Le vette dell'arte medievale: Padova urbs picta
In un articolo passato abbiamo parlato della bellissima Cappella degli Scrovegni a Padova. Ma questo non è l'unico capolavoro esistente in città: infatti, le testimonianze di capolavori di epoca medievale sono così tante ed importanti che la città è stata nominata, il 24 luglio del 2021, patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.
La meravigliosa volta del battistero di Padova |
“I cicli affrescati padovani illustrano l’importante scambio di idee che esisteva tra i protagonisti del mondo della scienza, della letteratura e delle arti visive nel clima preumanista di Padova all’inizio del XIV secolo. Gli artisti hanno mostrato grande abilità nel dare forma visiva a queste idee e le loro capacità tecniche hanno permesso ai cicli affrescati padovani non solo di diventare un modello per gli altri, ma anche di dimostrarsi notevolmente resistenti al passare del tempo. Il gruppo di artisti in cerca di innovazione, riuniti a Padova, favorì allo stesso tempo uno scambio di idee e un know-how che portò a un nuovo stile nell’affresco. Questo nuovo stile non solo influenzò Padova per tutto il XIV secolo, ma costituì la base ispiratrice per secoli di lavori di affresco nel Rinascimento italiano e oltre. Con questa vera e propria rinascita di una tecnica pittorica antica, Padova ha fornito un nuovo modo di vedere e rappresentare il mondo, annunciando l’avvento della prospettiva rinascimentale. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell’arte, producendo un irreversibile cambio di direzione”.
Questa è stata la motivazione che ha spinto l'UNESCO a dichiarare gli affreschi trecenteschi di Padova patrimonio dell'umanità. Una spinta all'innovazione senza precedenti, un fermento artistico straordinario, fanno della città veneta uno dei più importanti centri di arte medievale d'Europa. Ma quali sono le opere che hanno permesso alla città patavina di avere questo prestigioso riconoscimento? La mappa di seguito mostra la loro collocazione nel centro storico.
La mappa con la collocazione delle opere |
Oltre alla Cappella degli Scrovegni di cui abbiamo già parlato, grande capolavoro di Giotto, abbiamo i frammenti di affresco conservati ai Musei Civici Eremitani, dove sono conservati importanti opere come pale d'altare e capolavori di importanti maestri trecenteschi.
Una sala dei musei civici eremitani |
La vicina chiesa degli Eremitani invece, conserva affreschi di Giusto di Menabuoi, Guariento di Arpo e Artichiero. Purtroppo i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno fatto perdere parte dei cicli, ma ciò non toglie che la porzione sopravvissuta dimostri il grande livello tecnico raggiunto nella città nel XIV secolo.
Chiesa degli eremitani |
Il Palazzo della Ragione è un altro elemento fondamentale della urbs picta, che significa "Città dipinta". Il grande Salone dell’importante edificio duecentesco era completamente affrescato da Giotto con un ciclo di affreschi a tema astrologico, andati distrutti da un devastante incendio nel 1420 e successivamente rifatti dal maestro padovano Nicolo Miretto, Stefano da Ferrara ed altri artisti seguendo il modello giottesco preesistente. Tema astrologico ispirato dagli studi e dal pensiero di Pietro d’Abano, eminente filosofo, medico ed astrologo del tempo, docente anche alla Sorbona di Parigi.
L'imponente salone del palazzo della Ragione |
Nel Battistero del Duomo abbiamo gli affreschi di Giusto de Menabuoi, in cui sono presenti anche immagini appartenenti ai membri della famiglia che hanno finanziato questo capolavoro, la Carraresi. Questo aspetto è molto interessante in quanto a Padova ci fu, nei confronti di tale famiglia, una damnatio memoriae e si ordinò la distruzione di tutte le loro immagini. Raro dunque trovare elementi del genere.
La Cappella della Reggia dei Carraresi è il successivo elemento. La Reggia è andata in gran parte perduta; presso l’edificio che ospitava il corpo centrale si conserva una parte della Cappella di famiglia, all’interno della quale si può ammirare il capolavoro di Guariento di Arpo, tra i migliori esempi di pittura figurativa padovana delle metà del Trecento. I meravigliosi “angeli di Guariento” , che si possono vedere ai Musei Civici agli Eremitani, decoravano proprio la cupola di questa cappella.
Un particolare degli angeli di Guariento |
La Basilica di Sant'Antonio o del Santo, luogo iconico del turismo religioso del cattolicesimo, è anche un importante luogo d’arte. Costruita a partire dal 1231 come ampliamento della chiesetta che frate Antonio conosceva e frequentava, è impreziosita da molte opere trecentesche. Entro il primo decennio, Giotto affrescò l’odierna Cappella delle Benedizioni, della Madonna Mora e la sala Capitolare del Convento, poi furono coinvolti anche Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi nella Cappella di San Giacomo. Nella Cappella di Belludi, significativa è la veduta della Padova del Trecento di Giusto de’ Menabuoi, la più antica rappresentazione grafica di Padova.
Veduta di Padova nel trecento |
Altro elemento è l'Oratorio di San Giorgio, presso il sagrato della Basilica del Santo. Quello che era un mausoleo di famiglia fu completamente affrescato da Altichiero da Zevio, su commissione del marchese Raimondino Lupi di Soragno che, con questa committenza, volle guadagnarsi l’occasione di donare prestigio alla propria famiglia.
L'oratorio di San Giorgio |
Infine abbiamo l'Oratorio di San Michele. Nelle immediate vicinanze, potremo dire “all’ombra” della Torre della Specola, nel Trecento torlonga o torre principale del Castello Carrarese, fu realizzato questo oratorio, costruito sopra i resti di una chiesa precedente, gravemente danneggiata nel corso dei numerosi scontri che all’epoca avvenivano.
Fu affrescato nel 1397 da Jacopo da Verona, collaboratore di Altichiero da Zevio, su commissione di Pietro Bartolomeo de Bovi.
L'oratorio di San Michele |
Questa carrellata nei capolavori artistici di Padova serve a farci capire quale importante apporto questa città abbia dato alla crescita culturale della penisola italiana nel Medioevo. Padova è una tappa fondamentale della storia dell'arte mondiale, ed ogni singolo monumento merita, esattamente come la Cappella degli Scrovegni, un articolo a sé, a cui nel corso del tempo provvederemo.
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