animali che popolavano il mondo, e spesso la fantasia, degli uomini medievali. 

La vita quotidiana e la vita religiosa dei Templari

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Abbiamo parlato negli articoli precedenti della nascita dei Templari, della regola dell'Ordine e della gerarchia ; oggi approfondiamo com'era la vita quotidiana e religiosa di un cavaliere Templare durante il XII secolo. La semplicità e la povertà erano le basi della vita quotidiana di ogni templare. Ogni cavaliere poteva disporre al massimo di 3 bestie (asini, cavalli) e di uno scudiero, mentre erano banditi i morsi e le staffe in argento e oro. Nel caso un templare avesse ricevuto in dono dei finimenti in oro o argento, era costretto a dipingerli. Ma vediamo come procedeva una giornata: essa iniziava col mattutino, collocato intorno alla mezzanotte, quando tutti i fratelli si dovevano alzare per partecipare al servizio cantato o recitato. Concluso il mattutino, ogni templare doveva recarsi a controllare le proprie bestie e la propria armatura e provvedere alle necessità del caso, dopo di che poteva tornare a coricarsi. Templari La seconda levata (quella dopo il mattutino e co