Il ducato di Benevento

Questa è la storia di un centro dell'Italia meridionale che, da periferia, divenne un punto focale della politica della penisola, per poi tornare di nuovo ai margini dopo secoli da protagonista.
Circa un secolo dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente, un popolo, i Longobardi, occupò la penisola italiana, contendendola così al sopravvissuto Impero Romano d'Oriente. I Longobardi si spartirono il territorio della penisola, e la propaggine più meridionale dei loro possedimenti andò a formare un ducato, la cui capitale fu collocata presso Benevento.

Cartina del ducato di Benevento, posta al centro dell'omonima città

Peculiarità di tale ducato fu quella di essere praticamente indipendente dal resto della Longobardia. Infatti, solo per un breve periodo Benevento fu legata ai destini del regno a cui apparteneva. Così, col declino della Longobardia, il ducato poté sopravvivere per quasi trecento anni.

Il ducato nacque nel 570 d.C.: un generale longobardo, Zottone, discese la penisola italiana, sconfiggendo ripetutamente i bizantini ed accampandosi a Benevento. Dopo aver tentato di conquistare Napoli senza riuscirci, decise di fare di Benevento la capitale dei territori conquistati. L'influenza di Autari, che controllava i territori del nord, era scarsa, e per questa ragione il ducato divenne parte dei territori longobardi solo nel 590 d.C..
Con il resto della Longobardia si condividevano radici, lingua e religione. Nonostante ciò, il ducato restava ancora sostanzialmente indipendente. Ben presto però, la distanza fra Benevento e Pavia si fece sentire, differenziando culturalmente i due territori: canti liturgici e modi di scrivere cominciarono gradualmente a divergere.
Nel frattempo Benevento si dotò di nuove mura, di costruzioni in legno, tipiche dell'architettura longobarda, e di una torre che difendesse le strutture romane rimaste fuori dal circuito murario cittadino. Inoltre confinarono la poca popolazione romana rimasta nella parte bassa della città e venne anche edificata la nuova cattedrale.

Facciata della cattedrale di Benevento

Nel 660 il ducato giunse alla massima espansione a discapito dei bizantini, che però non stettero a guardare: infatti l'imperatore Costante promosse una campagna di riconquista dei territori persi, che nel 663 culminò con l'assedio della capitale. L'assedio fu respinto e, sulla via della ritirata verso Napoli, fu annientato dai beneventani. Il peso politico di un evento del genere era grande, e Benevento venne dichiarata dai longobardi territorio straniero, in quanto non più in grado di imporsi sul ducato.
Arechi II dichiarò il territorio principato, però dovette soccombere ai franchi, finendo sotto la loro influenza. Nonostante ciò Benevento era vista come la vera e propria capitale di un regno, della stessa dignità di Pavia, ragion per cui la città fu ampliata ulteriormente.
Approfittando del declino dei Franchi, Benevento acquisì maggiore indipendenza.

Basilica di Santa Sofia, designata chiesa di stato del ducato di Benevento

All'apice del proprio potere, Benevento conquistò Amalfi ed impose tributi alla stessa Napoli, all'epoca possedimento bizantino. La conquista di Amalfi culminò con l'uccisione del suo duca, e questo comportò lo scoppio di una guerra civile che si concluse con la divisione del principato, attraverso il capitolare dell'anno 851 d.C., di Benevento in due parti: Salerno e Benevento.

Principati di Benevento e Salerno

Le parti in lotta si servirono dei saraceni, che devastarono e saccheggiarono tutte le città costiere nel corso degli anni. I principati così, ne uscirono letteralmente distrutti. Nell'XI secolo Benevento declinò sempre più velocemente, fin quando non finì, nel 1053, nelle mani dei Normanni. Da allora la città divenne sempre più marginale nelle sorti storiche italiane e, nonostante l'unificazione dell'Italia meridionale sotto i normanni, finì nell'orbita di Roma che, formalmente, nominava gli amministratori che dovevano governarla, i quali erano prevalentemente normanni.

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