La crociata contro i Catari

"Che si sterminino questi seguaci di Satana!": furono più o meno queste le parole con cui si espresse papa Innocenzo III nel 1209, furente per l’influenza che il Catarismo aveva ormai raggiunto nel Sud della Francia medievale.

I Catari, che non si definirono mai in questo modo, ma cristiani o buonuomini, si battevano in nome di una fede pura. Si opponevano in questo senso alla Chiesa, che secondo loro aveva dimenticato le lezioni impartite nelle Sacre Scritture, impegnandosi, ormai corrotta, invece nelle lotte per la conquista del potere e nella ricerca del denaro.

I catari cacciati da Carcassonne nel 1209
È in Occitania, che corrisponde alle regioni della Linguadoca-Rossiglione e Midi-Pirenei, che le prediche dei Catari fecero maggiormente breccia. Le città di Tolosa, Albi (da cui il nome alternativo dato a questa crociata, che infatti è conosciuta anche come crociata contro gli Albigesi), Foix, Mirepoix e Carcassonne, sono le città in cui riscossero maggiori consensi e trovarono i migliori alleati.
Per lungo tempo, la Chiesa cattolica provò, attraverso la mediazione, a porre un freno all’influenza dei Catari, sostenuti dai conti di Tolosa e dai loro vassalli. La situazione degenerò quando un importante legato pontificio, Arnaud Amaury, venne assassinato. Nel 1209, Papa Innocenzo III ordinò una imponente offensiva che assunse, fin da subito, una dimensione politica. Come ricompensa, venne concesso ai crociati di appropriarsi dei beni e delle terre dei seguaci del Catarismo. Poco a poco il regno di Francia riuscì ad annettere l’Occitania che, fino a quel momento storico, era stata indipendente.

Il martirio dei catari in un dipinto antico
Per 20 anni, la crociata iniziata a Béziers (20.000 morti) mise il Sud della Francia a ferro e a fuoco. Simon de Montfort, barone della provincia dell’Ile-de-France, era il capo della crociata. Tuttavia, nonostante l’avanzata delle conquiste, i Catari opposero una strenua resistenza, e la spedizione non ottenne i risultati sperati.
Nel 1226 venne organizzata una seconda crociata sotto l’autorità di Luigi VIII. L’inquisizione cominciò la sua cruenta attività a Tolosa, ma anche nelle altre città della regione: era giunto il tempo degli interrogatori e dei roghi. Sede principale della chiesa catara, Montségur cadde nel 1244 e, nel 1271, la contea di Tolosa divenne parte del regno di Francia.

I Catari al rogo in una miniatura medievale
Ma fu soltanto nel 1321 che l’ultimo cataro allora conosciuto, Guillaume Balibaste, fu dato alle fiamme a Villerouge-Termenes (Aude). Ci volle dunque più di un secolo per eliminare definitivamente ciò che restava del popolo cataro


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