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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

La crociata contro i Catari

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"Che si sterminino questi seguaci di Satana!" : furono più o meno queste le parole con cui si espresse papa Innocenzo III nel 1209, furente per l’influenza che il Catarismo aveva ormai raggiunto nel Sud della Francia medievale. I Catari, che non si definirono mai in questo modo, ma cristiani o buonuomini, si battevano in nome di una fede pura. Si opponevano in questo senso alla Chiesa, che secondo loro aveva dimenticato le lezioni impartite nelle Sacre Scritture, impegnandosi, ormai corrotta, invece nelle lotte per la conquista del potere e nella ricerca del denaro. I catari cacciati da Carcassonne nel 1209 È in Occitania, che corrisponde alle regioni della Linguadoca-Rossiglione e Midi-Pirenei, che le prediche dei Catari fecero maggiormente breccia. Le città di Tolosa, Albi (da cui il nome alternativo dato a questa crociata, che infatti è conosciuta anche come crociata contro gli Albigesi), Foix, Mirepoix e Carcassonne, sono le città in cui riscossero maggiori cons

San Gimignano

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Su una delle direttrici della via francigena sorge una piccola città, una città che sarebbe passata alla storia per l'iconicità delle sue torri e, proprio per questo, forse l'unica superstite di ciò che doveva essere una città medievale. Stiamo parlando di San Gimignano. San Gimignano e le sue torri, elemento architettonico caratteristico del medioevo Sita sulla sommità di una collina, è il miglior esempio sopravvissuto di un comune medievale. Se ne parla per la prima volta nel 929 d.C., ed il suo nome deriva da un santo monaco modenese che difese il villaggio dall'occupazione di Attila. Il primo nucleo è la rocca di Montestaffoli, che all'epoca era proprietà del vescovo di Volterra. Rocca di Montestaffoli, il primo nucleo della città Il borgo crebbe al di fuori delle mura di questa rocca; fiorirono i commerci, nonostante la via Francigena non passasse più da lì, e cominciarono a sorgere i primi palazzi signorili, come conseguenza all'arricchimento dovut

Proposte di lettura: I Templari

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Centinaia di testi sono stati scritti sull'ordine monastico religioso dei Templari, un ordine così potente che, nel 1314, l'ultimo dei cavalieri dell'ordine templare fu arso vivo per eresia, seguendo il volere di Filippo il Bello e di papa Clemente V. Il testo proposto quest'oggi, è scritto dalla Dott.ssa Barbara Frale, storica italiana e archivista presso l'Archivio Segreto Vaticano. Molto noti sono anche i suoi studi riguardanti la Sacra Sindone di Torino e, infine, sull'Ordine dei cavalieri templari. La Frale, in questo libro, mette in ordine con uno stile semplice e scorrevole la successione degli eventi che hanno caratterizzato l'ordine: dalla nascita della confraternita, con Baldovino II, fino alla tragica fine nel 1314, con la morte del Gran Maestro J.De Molay. Il testo mette in risalto le complessità della storia europea dal XII al XIV secolo in modo molto articolato e vasto, evidenziando l'ideale "laico" a scapito del cristianesim

Historie Medievali The life of: Roberto d'Angiò

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Se vi dicessimo che Napoli, nel medioevo, ha ospitato il non plus ultra della cultura e dell'arte italiana? Immaginate Petrarca e Boccaccio passeggiare per i chiostri della basilica di San Domenico Maggiore, mentre Simone Martini dipinge quadri alla corte dei sovrani ed addirittura lo stesso Giotto affresca le sale dei loro palazzi! Immaginate, nel frattempo, Tino da Camaino, innalzare, in un'altra chiesa della città, la più grande tomba medievale che l'Europa avesse mai visto, ad eterna memoria di colui che permise ciò. Fasti simili ci sono stati e, a onor del vero, periodicamente Napoli li ha vissuti nel corso della sua storia: sotto Carlo III di Borbone, Ferrante d'Aragona, e durante l'epoca greco-romana se ne possono avere esempi mirabili, ma colui che riunì tutti i personaggi sopra citati a Napoli, fu Roberto d'Angiò, per queste ragioni definito "il saggio". Simone Martini: San Ludovico da Tolosa incorona Roberto d'Angiò Re di Napoli -

Great Battles of Historie Medievali: La Battaglia di Falkirk

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L'indipendenza!! Che cos'è l'indipendenza di un paese? Oggi vi proponiamo una delle battaglie più importanti dell'indipendenza scozzese: la Battaglia di Falkirk. Era il 22 Luglio del 1298, quando gli inglesi di re Edoardo I d'Inghilterra, ed i ribelli scozzesi comandati da William Wallace, si scontrarono nei pressi del bosco di Callendar e della palude antistante; questa fu una delle battaglie più importanti per l'indipendenza scozzese.  A quel tempo re Edoardo I era impegnato a combattere in Francia per la conquista delle terre d' oltremanica; in quel frangente apprese che la sua armata del nord, stanziata sul suolo inglese, era stata pesantemente sconfitta dall'esercito ribelle scozzese nella battaglia di Stirling Bridge.  Statua di William Wallace ad Aberdeen, Scozia Conclusa una tregua con il re francese Filippo il Bello, nel marzo del 1298, Edoardo salpò dall'oltremanica per ritornare in patria, con l'intento di organizzare velo

