Le botteghe di arte pittorica
Le prime botteghe di arte pittorica nascono proprio nel Medioevo, infatti sono considerate tipicamente caratteristiche di questo periodo storico.
Senza la bottega di arte pittorica di Filippo Lippi non avremmo avuto Botticelli e senza Il Verrocchio non avremmo avuto straordinari artisti come Leonardo da Vinci e il Perugino, e proprio a questo proposito è bene ricordare le parole del geniale Leonardo, il quale, all'epoca del suo apprendistato, affermò proprio "triste è quel discepolo che non avanza il maestro".
È facile capire la loro importanza considerando che esse hanno persino influenzato la fisionomia delle città. Infatti, all'epoca, le botteghe sorgevano nel centro delle città, nel pieno della vivace vita cittadina, prima che, con l'età moderna, si creassero zone industriali nelle periferie e nei sobborghi. A tutt'oggi, nelle città italiane che ancora conservano un aspetto medievale, si possono trovare tracce di quali arti e mestieri si praticassero nelle vie e nei quartieri.
Agnolo Gaddi e bottega, riquadro del ciclo di affreschi inerenti la Leggenda della Vera Croce, 1380-90 ca. |
Tutti i lavori praticabili erano gestiti da diverse "corporazioni", ognuna delle quali si presentava come un'associazione indipendente di lavoratori che praticavano uno stesso mestiere. La corporazione gestiva poteri, diritti e doveri di tutti i membri, decidendo regole comuni attraverso degli statuti, ma si occupava anche delle famiglie dei lavoratori in caso di necessità, concedendo assistenza a chi ne avesse bisogno. Dunque, chi non era iscritto ad una corporazione, semplicemente non aveva un posto nell'economia cittadina e nella società, né poteva sperare di mettersi a lavorare in proprio senza di essa.
Statuto della Società dei Mercanti, 1329 |
Se immaginassimo di entrare in una bottega medievale, potremmo incontrare diversi tipi di lavoratori: i garzoni, giovani ragazzi non pagati che vivevano in casa del maestro. I contratti di apprendistato venivano stretti tra il maestro e la famiglia del giovane apprendista, che trascorreva almeno tre anni di garzonato, prima di poter accedere ad un vero salario e poter così stabilirsi in una dimora propria. Il maestro potrebbe essere considerato il vero e proprio titolare della bottega, nella quale non solo era proprietario, ma soprattutto docente ed educatore per i suoi apprendisti.
Autoritratto di Filippo Lippi, dettaglio dell'Incoronazione della Vergine, 1441-1447 circa |
Senza la bottega di arte pittorica di Filippo Lippi non avremmo avuto Botticelli e senza Il Verrocchio non avremmo avuto straordinari artisti come Leonardo da Vinci e il Perugino, e proprio a questo proposito è bene ricordare le parole del geniale Leonardo, il quale, all'epoca del suo apprendistato, affermò proprio "triste è quel discepolo che non avanza il maestro".
Parole molto adatte, considerando poi chi sarebbe diventato il giovane Leonardo.
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