Il monachesimo
Il monaco, letteralmente la persona solitaria.
Si tratta di persone che hanno rinunciato a tutte le mondanità e ai piaceri della vita per dedicarsi a pieno, anima e corpo, alla spiritualità. Dal termine si evince come si siano letteralmente distaccati dalla società, differenziandosi così da coloro che amministrano i sacramenti alle comunità di fedeli. I monaci esistono in tutte le religioni, fin dalle epoche più antiche. Vediamo insieme, nel Medioevo chi erano e quali sono state le vicende più importanti che li hanno visti protagonisti, in Europa.
Il monachesimo, in Europa, comincia ad affermarsi già al tramonto dell'Impero Romano d'Occidente, fra il IV ed il VIII Secolo dopo Cristo. Il movimento nasce per via della crisi e del disfacimento dell'Impero, in quanto si cercano nella spiritualità quei punti di riferimento che le istituzioni non riescono più a dare. È un fenomeno che arriva dal Medio Oriente, da aree dove il monachesimo veniva già praticato da millenni: ad esempio gli asceti che vivevano nel deserto, venivano chiamati Eremiti.
Perché un numero sempre maggiore di fedeli scelse la strada della solitudine? Innanzitutto per avvicinarsi a Dio, inseguendo lo stile di vita di Gesù Cristo, attraverso una vita di silenzio e preghiera e correggendo le proprie imperfezioni con la penitenza. È uno stile di vita ispirato da diversi personaggi della Bibbia, come Elia, San Giovanni Battista, o Gesù nel suo vagare nel deserto per 40 giorni.
Diffusero il monachesimo personaggi come Girolamo a Roma, Agostino in Africa, Severino nel Norico, Paolino a Nola; Martino e Giovanni Cassiano nella Gallia si fecero promotori dell'ideale monastico (sull'esempio di quello orientale) e monasteri famosi sorsero nel V secolo a Tours e ad Arles, ad opera dei vescovi Cesario e Aureliano.
Cassiodoro, il ministro di Teodorico, fallita la sua politica di fusione tra Romani e Goti, abbandonò la corte gotica, si rifugiò nei suoi possedimenti nella natia Calabria e, verso il 554, fondò un monastero a Vivarium, in cui trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Ciò che parte come libertà individuale del monaco, ben presto però viene regolarizzato: innanzitutto i monaci che sceglievano di riunirsi in vita comunitaria nei monasteri, si davano delle regole, e fra le più famose si ricordano quelle di San Benedetto da Norcia, sintetizzabile con "Ora et Labora".
San Benedetto, fra il V ed il VI Secolo dopo Cristo, rivoluzionò letteralmente il monachesimo: la cultura del lavoro e dello studio divennero un pilastro portante, dando il via ad uno stile di vita che non era fatto solo di distacco e contemplazione. Così, mentre il mondo occidentale era sconvolto dalle invasioni barbariche, i monasteri benedettini creavano un nuovo tipo di società basata, anziché sul concetto romano della proprietà privata, su quello cristiano della solidarietà collettiva. I monaci coltivavano le terre circostanti al monastero, o almeno le facevano coltivare dai propri coloni, difendendole dall'abbandono e dall'inselvatichimento. Attorno a loro si raggruppavano, in cerca di protezione, famiglie coloniche, che trovavano rifugio all'ombra del monastero, che diventa così il centro di un piccolo mondo economico auto-sufficiente; anche i prodotti artigianali o industriali necessari alla sua esistenza venivano prodotti al suo interno da monaci o da servi ministeriales, dipendenti dal monastero. Il sovrappiù della produzione veniva posto in vendita; così, non di rado, attorno al monastero sorgeva anche un centro di scambi commerciali, un mercato, una fiera.
Inoltre sarà proprio grazie alla grande cultura sviluppata dai monaci che sarà possibile copiare la gran parte dei testi classici greci e romani, salvandoli così dall'oblio: infatti è grazie all'immenso e colossale lavoro di copiatura se oggi abbiamo una corposa letteratura greca e latina, oltre che i testi dei filosofi classici, su cui si è costruito dapprima il pensiero medievale, e poi quello moderno. I monaci amanuensi, coloro che ricopiavano tali opere facendo spesso un lavoro poderoso, erano lavoratori instancabili.
Grazie a questo immenso lavoro, sia di tipo culturale che commerciale, i monaci riescono a diventare una componente importantissima del clero, uno dei tre mondi caratterizzanti il Medioevo. Tutt'oggi il monachesimo sopravvive ancora, segno evidente che nell'uomo, a volte, esiste la necessità di isolarsi in una vita di contemplazione ed ascetismo, al fine di giungere ad un contatto con il Divino.