Historie Medievali The life of: Federico II di Svevia, "stupor mundi"

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Federico II di Svevia nacque nel 1194, a Jesi, da Enrico VI di Svevia, imperatore dei Romani, e Costanza, ultima discendente della dinastia normanna d’Altavilla. Si fondevano così nelle mani di un unico bambino i poteri del Regno di Sicilia e dell’impero germanico. Federico, alla morte del padre, venne affidato, alla tenera età di quattro anni, alle cure di papa Innocenzo III; poi si trasferì a Palermo dove fu incoronato con il nome di Federico I, re di Sicilia. Poco tempo dopo morì anche Costanza e, da quel momento, il giovane sovrano si trovò nel bel mezzo di intrighi di potere e lotte intestine tra coloro che aspiravano al potere. Alla fine prevalse Marcovaldo di Annweiler, il principale sostenitore tedesco di Enrico VI, che, col sostegno di Filippo di Svevia, invase la Sicilia reclamando la tutela del giovane Federico. A quattordici anni, la maggiore età per i re, Federico fu finalmente in grado di distaccarsi da qualsiasi tutore o intermediario. Le nozze di Enrico VI e Costanz

Il reimpiego delle costruzioni romane

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E' uno dei fenomeni caratteristici del medioevo: l'uso delle vestigia passate per creare il nuovo, l'appropriarsi di una realtà storica, per certi versi leggendaria, e farla propria, integrandola nelle costruzioni e portandola così alla quotidianità medievale. Roma: il Tabularium (l'allora archivio romano) che si affacciava sul foro, venne usato come basamento per la costruzione del palazzo senatorio, attuale sede del municipio. Le ragioni principali per cui si ricorre al reimpiego sono due: quella del prestigio, illustrata sopra, e quella della praticità. Trovare una cava per estrarre materiali da costruzione e trasportare quel materiale fino in città, all'epoca era particolarmente difficoltoso. Così, gli edifici romani sono divenuti delle vere e proprie cave di pietra e marmo da cui attingere il materiale per costruire il nuovo mondo. Ne han pagato le conseguenze luoghi monumentali come i fori, letteralmente rasi al suolo. Foro romano dopo secoli

L'Elmo Sassone di Sutton Hoo

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L'elmo sassone di Sutton Hoo è l'elmo con maschera più famoso al mondo ed è attualmente conservato in Inghilterra nel British Museum. È un manufatto Sassone dell'età del ferro germanica, probabilmente risalente tra il 400 e l' 800 d.C., che è stato ritrovato grazie ad uno scavo archeologico del dott. Basil Brown in un tumulo, a Sutton Hoo (Inghilterra), nel 1939. La manifattura dell'elmo è molto pregiata anche se, come tutti gli elmi dell'epoca, è realizzato in ferro e bronzo. La particolarità dell'almo di Sutton Hoo consiste nell'essere riccamente decorato e caratterizzato dalla sua maschera facciale, che consente la copertura quasi totale del suo portatore. L'elmo di Sutton Hoo  L'elmo di Sutton Hoo faceva parte del corredo funerario ritrovato nella nave accanto ai resti del nobile guerriero. La nave era situata nel sito archeologico n.1 nei pressi di Sutton Hoo, dove altri tumuli, e quindi altri siti archeologici, furono ritrovati. Si st

La figura del giullare nel Medioevo

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 Il giullare, in contrapposizione decisa rispetto alla figura del monaco, incarnava ed interpretava tante altre figure sociali: difatti egli poteva essere un intrattenitore, un mimo, un attore, un giocoliere, un cantante, il cui fine era quello di divertire il pubblico nelle piazze, ma anche di catalizzare l'attenzione del pubblico stesso attraverso racconti di epiche avventure e di leggende. Tuttavia, nonostante il grande successo che i giullari solitamente riscuotevano, la loro opera e la loro stessa figura vennero duramente attaccate e fermamente condannate dalla chiesa, che sostanzialmente si opponeva categoricamente a tutto ciò che richiamasse la sfera "carnale", e quindi l'esibizione del corpo, del riso, del godimento sia visivo che uditivo. Per la chiesa l'animo umano restava decisamente corruttibile, e questo rischio aumentava esponenzialmente in presenza di tali arti demoniache. Codice miniato dei proverbi medievali. Il giullare non crede se non rice

Il ducato di Benevento

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Questa è la storia di un centro dell'Italia meridionale che, da periferia, divenne un punto focale della politica della penisola, per poi tornare di nuovo ai margini dopo secoli da protagonista. Circa un secolo dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente, un popolo, i Longobardi, occupò la penisola italiana, contendendola così al sopravvissuto Impero Romano d'Oriente. I Longobardi si spartirono il territorio della penisola, e la propaggine più meridionale dei loro possedimenti andò a formare un ducato, la cui capitale fu collocata presso Benevento. Cartina del ducato di Benevento, posta al centro dell'omonima città Peculiarità di tale ducato fu quella di essere praticamente indipendente dal resto della Longobardia. Infatti, solo per un breve periodo Benevento fu legata ai destini del regno a cui apparteneva. Così, col declino della Longobardia, il ducato poté sopravvivere per quasi trecento anni. Il ducato nacque nel 570 d.C.: un generale longobardo, Zot