I paladini

La letteratura medievale, incentrata sul periodo carolingio, introduce una figura che diverrà un elemento di grande fascino che si protrarrà fino ai giorni nostri. Questa figura compare la prima volta nella Chanson de Roland, poema dell'XI secolo di cui abbiamo parlato in questo articolo. La figura a cui facciamo riferimento è quella del paladino.

Carlo Magno con i suoi paladini sassoni

Nella Chanson de Roland i valori del cavaliere cristiano vengono contrapposti alle barbarie delle orde saracene: i racconti dei paladini infatti, nascono nel contesto delle guerre tra i Franchi e i Mori, avvenute durante la conquista della Spagna da parte dell'Islam, proseguita con l'invasione da parte della Francia e il famoso episodio della battaglia di Roncisvalle. Il paladino viene introdotto come il cavaliere più importante nella corte dell'imperatore, il cavaliere di palazzo: infatti la parola deriva dal latino comes palatinus, ovvero "conte di palazzo", termine col quale si designavano i cavalieri più fidati della corte (palatius) del re Carlo Magno. Per estensione "paladino" è venuto a riferirsi a qualsiasi eroe cavalleresco, come i cavalieri della Tavola Rotonda di re Artù, o è stato utilizzato anche per indicare i capi degli eserciti che sostennero il protestante Federico V nella Guerra dei Trent'anni.
Attualmente il termine paladino ha un'accezione ben più ampia che sta a indicare in maniera estensiva il difensore di valori e ideali, solitamente condivisi con altri che non sono dotati delle medesime qualità e capacità per affermarli al cospetto delle ingiustizie o delle difficoltà.

Miniatura ispirata alla chanson de Roland

Nelle loro prime apparizioni i paladini non sono stati i compagni di Carlo Magno, ma del suo vassallo Rolando, l'eroe basato sulla figura storica di Hruodland, citato da Eginardo come il signore della marca bretone che morì nella battaglia del Passo di Roncisvalle. Dalla fine del XII secolo in poi, sono stati sempre considerati come un gruppo di cavalieri appartenenti al re in persona.
I paladini che compaiono nella Chanson de Roland sono detti "i Dodici Pari", ma i loro nomi, per le variazioni apportate da testo a testo, sono più di dodici. Il numero ricorda i Dodici Apostoli, mettendo il sovrano nella posizione di Gesù, preciso riferimento alla loro santa missione assunta come regola. In tutte le storie del ciclo carolingio, tra i paladini sono presenti i nomi di Rolando o Orlando, nipote di Carlo Magno e l'eroe capo dei paladini, e Oliviero, amico di Rolando e il suo più forte alleato.

I paladini rappresentati nei pupi siciliani, al centro si vede Carlo Magno

I paladini sono paragonabili ai Cavalieri della Tavola Rotonda quanto a popolarità e a ruolo nell'immaginario dei rispettivi paesi. Nel XIV secolo un rinascimento della cultura celtica ha riportato in auge il ciclo dei cavalieri di Camelot, lasciando in ombra i racconti del ciclo francese, più legati a valori cristiani e meno trionfalistici nei toni.
La figura del Paladino, ibridata con altri concetti quale quello dei cavalieri monaci (Templari, Ospitalieri, ecc.) è entrata nell'immaginario collettivo, ed è presente in numerosi giochi di ruolo e videogiochi, oltre che nel teatro dei pupi siciliani, sviluppatosi nel XVIII secolo, e che li vede protagonisti sia nelle vicende della Chanson de Roland che in fatti storici come i Vespri siciliani, proiettando così questa figura nell'olimpo dell'immaginario dell'occidente.

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