Come accennato in altri articoli, i
Cavalieri Templari osservavano i tre precetti agostiniani di castità, povertà e obbedienza, ma in seguito alla crescente importanza economica e spirituale che il loro Ordine andava gradatamente acquistando, soprattutto grazie a donazioni, elargizioni e al largo consenso che riscuoteva un po' ovunque, si rese necessaria la formulazione di una regola
ad hoc, sul modello di quelle che erano alla base degli ordini monastici tradizionali. Questa regola fu stabilita da due documenti: la
Regola, approvata nel corso del
Concilio di Troyes, che si tenne nell'omonima località nel 1129 e la bolla
Omne datum Optimum di
Papa Innocenzo II, emanata nel 1139.
Per la formulazione del testo della
Regola fu chiamato
Bernardo di Chiaravalle, una delle personalità di maggiore spicco della cristianità occidentale e principale diffusore della nuova regola cistercense.
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Bernardo di Chiaravalle in un manoscritto medievale |
Sin dalla nascita dell'Ordine dei Templari egli fu un loro convinto sostenitore, tanto da scrivere un breve trattato in difesa dei loro ideali, il
De Laude Novae Militiae. Nel trattato
Bernardo pone a confronto la nuova
Militia Christi con la cavalleria del tempo: la cavalleria combatte esclusivamente per i propri interessi, così, se i cavalieri uccidono qualcuno, commettono un peccato mortale, mentre se vengono uccisi, perdono la loro anima. Inoltre il loro meraviglioso equipaggiamento è solo un inutile "ornamento da femmina". I nuovi cavalieri, invece, non uccidono per il loro bieco interesse, ma solo quando i pagani minacciano e opprimono i cristiani. Dunque "
il cavalieri di Cristo dà la morte in tutta sicurezza e la riceve con assicurazioni ancora maggiori. Se muore, è per il suo bene, se uccide è per Cristo...Uccidendo un malfattore egli non commette un omicidio, ma, se oso dirlo, un malecidio" (
De laude novae militiae, III, 4). Per compiere tutto ciò, i nuovi cavalieri non hanno bisogno di tutti quegli orpelli di cui usavano vanitosamente ornarsi i cavalieri, perché nel loro comportamento, così come nei loro ideali, non c'è né frivolezza né desiderio di gloria mondana.
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Raffigurazione tipica dei Cavalieri Templari in un manoscritto inglese del 1250 |
La regola che ne seguì era composta di 72 articoli suddivisi in diverse parti. I primi sette articoli riguardavano la vita religiosa dell'Ordine, i seguenti undici regolavano la vita quotidiana, mentre i successivi disponevano la gerarchia dell'Ordine. Nel 1139
Papa Innocenzo II emanò la bolla
Omne datum Optimum con la quale, per provvedere ai bisogni spirituali dell'Ordine, gli concesse di avere un proprio clero e proprie chiese, liberandolo da qualsiasi vincolo con l'autorità religiosa. Esso poté così costruire chiese e ordinare sacerdoti in totale indipendenza; inoltre, poiché non aveva alcun tipo di vincolo di fedeltà nei confronti del potere laico, l'Ordine si trovò totalmente padrone di se stesso e libero da qualsiasi tipo di autorità.
La gerarchia dell'Ordine era suddivisa in un Capo supremo che era il Gran Maestro, eletto da un Capitolo ristretto di cavalieri. Nonostante disponesse di ampi poteri, egli era comunque soggetto a molte limitazioni, in quanto l'organo supremo dell'Ordine era il Capitolo Generale, formato da alti ufficiali. Vi erano inoltre altri due tipi di Capitolo: il Capitolo Ordinario, che si riuniva ogni settimana per decidere questioni inerenti alla gestione ordinaria e il Capitolo Provinciale, che si riuniva quando venivano segnalati conflitti importanti attinenti alla vita dell'Ordine. Oltre al Gran Maestro, gli altri alti ufficiali erano il Siniscalco rappresentante del Maestro, e il Maresciallo, responsabile degli affari di natura prettamente militare. Vi erano poi i comandanti incaricati dell'amministrazione delle singole province. Il comandante del
Regno di Gerusalemme fungeva anche da tesoriere dell'Ordine, mentre i restanti nove comandanti di
Antiochia, Tripoli, Aragona, Portogallo, Apulia, Francia, Poitou, Inghilterra e
Ungheria, non avevano altre funzioni specifiche. Ogni provincia era divisa in case, per ognuna delle quali vi era un comandante, mentre tutte le case erano sottoposte al controllo da parte del comandante dei cavalieri della provincia, che agiva come luogotenente del Gran Maestro. In stato di guerra, la divisione del comando corrispondeva esattamente alle gerarchie amministrative.
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La gerarchia dell'Ordine Templare nel 1165 |
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