Great battles of Historie medievali: la battaglia di Roccasecca

La battaglia di Roccasecca è avvenuta il 19 maggio 1411, nei pressi dell'omonima località, lungo il fiume Melfa, affluente del Liri, e vide contrapposti gli eserciti di Luigi II d'Angiò-Valois e Ladislao d'Angiò-Durazzo.

Ritratto di Luigi II d'Angiò-Valois

Nel 1410 Luigi II d'Angiò-Valois, alla sua seconda venuta nel Regno di Napoli, aveva liberato Roma dall'occupazione delle truppe di Ladislao d'Angiò-Durazzo e si preparava, nel maggio dell'anno seguente (1411), ad affrontare nuovamente il sovrano napoletano, ponendo l'accampamento a Ceprano. D'altro canto Ladislao, muovendo da Capua, aveva posto l'accampamento nelle campagne situate sotto Roccasecca, così da avere il campo nemico a circa un miglio di distanza, separato dal fiume Melfa, affluente del Liri. Le forze dei due avversari erano numericamente quasi identiche (12.000 cavalieri e 6.000 fanti per gli angioini francesi, 13.000 cavalieri e 4.000 fanti per il regno di Napoli); tuttavia Ladislao disponeva dei migliori uomini d'arme italiani dell'epoca, come Ardizzone da Carrara, Betto da Lipari, Conte da Carrara, Guidantonio da Montefeltro, Jacopo Caldora, Manfredo da Barbiano ed Obizzo da Carrara, mentre Luigi faceva affidamento nell'esperienza militare di Muzio Attendolo Sforza, Braccio da Montone, Paolo Orsini, Niccolò Piccinino e Gentile da Monterano, quest'ultimo reduce da un brutto episodio con il sovrano napoletano. 
 
fiume Melfa, teatro dello scontro
 
La battaglia si svolse il 19 maggio lungo le rive del fiume Melfa e durò dai vespri fino a notte fonda. Ladislao fece indossare vesti reali a Sergianni Caracciolo e altri sei condottieri del suo esercito, ma ciò non bastò a disorientare le truppe nemiche che, grazie alle schiere di Muzio Attendolo Sforza, riuscirono a compiere un'ampia mossa aggirante e a sopraffarlo. L'esercito di Ladislao fu quindi scompaginato e il sovrano napoletano giunse con altri fuggitivi alle tre di notte a piedi a Roccasecca, dove riuscì a procurarsi alcuni cavalli e a rifugiarsi e barricarsi con essi a Cassino, all'epoca denominata San Germano. I soldati di Luigi catturarono 400 cavalieri nemici, tra cui Angelo Simonetta, Antonio Acquaviva, Ardizzone da Carrara, Baordo Pappacoda, Bartolomeo da Pirano, Betto da Lipari, Braga da Viterbo, Conte da Carrara, i quali per riottenere la libertà furono costretti ad autoriscattarsi per alte somme. Nonostante l'inaspettata vittoria Luigi non seppe infliggere il colpo definitivo all'avversario, che ebbe tutto il tempo per riorganizzarsi.

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