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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Historie Medievali the life of: Paolo Diacono

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Paul Warnerfried , che scelse come pseudonimo Paolo Diacono , è stato un monaco nato nell'odierno Friuli nel 709 dopo Cristo. E' stato un letterato, storico, poeta e scrittore, in un'epoca dove poche persone leggevano e pochissime altre scrivevano. Personaggio di spicco del regno Longobardo prima e di quello dei Franchi poi, la sua vita è stata piena di momenti significativi, ed oggi ve la raccontiamo. Miniatura raffigurante Paolo Diacono Figlio di nobili longobardi appartenenti alla corte di Alboino , studiò a Pavia , allora capitale del regno, per poi restare alla corte dei re Astolfo e Desiderio ; divenne precettore di Adelperga , figlia di Desiderio , che seguì a Benevento quando quest'ultima sposò il duca Arechi II . Nel 774 crollò il Regno Longobardo per mano dei franchi, e Paolo  si ritirò nell'abbazia di Montecassino ; ma fra il 782 ed il 787 lo troviamo alla corte di Carlo Magno , in quanto aveva intenzione di riscattare il fratello prigioniero in Francia

Historie medievali: le ricette della tavola rotonda

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 Benvenuti nella nostra cucina! Oggi vi proponiamo due, succulente, ricette a base di carne: ARROSTO DI MAIALE CON SALSA VERDE (XV secolo)   Ingredienti: 500 gr. di filetto di maiale; salvia; ruta; prezzemolo; zafferano; vino; strutto; sale e olio.   Procedimento: Arrostire il filetto sui carboni o nel forno per circa mezz’ora dopo averlo unto con olio o strutto. Nel frattempo pestare nel mortaio lo zafferano e un pizzico di sale, aggiungendo una buona quantità di salvia e prezzemolo, e poca ruta. Stemperare con il vino. Tagliare l’arrosto a fette cospargendolo con la salsa. Servire ancora caldo.   POLLO MEDIEVALE TEUTONICO (XIII secolo)   Ingredienti: 1 gallina; zafferano; menta; prezzemolo; maggiorana; rosmarino; sale.   Procedimento: Tagliare la gallina a pezzi, poi lessarla con due pizzichi di sale, aggiungendo acqua ogni volta che sarà necessario, a fine cottura dovrà rimanere poco brodo molto concentrato. Cuocere per almeno un paio d’ore, o anche più. Tritare le erbe aromatiche e

L'accampamento dei crociati

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Ricordate del sub che aveva trovato una spada nel mare antistante le coste di Israele ? Ne abbiamo parlato in questo articolo  poco tempo fa. Ebbene, dato che questo Stato, durante il Medioevo, è stato teatro di scontro fra due civiltà, ecco che nuove sorprese si sono avute nelle vicinanze di questo ritrovamento.  La fortezza di Tzippori Ebbene, sulla route 79, vicino la località di Tzippori , dove si erge una fortezza di epoca medievale, non lontano dal lago di Tiberiade , gli archeologi hanno fatto una scoperta piuttosto interessante: durante i lavori di ampliamento di un'autostrada infatti, sono riemerse, dopo secoli, punte di freccia, chiodi a ferro di cavallo e monete risalenti all'epoca fra il 1099 ed il 1291. Studiando i ritrovamenti, i ricercatori hanno concluso che si trattava di manufatti di un accampamento temporaneo presente all'epoca nel Regno di Gerusalemme . L'archeologo Rafi Lewis ha affermato che molti dei chiodi erano stati usati per ferrare i cavalli

La leggenda della Bellina di Erice

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Sospesi in un fascino senza tempo, passeggiare per i vicoli del borgo medievale di Erice , in provincia di Trapani , significa fare un tuffo in un’epoca passata e lontanissima. Se percorrendo le vie del paese vi doveste poi imbattere in una biscia nera, che vi taglia la strada, si potrebbe trattare dell’anima errante della povera Bellina , una fanciulla bellissima e tormentata da un amore impossibile. La leggenda della Bellina arricchisce, ancora oggi, di mistero e fantasia il borgo di Erice, avvolgendolo tra le nebbie di un luogo quasi mitologico. Si narra che, intorno al XIII secolo, a Erice vivesse un’affascinante e giovanissima ragazza, ammirata e invidiata da tutti per i suoi lunghi capelli corvini e i suoi tratti da angelo. Si dice che fosse talmente bella che nessun uomo riuscisse a resistere al suo fascino, non a caso aveva intorno a sè sempre un gran numero di pretendenti. Bellina , tuttavia, era solita rifiutarli uno per uno e nessuno, per quanti sforzi facesse, era in grado

