Great battles of Historie medievali: la battaglia di Mari
Aitone I (seduto) alla corte mongola di Karakorum, «mentre riceve l'omaggio dei mongoli» |
A seguito di tali minacce, Aitone I si recò alla corte mongola dell'Il-Khan in Persia per ottenere supporto militare, e fu proprio durante la sua assenza che i Mamelucchi mossero sulla Cilicia guidati da Mansur II e dal comandante mamelucco Qalawun. Due figli di Aitone, Leone (il futuro re Leone III) e Thoros prepararono la difesa rafforzando le guarnigioni delle fortezze all'entrata del territorio della Cilicia. Ma i Mamelucchi aggirarono le forti difese nemiche passando attraverso le montagne, ed incontrarono e sconfissero gli armeni a Mari, vicino Darbsak il 24 agosto 1266. Il massacro si consumò senza alcuna pietà, i numeri non si conoscono, ma gli armeni ne uscirono decimati. Leone fu fatto prigioniero e Thoros fu ucciso in azione. Anche Vasil Tatar, il figlio armeno-mongolo del Connestabile Sempad, fu catturato dai Mamelucchi e tenuto in cattività con Leone; tuttavia venne riferito che furono trattati bene.
I mamelucchi uccidono Thoros e catturano Leone durante la battaglia di Mari |
Dopo la fondamentale vittoria, i Mamelucchi saccheggiarono le tre maggiori città della pianura della Cilicia: Mamistra, Adana e Tarsus, ed anche il porto di Laiazzo. Un altro gruppo, guidato da Mansur, prese la capitale, Sis. Il saccheggio si protrasse per ben 20 giorni e 40.000 armeni furono fatti prigionieri. Quando finalmente fece ritorno Aitone con le truppe mongole, il paese era già stato devastato. Aitone, per ottenere la liberazione di suo figlio Leone, dovette cedere il controllo delle fortezze armene di confine ai Mamelucchi. La sua parabola discendente era ormai iniziata, infatti nel 1269 abdicò in favore di suo figlio, cercando pace all'interno delle mura di un monastero; morì un anno più tardi. Leone invece, venne lasciato nella scomoda situazione di tenere la Cilicia sotto la sovranità dell'Impero mongolo mentre, allo stesso tempo, pagava tributi ai Mamelucchi.
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