Si tratta di persone che hanno rinunciato a tutte le mondanità e ai piaceri della vita per dedicarsi a pieno, anima e corpo, alla spiritualità. Dal termine si evince come si siano letteralmente distaccati dalla società, differenziandosi così da coloro che amministrano i sacramenti alle comunità di fedeli. I monaci esistono in tutte le religioni, fin dalle epoche più antiche. Vediamo insieme, nel Medioevo chi erano e quali sono state le vicende più importanti che li hanno visti protagonisti, in Europa.
San Benedetto dipinto da Mantegna, uno dei monaci più famosi della storia |
Il monachesimo, in Europa, comincia ad affermarsi già al tramonto dell'Impero Romano d'Occidente, fra il IV ed il VIII Secolo dopo Cristo. Il movimento nasce per via della crisi e del disfacimento dell'Impero, in quanto si cercano nella spiritualità quei punti di riferimento che le istituzioni non riescono più a dare. È un fenomeno che arriva dal Medio Oriente, da aree dove il monachesimo veniva già praticato da millenni: ad esempio gli asceti che vivevano nel deserto, venivano chiamati Eremiti.
Perché un numero sempre maggiore di fedeli scelse la strada della solitudine? Innanzitutto per avvicinarsi a Dio, inseguendo lo stile di vita di Gesù Cristo, attraverso una vita di silenzio e preghiera e correggendo le proprie imperfezioni con la penitenza. È uno stile di vita ispirato da diversi personaggi della Bibbia, come Elia, San Giovanni Battista, o Gesù nel suo vagare nel deserto per 40 giorni.
Diffusero il monachesimo personaggi come Girolamo a Roma, Agostino in Africa, Severino nel Norico, Paolino a Nola; Martino e Giovanni Cassiano nella Gallia si fecero promotori dell'ideale monastico (sull'esempio di quello orientale) e monasteri famosi sorsero nel V secolo a Tours e ad Arles, ad opera dei vescovi Cesario e Aureliano.
Cassiodoro, il ministro di Teodorico, fallita la sua politica di fusione tra Romani e Goti, abbandonò la corte gotica, si rifugiò nei suoi possedimenti nella natia Calabria e, verso il 554, fondò un monastero a Vivarium, in cui trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Ciò che parte come libertà individuale del monaco, ben presto però viene regolarizzato: innanzitutto i monaci che sceglievano di riunirsi in vita comunitaria nei monasteri, si davano delle regole, e fra le più famose si ricordano quelle di San Benedetto da Norcia, sintetizzabile con "Ora et Labora".
Abbazia di Montecassino, uno dei monasteri più famosi del Medioevo |
San Benedetto, fra il V ed il VI Secolo dopo Cristo, rivoluzionò letteralmente il monachesimo: la cultura del lavoro e dello studio divennero un pilastro portante, dando il via ad uno stile di vita che non era fatto solo di distacco e contemplazione. Così, mentre il mondo occidentale era sconvolto dalle invasioni barbariche, i monasteri benedettini creavano un nuovo tipo di società basata, anziché sul concetto romano della proprietà privata, su quello cristiano della solidarietà collettiva. I monaci coltivavano le terre circostanti al monastero, o almeno le facevano coltivare dai propri coloni, difendendole dall'abbandono e dall'inselvatichimento. Attorno a loro si raggruppavano, in cerca di protezione, famiglie coloniche, che trovavano rifugio all'ombra del monastero, che diventa così il centro di un piccolo mondo economico auto-sufficiente; anche i prodotti artigianali o industriali necessari alla sua esistenza venivano prodotti al suo interno da monaci o da servi ministeriales, dipendenti dal monastero. Il sovrappiù della produzione veniva posto in vendita; così, non di rado, attorno al monastero sorgeva anche un centro di scambi commerciali, un mercato, una fiera.
Una pagina della regola di San Benedetto, scritta a Montecassino nel XI Secolo |
Inoltre sarà proprio grazie alla grande cultura sviluppata dai monaci che sarà possibile copiare la gran parte dei testi classici greci e romani, salvandoli così dall'oblio: infatti è grazie all'immenso e colossale lavoro di copiatura se oggi abbiamo una corposa letteratura greca e latina, oltre che i testi dei filosofi classici, su cui si è costruito dapprima il pensiero medievale, e poi quello moderno. I monaci amanuensi, coloro che ricopiavano tali opere facendo spesso un lavoro poderoso, erano lavoratori instancabili.
Grazie a questo immenso lavoro, sia di tipo culturale che commerciale, i monaci riescono a diventare una componente importantissima del clero, uno dei tre mondi caratterizzanti il Medioevo. Tutt'oggi il monachesimo sopravvive ancora, segno evidente che nell'uomo, a volte, esiste la necessità di isolarsi in una vita di contemplazione ed ascetismo, al fine di giungere ad un contatto con il Divino.
Commenti
Posta un commento