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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

Il Medioevo e la tortura

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Spesso si tende a considerare il Medioevo come un periodo buio anche e soprattutto per l'utilizzo della tortura, sia come metodo di punizione che come mezzo di ricerca della prova di un reato. In realtà, l'uso della tortura è antichissimo ed era presente in tutte le civiltà degli albori, da quella babilonese a quella romana, passando per quella egizia. Non ci sono dubbi però, sul fatto che, in questo periodo, tale consuetudine viene adoperata con maggiore frequenza, dato che alla tortura ricorrono re, principi, nobili di ogni rango e persino la Chiesa, che istituisce l'Inquisizione, definita santa con un eufemismo, e che nasce con lo scopo di sradicare l'eresia, per poi trasformarsi, con il passare dei secoli, in un'istituzione, per così dire, dalla dubbia moralità. Dunque la tortura viene utilizzata principalmente per ottenere informazioni dal nemico o per arrivare a far confessare i reati da parte dei colpevoli o presunti tali. Le torture più lunghe e crudeli v

Le cure mediche nel Medioevo

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La vita nel Medioevo era breve e pericolosa. I popoli dovevano sopportare dolori e sofferenze che oggi non possiamo nemmeno immaginare. Erano tanti i mali che la medicina non riusciva a curare; basti pensare all'altissima mortalità infantile causata da malattie infettive. Inoltre, sovente molte donne morivano di parto. Consulto medico - miniatura dal "Circa Insatans" Francia, inizio XIV sec. - Londra, BL In questo quadro generale, si inserisce la scienza medica che, all'inizio del Medioevo, si basava sugli studi di due grandi scienziati dell'antichità: Ippocrate e Galeno. Il declino della medicina cominciò nel momento in cui essa fu attaccata da due fattori importanti, ovvero le invasioni dei popoli del nord ed il Cristianesimo. I popoli germanici portarono all'emarginazione della precedente cultura romana (in alcuni casi distrussero molte opere degli antichi) mentre la religione cristiana, una volta divenuta quella dominante, considerava le malattie come

La concezione cristiana del matrimonio nel medioevo.

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Il matrimonio cristiano si fonda sul consenso di entrambi i partner, preservando il diritto personale della donna. Questa concezione cristiana era legata ai principi biblici e quindi: monogamia, inscindibilità del matrimonio (separazione/divorzio), divieto di incesto (es. fratelli e sorelle); pertanto, potevano essere interpretati in modi diversi. Il matrimonio tra congiunti venne interpretato in modo molto esteso. Il principio di indissolubilità sollevava problemi, in quanto l’etica matrimoniale sostenuta da Cristo respingeva le regole, fissate da Mosè, che consentivano l’abbandono della moglie mediante una lettera di ripudio. Paolo l’apostolo, riteneva ammissibile risposarti con una donna di religione differente. Codice Manesse Nell’alto medioevo l’uomo è il capo del matrimonio cristiano. Così come Cristo lo è della Chiesa, egli deve amare la propria sposa proprio come Cristo ama la sua Chiesa. Nel momento in cui lo sposo decideva di sposarsi, lasciava il padre e la madre per

Malattie ed epidemie nel Medioevo

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Nel Medioevo non sono mancate le epidemie che, anzi, erano molto frequenti. Le più gravi erano senza dubbio rappresentate dalle epidemie di peste, di cui si conoscevano due forme: quella bubbonica, caratterizzata dall'indurimento e dalla suppurazione dei gangli, mortale nel 60-80% dei casi, e la polmonare che, nella sua forma più virulenta, uccideva nel 100% dei casi. Quest'ultima veniva trasmessa all'uomo dalla pulce del topo nero, dopodichè si diffondeva per contatto diretto. La prima epidemia, bubbonica, ebbe inizio nel 540 e, ad intervalli di 9/12 anni, si protrasse fino al 750 nei paesi mediterranei. La peste del 1300 - Miniatura del XV secolo La seconda epidemia, molto più grave perchè sia polmonare che bubbonica, cominciò nel 1347 e si protrasse, dapprima fino alla fine del XV secolo, e poi fino al secolo XVIII. A questo punto, sparì improvvisamente, forse scacciata da nuove malattie come il colera o dalla drastica diminuzione del topo nero dovuta all'arriv

Le bevande nel Medioevo

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Nel Medioevo la bevanda principale era rappresentata dall'acqua. Spesso però, essa era difficile da ottenere soprattutto nelle città, dove i cosiddetti portatori d'acqua sono stati numerosi fino al XIX secolo. I castelli non erano meglio riforniti, e durante gli assedi che sovente portavano ad avvelenamenti o prosciugamenti di cisterne, soffrivano atrocemente la sete. Sono giunti fino ai giorni nostri testimonianze scritte, ovvero manuali, in cui si catalogavano accuratamente i diversi tipi di acqua: le migliori erano ovviamente le acque minerali, come oggigiorno del resto,  seguite dall'acqua piovana, di fiume, di sorgente, di pozzo e da quella di stagno. Inoltre, si era a conoscenza del fatto che l'acqua portata ad ebollizione si alterava più lentamente e che il miscelare l'acqua con elementi come la liquirizia, il miele ed il vino, rendeva la bevanda decisamente migliore e più saporita. Monaco celleraio prova del vino, da "Li Livres dou Santè", m

Miti e leggende del Medioevo - L’ondina siciliana

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L'ONDINA SICILIANA Il creatore di questa leggenda/mito è il cistercense Goffredo di Auxerre, abate di Chiaravalle nel 1162. Nei suoi scritti classifica le fate come demoni. Pertanto, nel quindicesimo dei suoi venti sermoni dell’Apocalisse, appaiono tre leggende dedicate all’unione di un mortale e di un essere soprannaturale. Il testimone dell’avventura è un prete che Goffredo conosce personalmente, la testimonianza è considerata molto autorevole. Questo decano ha lasciato la Borgogna per seguire la sorella del suo duca, sposata con Ruggero II re di Sicilia, e proprio in quel luogo sente raccontare la storia di questo giovane siciliano. Era un giorno qualsiasi quando un giovane ragazzo, forte ed esperto nel nuoto, si trovava con gli amici in riva al mare per fare il bagno, mentre la luna illuminava la chiara notte che si avvicinava. Egli si esercitava nel nuoto con i suoi coetanei, come era solito fare. Quel giorno, mentre si esercitava, sentì il rumore di un co

L'Occidente medievale e la foresta

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Le foreste ammantano l'occidente medievale. Esse sono il tipo di vegetazione che copre la maggior parte delle terre. La foresta ha ripreso vigore in un periodo fresco ed umido, presumibilmente ai tempi dei merovingi. Successivamente, anche se le condizioni climatiche generali tendono a modificarsi, essa continua a sopravvivere ed a perpetuarsi. Questo perchè la grande quantità di piante a foglia è causa di una forte evaporazione che, di conseguenza, comporta un alto tasso di umidità costante e precipitazioni abbondanti che, quindi consentono alla folta vegetazione della foresta di perdurare. D'altro canto però, bisogna dire che, quando la foresta viene distrutta dall'azione del fuoco, dal bestiame, o dalla limitata azione dell'uomo attraverso il dissodamento, essa non si ricostituisce spontaneamente se non nelle regioni che le sono ancora favorevoli: è così che, per esempio, le foreste sulle coste del Mediterraneo si trasformano in macchia. È invece a causa del bestiam