Le vette dell'arte medievale: la basilica di San Miniato al Monte

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Questo è uno dei grandi capolavori dell'architettura romanica fiorentina: costruita nell'XI secolo, con la sua iconica facciata di tarsie di marmo bianco e serpentino verde, la basilica di San Miniato al Monte domina Firenze da una collina di oltrarno. La chiesa vista da ponte Vecchio Già la facciata ha elementi iconici molto importanti; infatti le tarsie marmoree la dividono in due porzioni: una inferiore, che è composta da 5 arcate che richiamano il numero di navate delle basiliche paleocristiane; una superiore, che evidenzia la struttura della chiesa con le sue falde simmetriche e che rievoca un loggiato sorretto da quattro pilastri. Le forme geometriche inoltre richiamano, in alcuni elementi dei frontoni, l'opus reticolato romano. Al centro del loggiato è presente una finestra incorniciata da due colonne, sorrette da teste di leone marmoree, che sono sormontate da un timpano al cui centro è presente un intarsio di un vaso tra due colombe. Nel riquadro superiore si trov

Proposte di lettura: Bere nel medioevo. Bisogno, piacere o cura

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Bere come atto vitale, che varia a seconda dei luoghi e delle epoche: come si beveva, ad esempio, nel Medioevo? Quali bevande si assumevano in quel periodo e, soprattutto, perché si assumevano e quali effetti sociali producevano? Jean Verdon, medievaista di lungo corso, con questo libro ci accompagna in un viaggio nel Medioevo attraverso il bere, che è un bisogno primario per vivere. Ma cosa esattamente beve l'uomo del Medioevo? Beve acqua, latte, cervogia, birra, sidro e vino. L'acqua è accessibile a tutti e non costa niente, il latte rappresenta il nutrimento essenziale per il bambino. In mancanza di vino si beve la cervogia, una specie di birra fatta con orzo e avena fermentata. I monaci, che conoscono molto bene le erbe medicinali, introducono il luppolo, e si passa quindi alla birra vera e propria. A partire dal XV secolo, il sidro ha la meglio sulla birra. Ma bere è anche un piacere, soddisfatto soprattutto dal vino, che resta in assoluto la bevanda per eccelle

I bischeri

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" Oh bischero! ". Si tratta di un modo di dire tipico toscano che può essere capitato di aver sentito qualche volta. In effetti è piuttosto famoso nel resto della penisola italiana: questo termine indica una persona poco acculturata e poco furba; un detto toscano infatti dice che " La ragione l'è de' bischeri ", corrispondente al più usuale detto italiano: " la ragione è dei fessi ". Ma da dove nasce questo termine? Per capirlo bisogna andare a Firenze , dietro alla cattedrale di Santa Maria del Fiore, e precisamente all'incrocio fra la piazza della cattedrale e Via dell'Oriuolo. Sotto la targa indicante il nome della strada, è presente una seconda targa in marmo con su scritto "Canto dei Bischeri". Il canto dei Bischeri, con lo sfondo di Santa Maria del Fiore Perché questa targa? Perché questo, nel XIII secolo, era il canto, cioè il quartiere, della ricchissima e potente famiglia fiorentina dei Bischeri . La famiglia, fra il 1309

Great battles of Historie medievali: la battaglia di Mari

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La battaglia di Mari , anche nota come il disastro di Mari , fu combattuta tra i Mamelucchi d'Egitto e gli armeni della Cilicia il 24 agosto 1266. Il conflitto iniziò quando il sultano mamelucco, Baybars , intimò al re armeno, Aitone I , di accettarlo come sovrano abbandonando l'alleanza con i mongoli, e di consegnare ai Mamelucchi i territori e le fortezze che Aitone aveva acquisito grazie alla sua alleanza con i mongoli.   Aitone I (seduto) alla corte mongola di Karakorum, «mentre riceve l'omaggio dei mongoli» A seguito di tali minacce, Aitone I si recò alla corte mongola dell'Il-Khan in Persia per ottenere supporto militare, e fu proprio durante la sua assenza che i Mamelucchi mossero sulla Cilicia guidati da Mansur II e dal comandante mamelucco Qalawun . Due figli di Aitone, Leone (il futuro re Leone III ) e Thoros prepararono la difesa rafforzando le guarnigioni delle fortezze all'entrata del territorio della Cilicia. Ma i Mamelucchi aggirarono le forti dif