Itinerari medievali - Erice

Panorama di Erice

Esiste una città, abbarbicata sulla vetta di una montagna siciliana, che vale la pena di essere vista. Alle porte di Trapani infatti, si erge imponente una montagna, il monte Erice, su cui a 750 metri di quota, sorge l'omonima cittadina.

Salendo da Trapani, si arriva dinanzi all'omonima porta (Porta Trapani) che, con le mura ciclopiche, difendeva l'abitato dagli assalti da valle. Superata la porta, ci si trova dinanzi ad un dedalo di stradine e case rimaste ferme, nell'architettura, all'epoca medievale. Si svolta subito a sinistra, dove un piccolo vicolo ci conduce dinanzi alla prima tappa del nostro itinerario: il duomo dell'Assunta.

Duomo dell'Assunta

Caratteristica è la torre campanaria con bifore e merlatura sul tetto: inizialmente serviva come torre di avvistamento all'epoca dei Vespri Siciliani. Costruito su di un tempio romano, il duomo è in stile gotico trecentesco; molto bello il pronao con archi ogivali. L'interno è a tre navate, e nonostante le decorazioni aggiunte in epoche successive, è ancora evidente l'impianto di natura gotica della chiesa.

Tetto della navata centrale, composto da archi a sesto acuto. Da notare le bifore che si aprono sulle pareti laterali

Ritornando sulla strada precedente, che è via Vittorio Emanuele, e poi svoltando a destra in via Albertina degli Abbati, si arriva alla chiesa di San Giuliano.

Facciata della chiesa

La chiesa è antichissima: risale infatti al 1070, costruita per volere di Ruggero il Normanno; essa ospitava le assemblee cittadine; fu chiusa per un crollo nel secolo scorso, e riaperta dopo grandi restauri soltanto nel 2005. L'assenza di decorazione, comunque, permette di apprezzare in pieno lo stile romanico della struttura, in quanto si leggono le tipiche caratteristiche di questo stile: mura possenti e spesse, finestre minute, pilastri doppi e, di conseguenza, un ambiente piuttosto oscuro, illuminato dalla sola luce artificiale, oltre agli archi a tutto sesto.

Chiesa di San Giuliano

Continuando sulla strada, si supera il centro cittadino e si arriva al castello del Balio.

Castello del Balio

Il castello è parte di un complesso in cui è inclusa anche un'altra fortezza di cui parleremo a breve. Si tratta di un mastio circondato da mura e torri merlate di forma quadrata. Le torri, in rovina, sono state ristrutturate nella seconda metà del XIX secolo dal conte Pepoli, e fanno parte del vicino castello normanno di Venere, che domina la montagna e tutta la vallata circostante.

Il castello di Venere è la fortezza normanna in cui risiedeva il signore di Erice, e si trova poco oltre le torri del Balio. Risalente al XII secolo, esso è costruito sulle rovine di un tempio di epoca fenicia.

La rocca del castello di Venere, sulla vetta della montagna

Il castello si chiama così perché il tempio fenicio poi venne dedicato a Venere, e molti dei materiali da costruzione della rocca vennero ricavati proprio da questo luogo sacro di epoca romana. Il castello era collegato al resto della vetta da un ponte levatoio, successivamente sostituito dall'attuale gradinata. La facciata, volta ad occidente, è sovrastata da merli ghibellini, e il muro del complesso segue, con rientranze e sporgenze, il contorno della rupe. È osservabile l'imboccatura di una galleria segreta, che era sotterranea rispetto agli edifici scomparsi e conduceva fuori dal castello. Nella ripida parete rocciosa, a tramontana, si innalza un muro, attribuito al personaggio mitologico Dedalo, composto di dodici filari orizzontali di pietre pulitamente squadrate e sovrapposte ad opus rectum.

In sintesi, Erice è un piacevole luogo dove trascorrere una giornata alla scoperta delle bellezze siciliane di epoca medievale.

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