La chirurgia nel medioevo
Il mondo medico medievale è molto diverso da quello che intendiamo oggi; esso subisce, nell'arco di questo lungo periodo storico, grandi evoluzioni e cambiamenti. Per comprendere cosa fosse la medicina di allora, bisogna innanzitutto capire qual è stata l'influenza cristiana su di essa: il Cristianesimo medievale interpreta la guarigione come intervento divino; ragion per cui, nel corso dei secoli, sorgeranno luoghi per dare ospitalità agli infermi, gli ospitali, o ospedali, che solo successivamente saranno deputati anche alla somministrazione delle cure necessarie alla loro guarigione.
Solo nei casi più difficili, come extrema ratio, si ricorreva alla chirurgia. La chirurgia era una pratica estremamente pericolosa; si usava per tumore al seno, emorroidi, cataratta, fistole, ferite andate in cancrena.
Fino a quando si trattava di interventi come la ricomposizione di una frattura, l'arresto di un'emorragia o il contenimento di un'ernia, si interveniva con bende e legacci; nella maggioranza dei casi, dato che si pensava fosse necessario riequilibrare i fluidi corporei, si procedeva con i salassi.
I problemi cominciavano se bisognava fare un'operazione vera e propria e, di conseguenza, anestetizzare il paziente.
Se l'anestesia moderna nasce solo nel XIX secolo, nel medioevo, per addormentare una persona, si utilizzano diverse metodologie:
Ospedale medievale |
Fino a quando si trattava di interventi come la ricomposizione di una frattura, l'arresto di un'emorragia o il contenimento di un'ernia, si interveniva con bende e legacci; nella maggioranza dei casi, dato che si pensava fosse necessario riequilibrare i fluidi corporei, si procedeva con i salassi.
I problemi cominciavano se bisognava fare un'operazione vera e propria e, di conseguenza, anestetizzare il paziente.
Un'operazione chirurgica |
- l'imbevimento di una spugna con succo di cicuta, mandragora, belladonna, oppio,lattuga, cistifellea di cinghiale castrato;
- l'uso di pozioni con diversi tipi di oppiacei.
In entrambi i casi bisognava stare ben attenti alle dosi, perché il rischio che il paziente si addormentasse e non si svegliasse più, oltre che il rischio di arrivare addirittura ad ucciderlo, era molto alto.
Una volta anestetizzato, era possibile incidere i tessuti di colui che doveva essere operato: fino alla fine del XIII secolo si usava il ferro rovente, tecnica chirurgica araba; dalla fine del 1200 in poi, entrò in gioco il bisturi.
Riproduzione degli strumenti chirurgici medievali |
Fra il XIII ed il XIV secolo, la chirurgia dovette avere un forte sviluppo, in quanto, per questo periodo, sono stati rinvenuti documenti in cui si descrivono oltre 200 tipi di strumenti fra bisturi, forbici, cateteri, sonde, pinze e cauteri.
Il loro scarso successo (le operazioni, ovviamente, erano molto pericolose per l'epoca), il loro eccessivo contatto col corpo del paziente, portò i chirurghi ad essere considerati alla stregua dei macellai. Disprezzati, e spesso sospettati di essere degli assassini, visto il bassissimo tasso di successo delle operazioni chirurgiche, i chirurghi venivano ormai visti con grande sospetto e timore, considerati come medici inferiori, oltre che mal visti dalla stessa Chiesa, che aborriva il contatto fisico.
Inoltre l'estrazione dei denti, la cura degli ascessi e dei salassi erano delegati al barbiere, che aveva un ruolo che non si limitava alla cura estetica del corpo.
Anche il barbiere era visto come un medico |
Henry de Mondeville, medico di Filippo il Bello di Francia, sosteneva che i barbieri fossero dei "chirurghi orgogliosi e illitterati, stupidi e completamente ignoranti". Ciò non toglie che, per forgiare i loro stessi ferri del mestiere, fossero degli ottimi fabbri; tanto è vero che alcuni barbieri furono incaricati anche di forgiare delle punte di lancia.
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